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Oltre il 95% della popolazione mondiale ha problemi di salute e oltre un terzo ha più di cinque malattie

Solo una persona su 20 in tutto il mondo (4,3%) non aveva problemi di salute nel 2013, e un terzo della popolazione mondiale (2,3 miliardi di individui) viveva con più di cinque disturbi, secondo una nuova importante analisi eseguita dallo studio Global Burden of Disease (GBD) 2013, pubblicato su The Lancet.


Inoltre, la ricerca dimostra che la proporzione di anni di vita in buona salute persi (disability-adjusted life years - DALY [1]), a causa di malattie (piuttosto che per morte) è passata da circa un quinto (21%) nel 1990 a quasi un terzo (31%) nel 2013 in tutto il mondo.


Con la crescita della popolazione mondiale e l'aumento della percentuale di anziani, il numero di persone che vivono in salute non ottimale è destinato a salire rapidamente nei prossimi decenni, avvertono gli autori. I risultati provengono dall'analisi più grande e dettagliata fatta finora in tutto il mondo per quantificare livelli, modelli e tendenze di cattiva salute e disabilità tra il 1990 e il 2013.


Negli ultimi 23 anni, le principali cause di perdita di salute non hanno subito variazioni. Lombalgia, depressione, anemia sideropenica (deficit di ferro), dolore al collo, e perdita di udito legata all'età hanno portato alla più grande perdita complessiva di salute in tutto il mondo misurata in termini di anni vissuti con disabilità (Years Lived with Disability - YLD), ovvero il tempo trascorso con salute meno che ottimale [2] sia nel 1990 che nel 2013.


Nel 2013 i disturbi muscolo-scheletrici (cioè soprattutto male al fondo schiena, dolore al collo e artrite) e i disturbi mentali e da abuso di sostanze (prevalentemente depressione, ansia, e disturbi da uso di droga e alcol) hanno rappresentato quasi la metà di tutti i danni alla salute in tutto il mondo.


È importante sottolineare che i tassi di disabilità stanno calando molto più lentamente dei tassi di mortalità. Per esempio, mentre l'aumento del tasso di diabete è stato di circa il 43% negli ultimi 23 anni, il tasso di mortalità per diabete è aumentato solo del 9%.


"Il fatto che la mortalità sta diminuendo più velocemente della prevalenza di malattie e infortuni non fatali è un'ulteriore prova dell'importanza di prestare attenzione all'aumento di perdita di salute per queste cause principali di disabilità, e non semplicemente concentrarsi sulla riduzione della mortalità", [3] dice Theo Vos, autore principale e professore di sanità globale all'Institute of Health Metrics and Evaluation della University of Washington in USA.


Lo studio GBD 2013 Disease and Injury Incidence and Prevalence Collaborators ha analizzato 35.620 fonti di informazione su malattie e lesioni di 188 paesi tra il 1990 e il 2013 per rivelare l'onere sostanziale dei disturbi invalidanti e il peso complessivo per i sistemi sanitari causato da 301 malattie e lesioni acute e croniche, nonché da 2.337 conseguenze sulla salute (sequele) che derivano da uno o più di questi disturbi.


I principali risultati includono:

  • Nel 2013, lombalgia e depressione grave si sono classificate tra i primi dieci contributori alla disabilità di ogni paese, causando più perdita di salute di diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva e asma combinate.

  • A livello mondiale, il numero di persone con più di una malattia è aumentato rapidamente sia con l'età che in termini assoluti tra il 1990 e il 2013. Nel 2013, circa un terzo (36%) dei bambini di 0-4 anni nei paesi sviluppati non avevano nessun disturbo, rispetto al mero 0,03% degli over-80. Inoltre, il numero di individui con più di dieci disturbi è aumentato del 52% tra il 1990 e il 2013.

  • Otto cause di disturbi cronici (per lo più malattie non trasmissibili) hanno colpito più del 10% della popolazione mondiale nel 2013: carie nei denti permanenti (2,4 miliardi), mal di testa da tensione (1,6 miliardi), anemia sideropenica (1,2 miliardi), caratteristiche di deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (1,18 miliardi), perdita di udito legata all'età (1,23 miliardi), herpes genitale (1,12 miliardi), emicrania (850 milioni) e ascaridiasi (800 milioni; nematode intestinale gigante).

  • Il numero di anni vissuti con disabilità è aumentato negli ultimi 23 anni a causa della crescita della popolazione e dell'invecchiamento (da 537,6 milioni a 764,8 milioni), mentre il tasso (standardizzato per età per 1000 abitanti) è diminuito a mala pena tra il 1990 e il 2013 (da 115‰ a 110‰).

  • Le cause principali della crescita del numero di anni vissuti con disabilità erano i disturbi muscolo-scheletrici, quelli mentali e l'abuso di sostanze, i disturbi neurologici, e le condizioni respiratorie croniche. L'HIV/AIDS è stato un fattore chiave del crescente numero di anni vissuti con disabilità nell'Africa sub-sahariana.

  • C'è stato anche un aumento sorprendente della perdita di salute associata al diabete (aumento del 136%), all'Alzheimer (incremento del 92%), alla cefalea da abuso di farmaci (incremento del 120%), e all'osteoartrite (incremento del 75%).

  • Nell'Europa centrale, le cadute provocano una quantità sproporzionata di disabilità e oneri sanitari, essendo diventate la seconda causa di disabilità in 11 di quei 13 paesi. In molte nazioni caraibiche i disturbi d'ansia sono più alti nella classifica, e il diabete è stato il terzo più grande contributore alla disabilità in Messico, Nicaragua, Panama e Venezuela. La disabilità da guerre precedenti e da conflitti era il contributore principale alla perdita di salute in Cambogia, Nicaragua, Rwanda, e al secondo posto in Vietnam.


Secondo il professor Vos, "le cause maggiori e prevenibili della perdita di salute, in particolare i gravi disturbi muscolo-scheletrici e i disturbi mentali e del comportamento, non hanno ricevuto l'attenzione che meritano. Affrontare questi problemi richiede un cambiamento delle priorità sanitarie in tutto il mondo, non solo per mantenere in vita le persone in età avanzata, ma anche per mantenerle sane".[3]

 

 

NOTE:

Questo studio è stato finanziato dalla Fondazione Bill & Melinda Gates Foundation.

[1] Gli anni di vita in buona salute persi sono misurati in termini di anni di vita adattati alla disabilità (DALY). Questi sono elaborati combinando il numero di anni di vita persi a causa della morte precoce con il numero di anni vissuti con disabilità.

[2] anni vissuti con disabilità (YLD) calcolati combinando la prevalenza (proporzione della popolazione con il disordine in un dato anno) con la valutazione della opinione pubblica della gravità della perdita di salute (peso della disabilità).

[3] citazioni dirette dell'autore non presenti nel testo dell'articolo.

 

 

 


Fonte: The Lancet via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Global Burden of Disease Study 2013 Collaborators. Global, regional, and national incidence, prevalence, and years lived with disability for 301 acute and chronic diseases and injuries in 188 countries, 1990–2013: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2013. The Lancet, 2015 DOI: 10.1016/S0140-6736(15)60692-4

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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