Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come ritardare invecchiamento e demenza con il potere del pensiero positivo

Come ritardare invecchiamento e demenza con il potere del pensiero positivoNathan a cavallo sulla strada per Masbate. Foto: Viswa Nathan/Facebook

Le persone che sono positive verso l'invecchiamento hanno un rischio minore di demenza rispetto ai loro coetanei negativi. Se sono attivi e hanno una buona vita sociale probabilmente vivranno anche più a lungo.


Viswa Nathan, è la prova vivente di ciò. Egli non è il tipico 81enne. Come ex direttore dello Standard di Hong Kong (ora The Standard) dal 1974 al 1980, lavora ancora come giornalista e consulente dei servizi di media.


Ha una vita sociale attiva e si diverte con un whisky o due con gli amici quando esce (frequenta abitualmente l'Hong Kong Foreign Correspondents Club). È in forma come un violino e non soffre di condizioni mediche legate all'età. E, oltre a scrivere e modificare manoscritti, il residente di Hong Kong è anche coinvolto nello sviluppo di una fattoria a Masbate, nelle Filippine, dove è nata sua moglie.


A differenza di molte persone della sua età e più giovani, Nathan non si preoccupa di invecchiare. "Non ho mai avuto un atteggiamento negativo nei confronti dell'invecchiamento", dice. "Sono un ottimista e lo sono sempre stato. La vita è preziosa e piena di possibilità e credo che ci sia chiesto di goderne ogni secondo".


Il modo in cui pensiamo e parliamo di invecchiamento è importante. La ricerca ha dimostrato che le persone che pensano positivamente al proprio processo di invecchiamento sono più felici e tendono a vivere più a lungo delle persone che temono di invecchiare.


Ma un nuovo studio della Yale School of Public Health ha scoperto un altro vantaggio di pensare positivamente all'invecchiamento: riduce il rischio di demenza, un termine ampio che descrive numerose condizioni relative al declino delle funzioni cognitive.


La demenza, malattia progressiva e irreversibile, è caratterizzata da perdita di memoria, deterioramento delle capacità motorie, cambiamenti negativi nel comportamento sociale e difficoltà nel pensare, nel risolvere i problemi o nel linguaggio. L'Alzheimer è la forma più comune di demenza.


Lo studio, pubblicato a febbraio sulla rivista PLoS One, ha esaminato 4.765 anziani "senza demenza" con un'età media di 72 anni. Ha scoperto che le credenze positive che circondano la vecchiaia avevano un effetto protettivo sul cervello. I partecipanti che avevano pensieri positivi sull'invecchiamento avevano un rischio inferiore del 43,6% di sviluppare demenza in quattro anni rispetto a quelli con credenze negative.


Il pensiero positivo sull'invecchiamento ha provato di dare benefici anche a coloro che erano geneticamente predisposti alla condizione. Del numero totale di partecipanti, il 26% era portatore della variante ε4 del gene APOE, che li espone ad un rischio più elevato di sviluppare demenza. Quelli di questo gruppo che avevano credenze positiva sull'età avevano un rischio inferiore del 49,8% di sviluppare la malattia rispetto ai loro coetanei ad alto rischio che avevano credenze negative sull'età.


Per quanto impressionanti siano i risultati, è importante ricordare che la demenza è associata a una varietà di fattori. Sarebbe scorretto dire che pensare positivamente all'invecchiamento è tutto ciò che si deve fare per ridurre il rischio di demenza.


Il dott. Kevin Tsang, specialista in medicina geriatrica al Matilda International Hospital, afferma:

"È una soluzione o una spiegazione troppo semplicistica. Il pensiero positivo è soggettivo e difficile da misurare, quindi non posso dire che aiuti a prevenire la demenza. Penso che quando si tratta di proteggere te stesso dalla condizione, è più importante guardare le tue abitudini di salute fisica e lo stile di vita. Se vuoi minimizzare il rischio, dovresti sforzarti di avere uno stile di vita sano e attivo".


Avere uno stile di vita sano e attivo significa smettere di fumare, limitare l'alcol, perdere peso se sei sovrappeso o obeso, fare esercizio regolarmente e seguire una dieta nutriente ed equilibrata. È anche essenziale avere una vita sociale e impegnarsi nella tua comunità, dal momento che studi precedenti hanno trovato un'associazione tra una rete sociale limitata e il declino cognitivo.


Con il numero di diagnosi di demenza a Hong Kong che dovrebbe raggiungere le 250 mila entro il 2036, rispetto alle 70 mila del 2014, è bene sapere che il potere di proteggersi dalla demenza è nelle tue mani.


Sebbene non creda di poter dedurre molto dallo studio di Yale, Tsang afferma che avere un atteggiamento più positivo verso l'invecchiamento non può far male:

"L'ottimismo è una buona cosa, soprattutto se sei anziano, perché una mentalità positiva può migliorare la qualità della tua vita e ridurre lo stress. Inoltre, può proteggere dalla depressione e dall'ansia, entrambi associati alla demenza. Ma, devi ricordare che il pensiero positivo non è una terapia provata per la demenza".


Nathan attribuisce la sua eccellente qualità di vita e la salute fisica e mentale alla sua visione positiva, e dice:

"Invecchiare è davvero uno stato mentale. Non penso che vada bene una prospettiva desolante sull'invecchiamento. Sono ottimista e mi circondo di persone che la pensano allo stesso modo. Mia moglie, ad esempio, ha un'influenza positiva nella mia vita, e adoro stare con gli amici che mi fanno ridere e con cui posso condividere battute e discutere varie questioni.

"Credo anche di avere cose per cui essere felice ed entusiasta, ed è per questo che sono sempre alla ricerca di nuove sfide e modi per interagire con la comunità. Avere un atteggiamento positivo aiuta davvero. Conosci quella canzone di Louis Armstrong, What a Wonderful World? È più o meno come io vedo la vita".

 

 

 


Fonte: Sasha Gonzales in South China Morning Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.