Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Mini-cervelli' umani prodotti ​​in laboratorio possono aiutare a risolvere Alzheimer, Parkinson e autismo?

'Mini-cervelli' umani prodotti ​​in laboratorio possono aiutare a risolvere Alzheimer, cancro e autismo?Questo 'mini cervello' cresciuto in laboratorio comprende la maggior parte delle caratteristiche di un cervello fetale umano, compreso un gambo ottico e un'ansa nella regione medio-encefalica.

Un pioniere della medicina di Harvard lo definisce 'stupefacente': un "incredibile successo" e un "salto di qualità" nella battaglia contro Alzheimer, cancro, autismo e Parkinson.


Cosa sta succedendo? Gli scienziati della Ohio State University dicono di aver trovato un modo per far crescere l'equivalente genetico di un cervello umano embrionale quasi completo.


Tecnicamente, non sono proprio 'cervelli'. Si chiamano organoidi cerebrali, pezzi di tessuto umano coltivati in piastre di Petri da cellule della pelle. Questi piccoli elementi di tessuto, lunghi 2-3 millimetri, potrebbero aiutare i ricercatori a testare farmaci e altri trattamenti che possono aiutare a prevenire, combattere e forse anche curare alcune dei disturbi e malattie più devastanti del nostro tempo.


Oltre a Parkinson, autismo e Alzheimer, potrebbero anche portare a svelare i misteri della schizofrenia, dell'epilessia, delle lesioni cerebrali traumatiche e dei disturbi da stress post-traumatico. Milioni di persone soffrono di questi disturbi e malattie in tutto il mondo.


"L'idea di prendere le cellule della pelle, facendole tornare di nuovo a una fase basilare dello sviluppo e poi insegnare loro come trasformarsi in cellule che compongono il cervello è qualcosa che stiamo sognando da diverso tempo", ha detto alla CNN il responsabile medico Dr. Sanjay Gupta. "Ora [l'idea] è più vicina in modo esponenziale alla realtà. Inoltre, l'idea di utilizzare questi 'mini-cervelli' come banco di prova per le terapie potrebbe aiutare i medici a individuare i migliori trattamenti per singoli pazienti, al contrario dell'approccio una-taglia-va-bene-per-tutti che è spesso usato al giorno d'oggi".


Gli scienziati hanno prodotto organoidi con tessuto cerebrale in laboratorio per meno di un decennio.


Degli scienziati giapponesi sono stati tra i primi a indurre cellule di topi e di esseri umani a formare "palle stratificate che ricordano" una parte del cervello chiamata corteccia cerebrale, secondo la rivista scientifica Nature. Nel 2011, Madeline Lancaster, scienziato dell'Istituto di Biotecnologie Molecolari di Vienna, è riuscita a far crescere un cervello embrionale.


Il ricercatore biomedico Rene Anand della Ohio State ha detto che il lavoro della sua squadra è diverso perché "i nostri organoidi hanno la maggior parte delle parti del cervello. Farò un esempio: se si vuole studiare il Parkinson, è necessario il mesencefalo. Il meglio che posso dire di tutte le ricerche pubblicate sugli organoidi è che non hanno il mesencefalo. Noi abbiamo il mesencefalo e ci stiamo già muovendo per studiarlo".


Anand ha detto che ha fatto crescere organoidi che includono il 98% delle cellule presenti nel cervello di un feto umano di cinque settimane. "Penso che ci abbia sorpreso un pò tutti" ha detto alla CNN il Dr. Rudolph Tanzi (pioniere della ricerca di Alzheimer di Harvard). "I risultati sono assolutamente incredibili ... è un risultato incredibile".


Creare un cervello fetale che include tanti tipi diversi di cellule cerebrali comporta un "salto di qualità", ha detto Tanzi, che ha contribuito a scoprire tutti e tre i geni che causano Alzheimer famigliare ad insorgenza precoce, secondo la sua biografia di Harvard.


