Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il declino cognitivo post-operatorio dipende dalla reazione immunitaria, non dall'anestesia

Il declino cognitivo post-operatorio depende dal sistema immunitario, non dall'anestesiaLe cellule del sistema immunitario chiamate microglia marcate in nero.

Dopo aver subito un intervento chirurgico, i pazienti anziani spesso sperimentano una nebbia nel cervello che può durare per settimane o addirittura mesi. Per un certo tempo i ricercatori avevano pensato che questo declino cognitivo potesse essere causato dall'anestesia, ma prove crescenti suggeriscono che la causa più probabile è la maggiore infiammazione che segue l'intervento.


Ora un nuovo studio sui topi, eseguito da ricercatori della University of California di San Francisco suggerisce che infiammazione nel cervello e declino cognitivo dopo l'intervento sono attivati ​​da cellule immunitarie specializzate del cervello, chiamate microglia. Il team della UCSF ha scoperto che i topi che hanno avuto un farmaco orale sperimentale, che esaurisce temporaneamente le microglia prima di un'operazione, avevano molto meno probabilità di fallire un test di memoria diversi giorni dopo l'intervento, suggerendo un possibile nuovo approccio per prevenire la condizione negli esseri umani.


Lo studio, pubblicato ieri 6 aprile su JCI Insight, è stato condotto da Suneil Koliwad MD/PhD, assistente professore di medicina, e Mervyn Maze MD, professore di anestesia e assistenza perioperatoria alla UCSF. Koliwad studia le microglia da diversi anni, e Maze ha sviluppato il modello di topo che è stato usato per studiare gli effetti cognitivi della chirurgia.


“C'è un impatto sulla memoria nel topo modello, che rispecchia ciò che è stato osservato dagli studi sul deterioramento cognitivo post-chirurgico degli esseri umani, e noi possiamo mitigarlo con un trattamento che non riteniamo dannoso per l'animale”, ha detto Koliwad. “I topi a cui abbiamo esaurito le microglia prima dell'intervento chirurgico, ricordavano molto meglio dopo l'intervento chirurgico rispetto a quelli che non hanno ricevuto il farmaco. Inoltre, abbiamo trovato livelli molto più bassi di molecole infiammatorie nell'ippocampo, una regione del cervello che ha un ruolo chiave nella memoria”.

 

L'infiammazione eccessiva può innescare declino cognitivo dopo la chirurgia

Le operazioni chirurgiche nei pazienti anziani stanno diventando più comuni, e gli anestesisti ammettono sempre di più che il deterioramento cognitivo è un effetto collaterale comune dell'intervento chirurgico in questi pazienti. Alcuni studi negli ultimi anni hanno scoperto che oltre il 10% dei pazienti di chirurgia over 60 mostra un certo grado di deterioramento cognitivo tre mesi dopo l'intervento, anche se i criteri diagnostici per la condizione non sono ancora stati standardizzati, e le cause e i fattori di rischio sono ancora tutti da studiare.


In precedenza si riteneva che la disfunzione cognitiva post-operatoria fosse causata dall'anestesia profonda durante l'intervento chirurgico. Ma una crescente evidenza collega invece la condizione a una reazione infiammatoria nel cervello, che ora abbiamo capito che è una normale risposta ai traumi dei tessuti che si verificano in qualsiasi parte del corpo: anche interventi chirurgici lontani fisicamente dal cervello, come la sostituzione dell'anca, possono innescare questa risposta. Studi hanno dimostrato che quando questa infiammazione è eccessiva o troppo persistente, come può essere il caso degli anziani, la risposta normalmente protettiva può avere un impatto negativo sulla cognizione.


“Precedenti studi sulla infiammazione post-operatoria nel cervello si erano concentrati sul fatto che le cellule immunitarie circolanti invadono il cervello e contribuiscono al declino cognitivo”, ha detto Koliwad. “Sulla base della nostra nuova ricerca, ora sappiamo che proprio le microglia del cervello avviano e orchestrano questa risposta, compresa l'infiltrazione di cellule immunitarie periferiche e la perdita di memoria risultante”.

 

L'assenza temporanea delle microglia durante l'intervento chirurgico impedisce il declino cognitivo nei topi

Negli esperimenti condotti dai postdottorato Xiaomei Feng PhD e Martin Valdearcos PhD, i ricercatori hanno esaminato come la chirurgia influenza la cognizione nei topi le cui cellule microgliali sono state sperimentalmente esaurite. Normalmente, i topi addestrati in un compito di comportamento condizionato prima dell'intervento hanno prestazioni peggiori nel ricordare lo stesso compito tre giorni dopo l'operazione.


Quando i ricercatori hanno dato a 10 topi un trattamento farmacologico per ridurre i livelli di microglia a circa il 5% del normale per sette giorni prima dell'intervento chirurgico, hanno scoperto con sorpresa che gli animali sono stati completamente protetti da questa forma di declino cognitivo.


“Questo lavoro dimostra l'importanza centrale delle microglia come trasduttori del trauma chirurgico nella periferia”, ha detto Maze, Professore distinto di Anestesia nel Dipartimento di Anestesia e Assistenza Perioperatoria dell'UCSF. “Loro determinano le conseguenze infiammatorie e neurologiche a valle nel cervello”.


Il farmaco sperimentale utilizzato nello studio, PLX5622, è prodotto dalla Plexxikon Inc., una società biotech di Berkeley in California, e punta una molecola chiamata «fattore 1 recettore di stimolazione della colonia» (CSF1R), necessario alle microglia per sopravvivere e ricostituire o espandere il proprio numero.


E' importante notare che la deplezione delle microglia non è stata associata ad una ridotta guarigione della ferita chirurgica, o a livelli alterati di cellule e molecole immunitarie fuori del cervello, e i livelli di microglia sono tornati alla normalità due giorni dopo l'interruzione del trattamento PLX5622. Tuttavia, in questo studio i ricercatori UCSF non hanno verificato i potenziali effetti a lungo termine dell'esaurimento delle microglia oltre la settimana dopo l'intervento chirurgico.


“Il nostro piano è condurre più ricerca preclinica per esplorare il potenziale di questo approccio, nella speranza che alla fine possa dimostrare di essere clinicamente applicabile non solo nella chirurgia, ma anche in altre malattie che portano al declino cognitivo”, ha detto Koliwad.

 

 

 


Fonte: Jeff Norris in University of California San Francisco (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Reference: Suneil K. Koliwad et al. Microglia mediate postoperative hippocampal inflammation and cognitive decline in mice. JCI Insight, April 2017 DOI: 10.1172/jci.insight.91229

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)