Gli adulti di oltre 65 anni che consumano da una a sei bevande alcoliche ogni settimana hanno un minor rischio di demenza rispetto sia agli astemi che ai forti bevitori, secondo i risultati che appaiono nel numero del 19 marzo del Journal of American Medical Association (JAMA).
"Abbiamo scoperto che gli astemi hanno circa il doppio delle probabilità di [essere affetti da] demenza dei 'bevitori moderati' ", spiega l'autore principale dello studio, Kenneth Mukamal della Divisione di Medicina Generale e Cure Primarie del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC). "Inoltre anche coloro che bevono da 14 drink in sù alla settimana hanno un rischio maggiore di demenza rispetto ai bevitori moderati".
Lo studio a controllo di casi ha confrontato i modelli di consumo di alcol di 373 pazienti affetti da demenza con 373 soggetti di controllo senza demenza. I soggetti dello studio comprendevano sia uomini che donne selezionati tra 5.888 anziani che partecipavano al Cardiovascular Health Study (CHS), un ampio studio di coorte finanziato dal National Heart, Lung and Blood Institute. Il CHS è cominciato quasi 15 anni fa, per valutare una varietà di condizioni mediche tra le persone oltre i 65 anni in quattro comunità di Pennsylvania, Maryland, North Carolina e California.
Secondo Mukamal, che è anche assistente professore di medicina alla Harvard Medical School, la demenza è causata più frequentemente da Alzheimer o demenza vascolare (poichè potrebbe svilupparsi a seguito di una serie di ictus). I pazienti di demenza sono stati identificati attraverso una attenta serie di test di selezione neurologici e neuropsichiatrici, compresa la risonanza magnetica, tra il '92 e il '99. Sono seguiti esami di controllo ogni anno.
Il consumo di alcol è stato determinato nel corso delle visite mediche annuali dei partecipanti, nei quali i soggetti dello studio sono stati invitati a registrare il numero usuale di porzioni (1/3 di litro di birra, 1/6 di litro di vino, e sorsi di liquore) che bevevano per volta, oltre alla frequenza del consumo. I ricercatori hanno preso la media riferita dai partecipanti di uso di alcol all'inizio dello studio CHS nel '88-'89, così come al momento dei test MRI nel '92-'94.
Dopo la correzione per diversi fattori (tra cui età, sesso, razza, stato apoE4 che è un fattore di rischio genetico per la demenza, livello di istruzione, reddito, stato civile, terapia estrogenica sostitutiva, fumo attuale e passato, diabete, indice di massa corporea, attività fisica, colesterolo totale, fibrillazione atriale, storia di insufficienza cardiaca congestizia, e ictus) i risultati hanno mostrato una chiara associazione tra consumo moderato di alcol e rischio ridotto di demenza.
"I risultati dimostrano una netta 'relazione a forma di U' ", scrive Mukamal. Su un lato della curva a U, spiega, ci sono gli astemi, per i quali il tasso di probabilità di sviluppare la demenza è 1,00. Sul lato opposto della curva ci sono quegli individui che consumano 14 o più bevande alla settimana, il cui tasso di probabilità risulta essere 1,22. E, in mezzo, i bevitori moderati (da una a sei porzioni alla settimana), per i quali la probabilità di demenza è 0,46. "In termini percentuali, questo significa che i bevitori moderati hanno un rischio del 54 per cento inferiore di demenza rispetto agli astemi, mentre i forti bevitori hanno un rischio del 22 per cento maggiore di demenza rispetto agli astemi", aggiunge Mukamal.
Bere molto è particolarmente legato alla demenza negli uomini - per i quali le probabilità di demenza sono doppie - e tra i partecipanti positivi al gene apoE4, per i quali il rischio di demenza è triplo.
Una teoria alla base di questi risultati è che l'alcol può proteggere contro la demenza salvaguardando dallo sviluppo di arteriosclerosi cerebrale, l'indurimento delle arterie. Lavori precedenti di Mukamal e colleghi avevano scoperto che un uso di alcol leggero/moderato è associato a una minore prevalenza di lesioni della materia bianca nel cervello e di infarti subclinici, le anomalie neurologiche che si ritiene siano collegate al funzionamento dei vasi sanguigni.
"C'è un vasto corpo di letteratura che riguarda l'uso di alcol e la funzione cognitiva, ma finora non era chiaro se il consumo di alcol sia buono, cattivo o neutro", dice Mukamal. "Questo studio per la prima volta esaminna la demenza clinicamente diagnosticata in una vasta popolazione di anziani con più di una misurazione del consumo di alcol". Tuttavia egli avverte che "data la natura osservazionale dello studio, non possiamo raccomandare agli anziani di cominciare a bere moderatamente sulla base solo di questi risultati. Gli anziani devono discutere l'eventuale consumo di alcol con i loro medici e prendere decisioni appropriate in base a queste discussioni".
Riferimento: Kenneth J. Mukamal, MD, MPH; Lewis H. Kuller, MD, DrPH; Annette L. Fitzpatrick, PhD; W. T. Longstreth, Jr, MD, MPH; Murray A. Mittleman, MD, DrPH; David S. Siscovick, MD, MPH. Prospective Study of Alcohol Consumption and Risk of Dementia in Older Adults. JAMA.2003;289(11):1405-1413. doi:10.1001/jama.289.11.1405.
Pubblicato in Harvard Gazette il 20 Marzo 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari
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