Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Innovativi 'mini-cervelli' potrebbero rivoluzionare il trattamento di Alzheimer

Con un nuovo metodo innovativo, un ricercatore dell'Università del Saskatchewan (Canada) sta creando piccoli pseudo-organi da cellule staminali per aiutare a diagnosticare e trattare l'Alzheimer.

 

Quando il dott. Tyler Wenzel PhD ha avuto l'idea di ottenere un cervello in miniatura da cellule staminali, non avrebbe mai potuto prevedere quanto avrebbero funzionato bene le sue creazioni. Ora, il 'mini-cervello' di Wenzel potrebbe rivoluzionare il modo in cui viene diagnosticato e trattato il morbo di Alzheimer (MA) e altre malattie legate al cervello.


"Mai nei nostri sogni più sfrenati avremmo pensato che la nostra folle idea avrebbe funzionato", ha detto. "Questi potrebbero essere usati come strumento diagnostico, costruito dal sangue".


Wenzel, post-dottorato nel Dipartimento di Psichiatria, ha sviluppato l'idea del 'mini-cervello', o più formalmente, 'modello organoide cerebrale' lavorando sotto la supervisione del dott. Darrell Mousseau PhD.


Le cellule staminali umane possono essere manipolate per svilupparsi praticamente in qualsiasi altra cellula nel corpo. Usando cellule staminali prese dal sangue umano, Wenzel ha creato un piccolo organo artificiale, circa tre millimetri di larghezza, simile a quello che egli stesso ha descritto come un pezzo di gomma masticata che qualcuno ha cercato di ammorbidire di nuovo.


Questi 'mini-cervelli' sono costruiti creando cellule staminali da un campione di sangue e quindi trasformandole in cellule cerebrali funzionanti. L'uso di piccoli organoidi sintetici per la ricerca non è un concetto nuovo, ma i 'mini-cervelli' sviluppati nel laboratorio di Wenzel sono unici.


Come indicato nel recente articolo di Wenzel pubblicato in Frontiers of Cellular Neuroscience, i cervelli del laboratorio di Wenzel sono composti da quattro diversi tipi di cellule cerebrali, mentre la maggior parte degli organoidi cerebrali è composta solo da neuroni.


Nei test, i 'mini-cervelli' di Wenzel riflettono in modo accurato un cervello umano adulto del tutto sviluppato, così da poter essere usati per esaminare più da vicino le condizioni neurologiche dei pazienti adulti, come quelli con MA. E nel caso dei 'mini-cervelli' creati dalle cellule staminali di individui con MA, Wenzel ha assodato che l'organo artificiale mostra la patologia della malattia, solo su scala ridotta.


"Se le cellule staminali hanno la capacità di diventare una cellula nel corpo umano, la domanda che ci siamo posti è «possiamo creare qualcosa che assomigli a un organo intero?»", ha detto Wenzel. "Mentre lo stavamo sviluppando, ho avuto l'idea folle che se questi fossero veramente cervelli umani, se un paziente avesse una malattia come il MA e abbiamo creato il suo 'mini-cervello', in teoria anche quel piccolo cervello avrebbe il MA".


Wenzel ha affermato che questa tecnologia ha il potenziale di cambiare il modo in cui sono forniti servizi sanitari a quelli con MA, in particolare nelle comunità rurali e remote. Questa rivoluzionaria ricerca ha già ricevuto supporto dall'Alzheimer Society del Canada.


Se Wenzel e i suoi colleghi possono creare un modo coerente per diagnosticare e trattare le condizioni neurologiche come il MA, usando solo un piccolo campione di sangue - che ha una durata di conservazione relativamente lunga e può essere spedito via corriere - invece di richiedere ai pazienti di recarsi in ospedali o cliniche specializzate, potrebbe costituire un enorme risparmio di risorse per il sistema sanitario e di oneri per i pazienti.


"In teoria, se questo strumento funziona come pensiamo, potremmo semplicemente spedire un campione di sangue da La Loche o La Ronge all'università e fare la diagnosi così", ha detto.


I primi lavori prova-di-concetto sul 'mini-cervello' sono stati estremamente promettenti, il che significa che il prossimo passo per Wenzel è estendere i test a un gruppo più ampio di pazienti. I ricercatori sono anche interessati a cercare di espandere la portata della ricerca sul 'mini-cervello'.


Secondo Wenzel, se si confermerà che i 'mini-cervelli' riflettono accuratamente altre malattie cerebrali o condizioni neurologiche, potrebbero potenzialmente essere usati per accelerare le diagnosi o testare l'efficacia dei farmaci sui pazienti. Ad esempio, Wenzel indica i tempi sostanziali di attesa per vedere uno psichiatra in Saskatchewan (ndt: e non solo lì).


Se i 'mini-cervelli' potessero essere usati per testare quale antidepressivo funziona meglio su un paziente che soffre di depressione, potrebbe ridurre drasticamente il tempo necessario per vedere un medico e ricevere una prescrizione. Wenzel, ex insegnante liceale di scienze, passato al mondo accademico e della ricerca, ha affermato che è la "natura della ricerca" elaborare un'ipotesi e arrivare al bersaglio in un esperimento che stimola il suo lavoro.


Il successo sorprendente dei primi 'mini-cervelli', tuttavia, è stato così sbalorditivo che Wenzel ha ammesso di avere ancora difficoltà a raccapezzarsi e capirne la portata.


"Sono ancora incredulo, ma è anche estremamente motivante che sia successo qualcosa del genere", ha detto Wenzel. "Mi dà qualcosa che penso avrà un impatto sulla società, avrà una vera rilevanza e creerà qualche cambiamento ... ha un forte potenziale per mutare il panorama della medicina".

 

 

 


Fonte: University of Saskatchewan (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: TJ Wenzel, DD Mousseau. Brain organoids engineered to give rise to glia and neural networks after 90 days in culture exhibit human-specific proteoforms. Frontiers in Cellular Neuroscience, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.