Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Caregiver di Alzheimer: quando il tuo caro ha bisogno dell'hospice

Quando una persona cara ha l'Alzheimer ci sono cinque situazioni con le quali è particolarmente difficile venire a patti: (1) quando è il momento di trasferire la persona in una struttura, (2) se la persona trova un nuovo interesse amoroso, (3) quando la persona non parla più, (4) quando la persona non ti riconosce più, e (5), quando è il tempo di impegnare i servizi di assistenza hospice. In questo articolo esamineremo quest'ultimo caso.


La necessità di coinvolgere l'hospice può essere estremamente difficile e anche deprimente. E' comune soffermarsi sui pensieri oscuri della morte imminente. Alcune famiglie ritardano l'hospice perché li costringerebbe a riconoscere che la fine è vicina e semplicemente non riescono ad affrontarlo.


La stessa parola 'hospice' può far paura. Perché in realtà significa che la fine è vicina. Uno è sul punto di perdere il suo caro, per quanto la relazione possa essere difficile o meravigliosa. Alcuni caregivers sperimentano quello che viene chiamato 'dolore anticipatorio'. Cominciano cioè ad affliggersi per la morte di una persona prima ancora che l'individuo muoia.


I caregiver dovrebbero prendere in considerazione una consulenza che li aiuta a far fronte. La maggior parte delle organizzazioni di hospice [in USA] ha programmi di consulenza per familiari o amici.


I caregiver devono ricordare che i loro cari possono non essere consapevoli che la morte si sta avvicinando. Per converso, ci sono persone con Alzheimer che possono, a un certo livello, percepire che la fine è vicina. In entrambi i casi, la sofferenza del caregiver è reale. Ma c'è ancora la possibilità di avere un bel rapporto e di godersi la vita con la persona amata, fino alla fine. Ciò richiede l'accettazione intenzionale, nonché la gratitudine per avere avuto una vita condivisa con la persona.


Ecco la mia esperienza personale nel trovare un modo per accettare l'hospice. All'inizio lo rifiutavo. Anche se il team medico del mio compagno di vita mi ha detto che era probabile che Ed sarebbe deceduto entro sei mesi, ho continuato a credere e comportarmi come se dovesse vivere un altro anno o due, o anche di più.


Alla fine ho superato il rifiuto e ho deciso di prendere almeno in considerazione l'hospice per Ed. Tuttavia, mi sono sentita come se stessi firmando la sua condanna a morte. Sapevo che era ridicolo, ma è così che mi sentivo. Ho ritardato la chiamata all'hospice per settimane, dicendomi che Ed non ne aveva ancora bisogno del tutto.


La verità era che io non ero ancora in grado di affrontarlo. Vedendo quanto era debole e fragile Ed, mi sono finalmente sentita costretta ad agire. Ho consultato il dottor Doug Smucker, un medico di famiglia, collega all'Università di Cincinnati, che si è specializzato in assistenza nel fine-vita. Dopo aver risposto a tutte le mie domande, Doug mi ha guardato gentilmente e mi ha detto: "Sai, Marie, la vera domanda per il caregiver è 'come posso aiutare la persona ad avere la qualità di vita più alta possibile nel tempo che le rimane?' "


Questo ha cambiato completamente il mio pensiero in merito alla situazione. Mi ha dato un obiettivo nuovo e positivo: portare a Ed il massimo di felicità possibile. C'era qualcosa che potevo fare. E mi ha portato a pensare a tutte le cose speciali che avrei potuto fare per Ed: fargli visita più spesso, portare il mio piccolo Shih Tzu a trovarlo, ingaggiare un violinista classico a suonare solo per Ed nella sua stanza, leggere per lui il New York Times, e comprargli ancora altri piccoli animali di peluche che amava così tanto.


Dopo aver parlato con Doug, ho passato molte ore piacevoli a pensare ai modi speciali per portare piacere a Ed. Una volta che mi sono tolta dalla mente la sua morte incombente, siamo riusciti ad avere una conclusione bella, piacevole, lunga mesi, della nostra vita insieme.


Un'esperienza amorevole e confortevole di fine del ciclo di vita è certamente il motivo principale per portare la persona cara all'hospice. In realtà, la decisione di iscrivere una persona cara all'hospice significa tutto fuorché arrendersi. E' probabilmente l'azione più coraggiosa, altruista e compassionevole che si può fare una volta che la persona cara ha raggiunto la fase finale della vita.

 

 

 


Fonte: Marie Marley in Huffington Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.