Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Dormirci sopra' aiuta davvero e altre 4 scoperte recenti sul sonno

Ventisei anni. Questa è approssimativamente la parte della nostra vita che passiamo dormendo. Gli scienziati stanno cercando di capire almeno dal tempo degli antichi greci perché trascorriamo così tanto tempo a dormire, ma fissare le funzioni esatte del sonno si è dimostrato un compito proprio difficile.


Negli ultimi dieci anni, c'è stata un'ondata di interesse da parte dei ricercatori sulla natura e la funzione del sonno. Nuovi modelli sperimentali accoppiati con progressi della tecnologia e delle tecniche analitiche ci permettono ora di guardare più in profondità all'interno del cervello addormentato. Ecco alcune delle più grandi scoperte recenti nella scienza del sonno.

 

1. Sappiamo di più sul sogno lucido

Lo studio neuroscientifico del sogno è ora diventato dominante, non più marginale. Dei ricercatori statunitensi, in uno studio del 2017, hanno svegliato i partecipanti a intervalli regolari durante la notte e hanno chiesto cosa stava attraversando la loro mente prima del suono della sveglia. A volte i partecipanti non riuscivano a ricordare alcun sogno.


Il team ha quindi esaminato ciò che accadeva nel cervello del partecipante alcuni momenti prima che si svegliasse. Il richiamo dei partecipanti sul contenuto dei sogni era associato ad una maggiore attività nella zona calda posteriore (posterior hot zone), un'area del cervello strettamente legata alla consapevolezza cosciente. I ricercatori sono riusciti a prevedere la presenza o l'assenza di esperienze da sogno monitorando questa zona in tempo reale.


Un altro entusiasmante sviluppo nello studio dei sogni è la ricerca sui sogni lucidi, in cui sei consapevole che stai sognando. Uno studio del 2021 ha stabilito una comunicazione a due vie tra un sognatore e un ricercatore. In questo esperimento, i partecipanti comunicavano al ricercatore cosa stavano sognando muovendo gli occhi in uno schema concordato.


Il ricercatore citava problemi di matematica (cosa fa 8 meno 6?) e il sognatore poteva rispondere a questa domanda con movimenti oculari. I sognatori erano precisi, indicando che avevano accesso a funzioni cognitive di alto livello. I ricercatori hanno usato la polisonnografia, che monitora funzioni corporee come la respirazione e l'attività cerebrale durante il sonno, per confermare che i partecipanti dormivano.


Queste scoperte hanno entusiasmato i ricercatori sui sogni a proposito del futuro del 'sogno interattivo', come praticare un'abilità o risolvere un problema nei sogni.

 

2. Il nostro cervello riproduce i ricordi mentre dormiamo

Quest'anno segna il centenario della prima dimostrazione che il sonno migliora la memoria. Tuttavia, una revisione del 2023 delle ricerche recenti ha dimostrato che i ricordi formati durante il giorno vengono riattivati ​​mentre dormiamo. I ricercatori l'hanno scoperto usando tecniche di apprendimento automatico per 'decodificare' il contenuto del cervello addormentato.


Uno studio del 2021 ha scoperto che gli algoritmi di addestramento per distinguere tra ricordi diversi mentre siamo svegli consentono di vedere gli stessi modelli neurali riemergere nel cervello addormentato. Uno studio diverso, anch'esso del 2021, ha scoperto che più volte questi schemi riemergono durante il sonno, maggiore è il vantaggio della memoria.


In altri approcci, gli scienziati hanno riattivato alcuni ricordi riproducendo i suoni associati alla memoria in questione mentre il partecipante dormiva. Una meta-analisi del 2020 di 91 esperimenti ha scoperto che, quando la memoria dei partecipanti è stata testata dopo il sonno, si sono ricordati di più degli stimoli i cui suoni sono stati riprodotti durante il sonno, rispetto agli stimoli di controllo i cui suoni non sono stati riprodotti.


La ricerca ha anche dimostrato che il sonno rafforza la memoria per gli aspetti più importanti di un'esperienza, ristruttura i nostri ricordi per formare narrazioni più coerenti e ci aiuta a trovare soluzioni ai problemi su cui siamo bloccati. La scienza sta dimostrando che 'dormirci su' aiuta davvero.

 

3. Il sonno mantiene sana la nostra mente

Sappiamo tutti che la mancanza di sonno ci fa sentire male. Studi di laboratorio sulla deprivazione del sonno, in cui i ricercatori tengono svegli i partecipanti per tutta la notte, sono stati combinati con scansioni cerebrali di risonanza magnetica funzionale per dipingere un quadro dettagliato del cervello privato del sonno.


Questi studi hanno dimostrato che la mancanza di sonno interrompe gravemente la connettività tra diverse reti cerebrali. Questi cambiamenti includono una rottura della connettività tra le regioni cerebrali responsabili del controllo cognitivo e un'amplificazione di quelle coinvolte nella minaccia e nell'elaborazione emotiva.


La conseguenza di ciò è che il cervello privato del sonno apprende peggio nuove informazioni, regola peggio le emozioni ed è incapace di sopprimere i pensieri intrusivi. La perdita del sonno potrebbe persino rendere meno probabile che tu aiuti altre persone. Questi risultati possono spiegare perché una qualità scadente del sonno è così onnipresente nella cattiva salute mentale.

 

4. Il sonno ci protegge dalle malattie neurodegenerative

Sebbene invecchiando dormiamo naturalmente meno, prove crescenti suggeriscono che i problemi del sonno sperimentati prima nella vita aumentano il rischio di demenza. L'accumulo di amiloide-β (Aβ), un prodotto di rifiuto metabolico, è uno dei meccanismi alla base del morbo di Alzheimer (MA). Di recente, è diventato evidente che il sonno profondo e indisturbato fa bene per eliminare queste tossine dal cervello.


La privazione del sonno aumenta il tasso di accumulo di Aβ in alcune parti del cervello coinvolte nella memoria, come l'ippocampo. Uno studio longitudinale pubblicato nel 2020 ha scoperto che i problemi del sonno erano associati a un tasso più elevato di accumulo di Aβ nei 4 anni successivi. In uno studio diverso, pubblicato nel 2022, i parametri del sonno hanno previsto il tasso di declino cognitivo nei partecipanti nei due anni successivi.

 

5. Possiamo progettare il sonno

La buona notizia è che la ricerca sta sviluppando trattamenti per ottenere un sonno notturno migliore e aumentare i suoi benefici. Ad esempio, la European Sleep Research Society e l'American Academy of Sleep Medicine raccomandano la terapia cognitivo- comportamentale per l'insonnia (CBT-I). La CBT-I funziona identificando pensieri, sentimenti e comportamenti che contribuiscono all'insonnia, che possono quindi essere modificati per favorire il sonno.


Nel 2022, un'app CBT-I è diventata la prima terapia digitale raccomandata dal National Institute for Health and Care Excellence come trattamento del SSN in Gran Bretagna. Questi interventi possono migliorare anche altri aspetti della nostra vita. Una meta-analisi del 2021 di 65 studi clinici ha scoperto che migliorare il sonno tramite CBT-I ha ridotto i sintomi di depressione, ansia, ruminazione e stress.

 

 

 


Fonte: Dan Denis (ricercatore Università di York) in The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)