Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Declino cerebrale da età e da Alzheimer è legato a enzima poco studiato

Dr Xin Yun LuLa dott.ssa Xin Yun Lu, responsabile di questa ricerca.

Nei neuroni sani è stato trovato in quantità un enzima poco studiato, quantità che secondo dei ricercatori declina con l'età e più drasticamente con il morbo di Alzheimer (MA), rendendo la regolazione del livello dell'enzima un potenziale trattamento per entrambi i casi.


L'enzima è chiamato HDAC9, che fa parte di una classe di enzimi coinvolti nella tenuta dell'avvolgimento del nostro DNA, che influenza l'espressione dei nostri geni. Ma un team scientifico guidato dalla dott.ssa Xin-Yun Lu ha trovato prove preliminari che l'HDAC9 è anche fondamentale per la comunicazione tra i neuroni, e per la nostra capacità di imparare e ricordare.


Conosciamo undici istoni deacetilasi (HDAC, histone deacetylase) presenti nel cervello e la Lu, presidente del Dipartimento di Neuroscienza e Medicina Rigenerativa del Medical College of Georgia (MCG), ha scoperto che l'HDAC9 è il più espresso in mezzo a loro, espresso esclusivamente nei neuroni, e particolarmente abbondante nell'ippocampo e nella corteccia prefrontale, due aree con un ruolo chiave nell'apprendimento e nella memoria e vulnerabili al MA.


"Dobbiamo capire perché diminuisce, quando lo fa e perché provoca problemi"
, afferma la Lu, ricercatrice di neuroscienze traslazionali.


Il progetto è finanziato dal National Institute on Aging per approfondire l'impatto dell'HDAC9, ed è una collaborazione tra il laboratorio della Lu e quello del dott. Neal Weintraub, capo della divisione di cardiologia del MCG, direttore associato del centro di biologia vascolare del MCG e eminente studioso di medicina cardiovascolare.


"L'invecchiamento è il fattore di rischio principale del MA, quindi quando si esamina quali geni sono coinvolti nell'invecchiamento del cervello e nel MA, vedi l'espressione genica in epoche diverse"
, dice Lu.


Con le loro osservazioni periodiche nell'intera vita, relativamente breve, dei topi (in media circa 2 anni), sono riusciti a documentare il declino costante dell'HDAC9 nel cervello con il normale invecchiamento. Il laboratorio della Lu ha trovato anche una diminuzione significativa dell'espressione dell'HDAC9 nella corteccia prefrontale dei pazienti con MA rispetto a quelli senza di esso.


In un modello di topo umanizzato di MA, la causa più comune di demenza, hanno trovato che l'espressione dell'HDAC9 è diminuita prima che fossero evidenti i depositi amiloidi iconici. Hanno anche trovato le prove che la rimozione dell'HDAC9 in tutto il corpo, o specificamente in un'area dell'ippocampo dei topi, compromette la comunicazione tra i neuroni, un fenomeno chiamato plasticità sinaptica, nonché l'apprendimento e la memoria.


I livelli complessivi dell'HDAC sono associati al normale invecchiamento cerebrale e alle malattie neurodegenerative come il MA. Pur essendo ancora in una fase preliminare dell'esplorazione del suo ruolo nel cervello, il laboratorio della Lu ha evidenze che l'HDAC9 in particolare può regolare l'espressione del gene, o di vari geni, importanti per quella plasticità sinaptica e quindi per il modo in cui comunicano i neuroni.


La nuova sovvenzione consentirà ai ricercatori di osservare più da vicino se la perdita di HDAC9 nell'ippocampo e nella corteccia prefrontale stia mediando sia il declino cognitivo correlato all'età che quello tipicamente più drastico e le modifiche fisiche al cervello che si verificano nel MA. Ciò include guardare a valle dell'HDAC9 per capire meglio come regola la plasticità sinaptica.

[...]

 

 

 


Fonte: Toni Baker in Augusta University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.