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Variante genetica protettiva suggerisce nuove strategie di trattamento dell'Alzheimer

Un team di ricercatori ha dimostrato che una mutazione genetica può proteggere il cervello dei topi dalle caratteristiche del morbo di Alzheimer (MA) e della demenza, una scoperta che potrebbe informare la ricerca su nuovi trattamenti per i pazienti con queste condizioni incurabili.


Il MA è una delle cause più comuni di demenza in tutto il mondo, e la ricerca su nuove terapie è una priorità importante per molti scienziati e agenzie di ricerca. I trattamenti efficaci per il MA rimangono sfuggenti e molte domande persistono sulle origini e sui meccanismi del disturbo debilitante.


Tuttavia, gli scienziati hanno recentemente identificato diversi fattori genetici che sembrano correlarsi con la protezione dalla demenza. Ad esempio, i ricercatori dei laboratori di Guojun Bu e Steven Younkin alla Mayo Clinic avevano collegato in precedenza una mutazione genetica nel gene APOE3 a un invecchiamento cerebrale sano e a un rischio inferiore di MA nei pazienti.


Ma non era chiaro esattamente come questa mutazione, denominata APOE3-Jacksonville, protegge il cervello dalle aggregazioni proteiche e da altri segni distintivi della condizione. Per risolvere questo mistero, Chia-Chen Liu e colleghi, compresi molti ricercatori coinvolti nel lavoro precedente, hanno studiato le cellule nervose chiamate astrociti che esprimono l'APOE3-Jac.


Il team ha osservato che la variante aumenta la formazione di varie molecole grasse che sono fondamentali per la funzione neuronale e smorzano l'aggregazione delle APOE quando sono introdotte nella proteina.


Inoltre, i topi con MA portatori dell'APOE3-Jac hanno mostrato una neurodegenerazione meno grave e una quantità inferiore di placche amiloidi dannose associate alla malattia, rispetto ai topi che ospitavano altre varianti di APOE.


"I nostri risultati hanno implicazioni importanti per capire la patogenesi delle malattie correlate all'APOE e per progettare terapie basate su meccanismi che puntano l'APOE", concludono i ricercatori.

 

 

 


Fonte: Mayo Clinic via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Chia-Chen Liu, ..., Guojun Bu. APOE3-Jacksonville (V236E) variant reduces self-aggregation and risk of dementia. Science Translational Medicine, 29 Sep 2021, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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