Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La prevenzione della demenza dovrebbe essere in cima ai nostri pensieri

Two seniors following online exercise at homeFoto: Università di Melbourne

La demenza è la seconda causa di morte degli australiani e la prima per le donne. Tuttavia, manca la consapevolezza sui metodi non farmaceutici per migliorare la salute del cervello, ridurre il rischio di demenza, supportare la cognizione e aiutare con la depressione, l'ansia e lo stress, secondo Nicola Lautenschlager, prof.ssa di psichiatria della vecchiaia all'Università di Melbourne.


La prof.ssa Lautenschlager, che insieme al suo team di ricerca lavora a stretto contatto con il Royal Melbourne Hospital (RMH) in un approccio multidisciplinare, ha detto:

"In termini di invecchiamento, che si tratti di insegnamento, ricerca o competenza clinica, un approccio singolo non può funzionare e noi vogliamo applicare dei freni alla demenza.

“C'è bisogno di molte competenze diverse come psichiatri, psicologi, terapeuti occupazionali, fisiologi di esercizio, assistenti sociali e altro personale clinico e non clinico per affrontare da molteplici angoli una questione così complessa. La visione e la leadership sono condivise".


Nel 2019, il team di ricerca della prof.ssa Lautenschlager ha ricevuto finanziamenti per sviluppare linee guida nazionali per offrire agli australiani over-50 che hanno preoccupazioni per la cognizione, informazioni sul tipo di attività fisica necessaria non solo per rimanere in forma e prevenire cadute, ma anche per aiutare la salute cerebrale e mentale.


Queste linee guida hanno portato allo studio EXCEL, un progetto volto ad aiutare le persone di mezza età / anziane ad apportare alla loro attività fisica dei cambiamenti piccoli, ma di grande impatto, per migliorare la salute mentale e fisica. Con il finanziamento del Medical Research Future Fund (MRFF), la prof.ssa Lautenschlager e il suo team erano pronti ad attuare le linee guida, ma poi è arrivata la pandemia che ha fermato i loro piani.


"Sapevamo che l'isolamento derivante dai blocchi continui avrebbe visto un grande declino della salute mentale delle persone, quindi piuttosto che ritardare il progetto, abbiamo ricominciato e riprogettato il programma con l'approvazione del MRFF e abbiamo portato il programma su un modello online".


Al programma hanno partecipato 55 persone, da casa loro, tramite comunicazione tele-video. Questi partecipanti hanno dichiarato di avere difficoltà per sintomi di depressione o ansia e perdita di memoria. Hanno quindi ricevuto delle attrezzature e completato un programma di attività fisica a casa di 12 settimane diffuso da remoto online e supportato da sessioni virtuali regolari con i membri del team di ricerca.


L'intervento ha avuto un grande successo e i partecipanti hanno riferito alti livelli di soddisfazione. L'analisi dei primi dati mostra che il programma è stato efficace nell'aiutare gli adulti di mezza età / anziani con preoccupazioni mentali e cognitive, a mantenere o aumentare i livelli di attività fisica, aerobica, di forza e di equilibrio.


Questi risultati costituiscono una base solida per cambiare i protocolli nella cura clinica degli anziani con problemi di salute mentale e cognitiva. La stretta collaborazione tra ricercatori universitari e medici del RMH crea una piattaforma unica per diffondere l'apprendimento dall'EXCEL nei contesti clinici.


Una fase successiva di questa ricerca è esaminare se alcuni principi applicati nell'EXCEL possono essere automatizzati con l'aiuto dell'AI, per raggiungere più australiani, ad esempio con programmi di attività fisica in rete, per persone con ansia da lieve a moderata.

 

 

 


Fonte: University of Melbourne (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.