Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Suini con difetto genico danno nuove prospettive per trattamento di Alzheimer

Ricercatori dell'Università di Aarhus (Danimarca) hanno clonato dei mini maiali con mutazioni in un gene che è stato di recente identificato come una causa diretta dell'Alzheimer. I risultati sono particolarmente interessanti per l'industria farmaceutica.

Da decenni, i ricercatori di tutto il mondo lavorano duramente per capire il morbo di Alzheimer (MA) e ora, una collaborazione tra il Dipartimento di Biomedicina e il Dipartimento di Medicina Clinica dell'Università di Aarhus è arrivata a un branco di mini maiali che potrebbe farci fare un passo importante nella ricerca e nel trattamento del MA.


I suini clonati sono nati con una mutazione nel gene SORL1, che si trova nel 2-3% di tutti i casi di MA a esordio precoce degli esseri umani. A causa della mutazione genica, i maiali sviluppano segni di MA in giovane età, offrendo ai ricercatori l'opportunità di seguire i primi segni della malattia, poiché i maiali mostrano cambiamenti negli stessi biomarcatori usati per fare la diagnosi nell'uomo.


Il prof. associato Olav Michael Andersen, primo autore dello studio, appena pubblicato su Cell Reports Medicine, afferma:

“Seguendo i cambiamenti dei maiali nel tempo, possiamo capire meglio i primi cambiamenti nelle cellule. In seguito, questi cambiamenti portano alle alterazioni irreversibili nel cervello che sono la causa della demenza. Ma ora possiamo seguire i maiali prima che perdano la memoria, cambino il loro comportamento, ecc., il che consentirà di testare nuovi farmaci usabili nella fase iniziale per prevenire il MA associato al SORL1.

"I maiali assomigliano agli esseri umani in molti modi, motivo per cui questo aumenta le possibilità di produrre farmaci che funzionano per contrastare il MA. È importante avere un modello animale praticabile per colmare il divario tra ricerca e sviluppo di farmaci".

 

Maiali clonati dalle cellule della pelle

Fin dagli anni '90, i ricercatori conoscono 3 geni che - se mutano - possono causare direttamente il MA. Una intensa ricerca negli ultimi 20 anni ha definitivamente assodato che anche una mutazione in un quarto gene, il SORL1, può causare direttamente il disturbo diffuso della demenza. Se questo gene è difettoso, la persona che lo porta svilupperà il MA.


"Abbiamo creato un modello animale di MA nei mini suini, cambiando uno dei soli 4 geni che sono attualmente noti per essere direttamente responsabili della malattia. I maiali possono essere usati dall'industria farmaceutica per sviluppare nuovi farmaci, e allo stesso tempo, fornire ai ricercatori migliori possibilità per capire i primi cambiamenti nel cervello delle persone che in seguito svilupperanno il MA", afferma Olav Michael Andersen.


I ricercatori avevano già sviluppato modelli di suini per il MA e per altre malattie, mediante clonazione. Questo viene fatto rimuovendo il materiale ereditario da una cellula uovo non fecondata, presa da un maiale, dopo di che la cellula viene fusa con una cellula cutanea di un altro maiale.


In questo studio, i ricercatori hanno inizialmente usato l'editing genico CRISPR-Cas9 per distruggere il gene SORL1 in una cellula cutanea presa da un mini suino della razza Göttingen. Il risultato è un embrione ricostruito, cioè un uovo clonato, che si sviluppa in un nuovo individuo con le stesse caratteristiche genetiche della cellula cutanea con modifica genica. Ciò significa che i mini maiali clonati nascono con un gene SORL1 danneggiato.


"I maiali assomigliano ai pazienti di MA che hanno i difetti del gene SORL1, al contrario dei precedenti modelli di suini per MA, che avevano uno o più geni umani mutati inseriti, nella speranza di accelerare la malattia"
, afferma la prof.ssa associata Charlotte Brandt Sørensen, responsabile dello sviluppo dei suini geneticamente modificati e clonati.


Dato che la mutazione è ereditata, i ricercatori possono ora allevare maiali che mostrano i primi segni di MA prima di raggiungere l'età di tre anni.

 

Si possono testare farmaci prima che scoppi la malattia

Lo studio ha importanti prospettive, afferma il prof. Olav Michael Andersen:

"Sappiamo dalla genetica umana che quando il gene SORL1 viene distrutto, sviluppiamo il MA. Abbiamo dimostrato che se distruggiamo questo gene nei suini, nelle cellule cerebrali degli animali si verificano proprio i primi cambiamenti che avevamo osato sperare. Ciò consente di trovare biomarcatori che riflettano la fase iniziale e preclinica della malattia".


La società danese Ellegaard Göttingen Minipigs possiede i diritti per la varietà di maiali e li sta allevando.


“La cosa migliore sarebbe sviluppare nuovi medicinali sulla base di questo modello di maiale e siamo già molto avanti con i preparativi. Il gruppo di pazienti portatori della mutazione SORL1 è molto più grande del gruppo di pazienti che hanno errori negli altri 3 geni noti", afferma Olav Michael Andersen.

 

Fatti: genetica e MA

  • Sia fattori ereditari che ambientali possono essere la causa del MA. Se una persona è geneticamente predisposta, insorge una complessa interazione con altri fattori di rischio, come lo stile di vita (es.: fumo e obesità) e le influenze ambientali.
  • Solo circa il 3% di tutte le persone con MA sviluppa la malattia come conseguenza diretta di una mutazione in uno dei geni noti: APP, PSEN1, PSEN2, e l'ultimo confermato, il SORL1.
  • Il gene SORL1 è stato identificato all'Università di Aarhus nel 1996, e confermato come causa del MA dal dott. Philip Scheltens in uno studio pubblicato su The Lancet nel 2021.
  • Lo studio con i mini maiali clonati è uno dei motivi per cui il prof. associato Olav Michael Andersen ha ricevuto il premio di ricerca di base dall'Alzheimer Research Foundation questo mese, settembre 2022.

 

 

 


Fonte: Line Rønn in Aarhus University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: OM Andersen, ...[+25], CB Sørensen. A genetically modified minipig model for Alzheimer’s disease with SORL1 haploinsufficiency. Cell Reports Medicine, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.