Anand ha detto che per il suo team è una "priorità alta" usare questa svolta per conoscere meglio l'Alzheimer. Nonostante tutta l'eccitazione, Anand si affretta a precisare che il progetto è ancora in una fase molto precoce. "Prima lo commercializziamo e lo rendiamo un modello disponibile, prima chiunque altro può entrarci e usarlo per risolvere questi problemi".


Gli organoidi cerebrali possono aiutare i ricercatori a trovare soluzioni chiave per alcuni sottotipi di autismo in 10 anni, ha detto Anand. "In questo momento, è come se stessimo scalando l'Everest e noi siamo al primo Campo Base", ha detto Anand. "Dobbiamo fermarci, organizzarci per l'ossigeno, e poi passare al punto successivo. Quindi, abbiamo ancora molta strada da fare".


Come ci si potrebbe aspettare, far crescere organoidi cerebrali umani comporta molte questioni grattacapo. Ecco le cinque più importanti:

1. Questo significa che gli scienziati possono far crescere una versione in miniatura del nostro "cervello?"

Una specie. Se un tecnico di laboratorio usasse alcune delle cellule della tua pelle, potrebbe far crescere un cervello embrionale organico che avrebbe il tuo materiale genetico. Potrebbe quell'organoide cerebrale  essere sviluppato diventando un cervello completamente cresciuto? No, questo non è ancora possibile. Un cervello completamente cresciuto avrebbe bisogno di un sistema vascolare e di altre parti prima che possa corrispondere alla definizione ufficiale di cervello. "Non sono in grado di crescere oltre dove sono", ha detto Anand. "Non abbiamo alcuna intenzione di andare al di là di questo".

2. Come potrebbero esattamente contribuire a nuovi trattamenti gli organoidi cerebrali?

Gli scienziati li userebbero per simulare il cervello umano che si deteriora per l'Alzheimer o il Parkinson e poi studiare come reagiscono a trattamenti innovativi o farmaci appena sviluppati. "Dobbiamo ancora trovare un modo per accelerare l'invecchiamento di quel cervello, la patologia, per simulare una malattia come l'Alzheimer o il Parkinson", ha detto Tanzi.

3. E' possibile che gli organoidi cerebrali siano consapevoli?

No, ha detto Tanzi. Poiché questi tessuti non hanno alcun input. "Il cervello non funziona da solo. Il cervello ha bisogno di input sensoriali. Il cervello in un piatto non riceve input sensoriale. Dipendiamo dal nostro sistema sensoriale limitato, i nostri cinque sensi, per dare stimoli al cervello. Il cervello interpreta le informazioni e le integra. E poi mettiamo tutto ciò che sperimentiamo in un contesto sulla base delle informazioni che sono già memorizzate nel nostro cervello attraverso le sinapsi".

4. In teoria, questo potrebbe portare la ricerca a un futuro con macchine di intelligenza artificiale che hanno cervelli umanoidi?

Non è fuori del regno della possibilità, ha detto Tanzi. "Se qualcuno si immagina un giorno come mettere un cervello in una Intelligenza Artificiale che ha input sensoriali, quello è un ibrido IA con cervello organico. Allora questa è una storia completamente diversa. Quindi, si sta parlando di ciò che è stato trattato nei film di fantascienza scientifici. Ma vorrei dire che è molto lontano, se anche fosse possibile".

5. Quanto tempo servirà alla ricerca sull'organoide cerebrale per arrivare a una svolta?

"È necessario portare questo sistema in centinaia di laboratori che studiano le diverse malattie del cervello e permettere a tutti di provarlo. Nessun laboratorio singolo può farlo", ha detto Tanzi. "Possiamo dire 10 anni, ma se si mette quel sistema cerebrale e si replica nel laboratorio giusto, si potrebbe scendere a cinque anni. Bisogna che esperti che conoscono ogni malattia lavorino in quel sistema".

 

 

 


Fonte: Thom Patterson in CNN (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.