Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Interferone guida il deterioramento cognitivo in un modello di Alzheimer

Interferon drives cognitive impairmentRappresentazione grafica dello studio.

Il morbo di Alzheimer (MA), il tipo più comune di demenza, deteriora progressivamente la memoria, la concentrazione e la capacità di apprendere nuove cose e realizzare attività quotidiane.


Sebbene gli scienziati non comprendano ancora del tutto le cause del deterioramento cognitivo associato al MA, un gruppo di ricercatori del Baylor College of Medicine ha scoperto che l'interferone di tipo I (IFN, type I interferon), una molecola che provoca infiammazione, prodotta in modo anomalo nel cervello del MA, guida in modo importante la perdita di memoria e di cognizione in topi modello della malattia.


E, importante, il blocco dell'IFN ha invertito questi deficit cognitivi e della memoria nel modello animale. Il team riferisce su Immunity che i topi MA trattati per bloccare gli effetti dell'IFN specificamente nel cervello, hanno recuperato i deficit cognitivi e della memoria, nonostante la persistenza delle placche di amiloide-β (Aβ), che è una caratteristica del cervello umano con MA e segni l'inizio della progressione verso la demenza.


Lo studio evidenzia l'importanza dell'infiammazione nel cervello nel MA e fornisce una migliore comprensione dei complessi eventi coinvolti nello sviluppo di questa condizione devastante.


"Quello che capiamo al momento è che, oltre ad avere placche Aβ e grovigli di proteine ​​tau, il cervello dei pazienti con MA ha una marcata risposta infiammatoria, che potrebbe essere un problema più che le placche stesse"
, ha detto l'autrice senior dott.ssa Wei Cao, prof.ssa associata di genetica molecolare e umana al Baylor durante lo sviluppo di questo progetto (ora è prof.ssa di anestesiologia alla UT Health di Houston).


Nello studio precedente, la Cao e i suoi colleghi avevano trovato le evidenze che alcuni tipi di placche Aβ attivano le microglia, le cellule immunitarie residenti del cervello, che poi producono IFN. Ciò a sua volta innesca una cascata di reazioni infiammatorie che porta alla perdita di sinapsi, le giunzioni tra i neuroni attraverso cui comunicano. La perdita di sinapsi è una parte fondamentale della neurodegenerazione e può portare alla perdita di memoria e infine alla demenza. Hanno trovato le prove di questo ruolo cruciale dell'IFN sia in modelli animali che in campioni di pazienti con MA.


Nello studio attuale, i ricercatori hanno lavorato con un modello animale del MA, in particolare con topi anziani che presentavano una progressione significativa della malattia, con declino cognitivo e della memoria testati. I ricercatori hanno studiato l'effetto dell'IFN sulla memoria e sulla cognizione usando diversi approcci, come il blocco terapeutico via anticorpo e la rimozione genetica.


"Eravamo incuriositi dai risultati sorprendenti di questi topi MA", ha detto la Cao. "Abbiamo scoperto che il percorso di infiammazione mediato dall'IFN è piuttosto dannoso per le sinapsi, influenzando la memoria e le prestazioni cognitive, e che, soprattutto, il blocco del percorso ripristina queste abilità cognitive".


È interessante notare che il team ha scoperto anche che certe microglia, ma non tutte, erano attivate dall'IFN, come lo erano altre cellule nel cervello, come i neuroni, gli astrociti e i vasi sanguigni.


"Le nostre scoperte puntano a un altro strato della complessità dell'attivazione dell'IFN in condizioni di MA che non erano ancora state comprese in pieno"
, ha spiegato il primo autore, dott. Ethan Roy, ricercatore postdottorato nel laboratorio della Cao. "Un altro aspetto innovativo di questo lavoro è che abbiamo trovato diverse funzioni di segnalazione dell'IFN per diversi tipi di cellule nel cervello, usando strategie genetiche. Il meccanismo completo della perdita sinaptica richiede azioni concertate da cellule diverse".


Il gruppo ha anche rilevato meno placche Aβ quando le cellule neurali non erano in grado di rispondere all'IFN.


"Le placche Aβ scatenano la produzione di IFN, quindi l'attivazione dell'IFN promuove la formazione di altre placche. Sfortunatamente, questo ciclo vizioso è all'opera nel MA", ha detto la Cao. "Siamo ora interessati ad indagare come la segnalazione IFN influenza le fasi più avanzate del MA, e ad esplorare lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche che puntano i percorsi IFN per rallentare il declino cognitivo dei topi e alla fine, si spera, delle persone".

 

 

 


Fonte: Molly Chiu in Baylor College of Medicine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ethan R. Roy, ... [+7], Wei Cao. Concerted type I interferon signaling in microglia and neural cells promotes memory impairment associated with amyloid β plaques. Immunity, 19 Apr 2022, DOI

Copyright:
Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)