Le persone che studiano o curano l'Alzheimer (AD) e il suo primo stadio clinico, il decadimento cognitivo lieve (MCI), si concentrano su problemi evidenti di memoria a breve termine.
Ma un nuovo studio suggerisce che le persone che sono sulla strada dell'Alzheimer in realtà possono avere molto presto problemi nell'elaborazione delle informazioni semantiche e di quelle basate sulla conoscenza, fatto che potrebbe avere implicazioni molto più ampie nel funzionamento dei pazienti nella loro vita.
Terry Goldberg (foto), PhD, professore di psichiatria e scienze del comportamento del Hofstra North Shore-LIJ School of Medicine e direttore della neurocognizione al Litwin Zucker Center for Research in Alzheimer's Disease and Memory Disorders al The Feinstein Institute for Medical Research di Manhasset/NY, ha detto che i medici osservano altri tipi di problemi cognitivi nei pazienti con MCI, ma nessuno li ha mai studiati in maniera sistematica.
Molti esperti hanno notato individui che sembrano perplessi anche davanti al compito più semplice. In questo ultimo studio, pubblicato nel numero di questo mese del Journal of Psychiatry, i ricercatori hanno utilizzato una serie intelligente di test per misurare la capacità di una persona di elaborare le informazioni semantiche. Le persone con MCI hanno problemi di accesso a diversi tipi di conoscenza? Ci sono menomazioni semantiche evidenti che non sono state notate prima? La risposta è "sì".
Nel predisporre il test del sistema di elaborazione semantica, il dottor Goldberg e i suoi colleghi avevano bisogno di un compito che non comportasse una risposta verbale, che non farebbe che confondere le cose e rendere più difficile l'interpretazione dei risultati. Hanno deciso di usare la dimensione per verificare la capacità di una persona di usare le informazioni semantiche per dare giudizi tra due gruppi concorrenti di fatti. "Se si chiede a qualcuno se è più grande una chiave o una formica, la risposta sarebbe più lenta di quella alla domanda se è più grande una chiave o una casa", ha spiegato il dottor Goldberg. Maggiore è la differenza di dimensioni tra due oggetti, più velocemente una persona (normale o no) può riconoscere la differenza e reagire alla domanda.
Per i test i ricercatori hanno avuto 25 pazienti con MCI, 27 pazienti con Alzheimer e 70 persone cognitivamente normali. Hanno trovato grandi differenze tra i controlli sani e i pazienti con MCI e Alzheimer. "Questo risultato suggerisce che l'elaborazione semantica è danneggiata", ha detto il dottor Goldberg. "I pazienti con MCI e Alzheimer sono veramente colpiti quando viene loro chiesto di rispondere a un compito con differenze di piccole dimensioni".
Hanno poi riproposto il compito, mostrando le immagini di una piccola formica e una grande casa o una formica grande e una piccola casa. Questa volta, i pazienti con MCI e AD non hnno avuto problemi con la prima parte del test - erano in grado di scegliere la casa, e non la formica, quando era chiesto loro che cosa era più grande. Ma se le immagini erano incongruenti (la formica sembrava grande come la piccola casa) erano confusi, rispondevano in modo non corretto o la risposta richiedeva più tempo. I pazienti con MCI funzionavano all'incirca in mezzo tra le persone sane e quelle con AD. "Quando la decisione è difficile, il loro tempo di reazione è più lento", ha detto.
Questo sistema semantico danneggiato ha un effetto sulle funzioni di tutti i giorni? Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno usato la scala UCSD Skills Performance Assessment [Valutazione di Prestazione delle Competenze], uno strumento utilizzato nei pazienti con MCI e AD utilizzato in genere per identificare i deficit funzionali nei pazienti con schizofrenia. Il test accerta la capacità di una persona di scrivere un assegno complesso o di organizzare una gita allo zoo in una giornata fredda. Questo è realmente un buon test per capire se qualcuno ha problemi con la conoscenza semantica.
L'elaborazione semantica ha sede nel lobo temporale sinistro. "Il sistema semantico è organizzato in reti che riflettono i diversi tipi di relazione o associazioni" hanno scritto i ricercatori nel loro studio. "Gli elementi e le conoscenze semantiche vengono acquisite nel passato, spesso con molte ripetizioni, e non riflettono l'apprendimento recente". Il Dr. Goldberg dice che la scoperta è di fondamentale importanza perché può essere possibile rafforzare queste connessioni di elaborazione semantica attraverso la formazione. "Ci dice che qualcosa sta rallentando il paziente e non è la memoria episodica, ma la memoria semantica", ha detto.
I ricercatori continueranno a studiare questi pazienti nel tempo, per vedere se questi problemi semantici peggiorano con l'avanzare della malattia.
In un editoriale di accompagnamento, David P. Salmon, PhD, del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università della California di San Diego, ha detto che il "deficit di memoria semantica dimostrato da questo studio aumenta la fiducia per la crescente percezione che nei pazienti con lieve compromissione cognitiva amnestica avviene un declino sottile in questo dominio cognitivo. Poiché il compito pone richieste minime sul faticoso processo di recupero, recupero della parola palese, o produzione del linguaggio, esso suggerisce anche che questo deficit è dovuto ad una perdita precoce e graduale di integrità della conoscenza semantica".
Egli ha aggiunto che "un secondo aspetto importante di questo studio è la dimostrazione che la diminuizione di memoria semantica nei pazienti con decadimento cognitivo lieve può contribuire ad un declino nella capacità di svolgere le attività abituali della vita quotidiana".
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Fonte: Materiale del North Shore-Long Island Jewish Health System.
Riferimento: Brady C. Kirchberg et al. Semantic Distance Abnormalities in Mild Cognitive Impairment: Their Nature and Relationship to Function. American Journal of Psychiatry, 2012; 169 (12): 1275 DOI: 10.1176/appi.ajp.2012.12030383.
Pubblicato in ScienceDaily il 28 Dicembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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