Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Riconfermato legame tra diabete e Alzheimer: iperglicemia cronica deteriora la memoria

puzzle alzheimers diabetes2

Un team di neuroscienziati dell'Università del Nevada di Las Vegas ha rafforzato il legame tra il diabete di tipo II e il morbo di Alzheimer (MA) con uno studio pubblicato nel numero di settembre di Communications Biology. I ricercatori dimostrano che l'iperglicemia cronica deteriora le prestazioni della memoria di lavoro e altera aspetti fondamentali delle sue reti.


"Il diabete è un fattore di rischio importante per lo sviluppo del MA, ma non era finora chiaro il motivo", afferma James Hyman, autore senior dello studio e professore associato di psicologia alla UNLV. "Noi mostriamo che una caratteristica centrale del diabete, l'iperglicemia, compromettere l'attività neurale in modi simili a ciò che si osserva nei modelli preclinici del MA. Questa è la prima evidenza che i cambiamenti nelle attività neurali dovute all'iperglicemia si sovrappongono a ciò che si osserva nei sistemi di MA".


Il progetto di ricerca è la continuazione di una collaborazione di sei anni tra Hyman e il coautore Jefferson Kinney, docente e professore nel Dipartimento di Salute del Cervello dell'UNLV, per capire meglio perché il diabete può elevare il rischio di MA.

"Con l'aumento rapido dei casi di MA e con l'accelerazione dell'incidenza del diabete e del pre-diabete, è cruciale che comprendiamo cosa collega questi due disordini", ha detto Kinney.


I ricercatori hanno scoperto che due parti del cervello fondamentali per formare e recuperare i ricordi (l'ippocampo e la corteccia cingolata anteriore), sono sovra-connessi o ipersincronizzati. Quando arriva il momento di ricordare le informazioni corrette e completare un compito, queste due parti del cervello (colpite all'inizio della progressione del MA) iniziano a sovra-comunicare l'una con l'altra, innescando errori.


"Sappiamo che la sincronia è importante perché diverse parti del cervello lavorino insieme. Ma, stiamo trovando sempre più in questi giorni, che la chiave della sincronia neurale è che deve esserci al momento giusto, e deve avvenire con controllo", ha detto Hyman. "A volte, ci sono troppe 'chiacchiere' tra certe aree e pensiamo che questo porti a difficoltà di memoria, tra le altre cose".


Hyman confronta la situazione a un amministratore delegato che trasmette la maggioranza delle operazioni commerciali dell'azienda al figlio, che decide quindi di stravolgere le strutture della comunicazione precedente e diventa l'unico custode delle informazioni.

"L'unica comunicazione che ha il CEO è con una persona, invece di parlare con tutte le altre persone dell'ufficio", ha detto Hyman. "È possibile che nei pazienti di MA ci sia una sovra-comunicazione in determinate aree, dove dovrebbe esserci flessibilità. E nei modelli del nostro studio, ne abbiamo visto evidenze in tempo reale, nei momenti cruciali di esecuzione di un compito".


Questa scoperta recente non fornisce solo nuove informazioni sull'attività cerebrale nel modello di iperglicemia, ma fornisce anche una misura aggiuntiva importante che può essere usata per continuare la ricerca.

"Il nostro prossimo passo è combinare i marcatori biochimici e i dati elettrofisiologici per testare i meccanismi specifici responsabili e i potenziali trattamenti", ha affermato Kinney. "Questa ricerca sarà ora in grado di farci comprendere il rischio e cosa si potrebbe fare per aiutare".


Hyman è d'accordo:

"Vedendo la scienza che ora inizia a uscire, e con la speranza di impattare sul campo e che altri laboratori potenzialmente si basino sul nostro lavoro, penso che [il nostro studio] apra davvero molte strade per un'esplorazione futura.

"Il gruppo di Jeff Kinney ha messo anni per sviluppare questo modello, e siamo abbastanza fortunati da collaborare con loro e di far parte di questa crescente area di ricerca. Indica il potere del lavoro collaborativo, una delle cose per cui la UNLV è fantastica".

 

 

 


Fonte: Natalie Bruzda in University of Nevada, Las Vegas (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ryan Wirt, Lauren Crew, Andrew Ortiz, Adam McNeela, Emmanuel Flores, Jefferson Kinney, James Hyman. Altered theta rhythm and hippocampal-cortical interactions underlie working memory deficits in a hyperglycemia risk factor model of Alzheimer’s disease. Communications Biology, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.