Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Socializzazione cruciale per i pazienti di Alzheimer e aiuta a de-stressare i loro caregiver

Quanto è importante la socializzazione per le persone con Alzheimer e per i loro caregiver?

socializing people playing bingo togetherImage by freepik.com

L'anno scorso, il dott. Vivek Murthy, chirurgo generale degli Stati Uniti, ha dichiarato che esiste un'epidemia di solitudine e isolamento sociale in tutto il paese. Nel suo rapporto, 'Orientamenti sugli effetti di guarigione della connessione sociale e della comunità', ha avvertito che circa la metà degli adulti statunitensi ha livelli notevoli di solitudine, che possono influenzare la salute fisica, mentale e della società.


Ha citato l'evidenza sostanziale che collega l'isolamento sociale e la solitudine a un declino cognitivo accelerato e a un aumento del rischio di demenza negli anziani. In più, la solitudine cronica e l'isolamento sociale possono aumentare il rischio di demenza di circa il 50% negli anziani.


La socializzazione ha un ruolo chiave nel promuovere la qualità della vita delle persone con morbo di Alzheimer (MA), in quanto l'isolamento può aumentare la progressione della malattia. E la socializzazione è altrettanto vitale per i caregiver.


La scrittrice Tia Walker una volta ha scritto: "Il caregiving spesso ci chiama ad affidarci all'amore, che non credevamo possibile". I caregiver di pazienti con MA o altra forma di demenza sanno tutto di quell'amore nel viaggio impegnativo della malattia. E anche loro hanno bisogno di socializzazione..


Secondo l'Alzheimer's Association, il 59% dei caregiver riferisce di avere livelli di stress alti o molto alti, il 44% ha ansia, il 20-30% ha depressione, il 38% classifica gli oneri fisici dell'assistenza come alti o molto alti, e il 74% riferisce preoccupazione per la propria salute a causa della cura di una persona con MA o altra demenza.


Più di 6 caregiver di MA su 10 (63%) prevedono di continuare ad avere responsabilità di cura per i successivi 5 anni rispetto a meno della metà dei caregiver di persone senza demenza (49%). Le esigenze del caregiving possono limitare la capacità di un caregiver di prendersi cura di se stesso.


I caregiver hanno bisogno di una tregua da queste responsabilità per evitare il burnout (=esaurimento psico-fisico), l'ansia, la depressione e/o il peggioramento delle condizioni di salute. Alti livelli di stress possono portare a reazioni emotive eccessive nel caregiving, mancanza generale di concentrazione e problemi di salute.


Fare pause regolari dal caregiving e godere di momenti con la famiglia e gli amici, frequentare concerti o vedere un film, cenare lontano da casa o passare del tempo con un buon amico o un parente, sono distrazioni che possono aiutare a ricaricare i caregiver e anche aiutarli a guadagnare una nuova prospettiva nella gestione della malattia dei loro cari.


Per le persone colpite, la socializzazione incoraggia l'autostima e li aiuta a essere meno ansiosi e a rimanere concentrati per periodi di tempo più lunghi. Per le persone colpite, la socializzazione aiuta a concentrarsi di più, rafforza il cervello e gestisce le emozioni, quindi la socializzazione supporta una buona salute del cervello con il suo effetto positivo su di esso.


Nel complesso, la socializzazione per le persone colpite può aiutare a recuperare un certo controllo dei propri pensieri, che a sua volta crea una sensazione generale di felicità e di migliore qualità della vita. Hanno quel desiderio di continuare il viaggio con quelli più vicini a loro, di avere una qualità della vita e di 'essere' le persone che sono sempre state e di sentirsi a proprio agio in ambienti sociali non minacciosi in cui gli altri li capiscono.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.