Nella mitologia greca, Panacea è la dea dei rimedi e della guarigione universale. Si diceva che Panacea avesse un impacco, elisir o pozione con cui guariva i malati. Questo ha fatto nascere il concetto di panacea in medicina: una sostanza destinata a curare tutte le malattie.I giochi computerizzati per il cervello che sono pubblicizzati come un modo per contribuire a rafforzare l'intelligenza e prevenire la demenza potrebbero essere dei regali popolari a Natale quest'anno.
Ma ci sono poche prove scientifiche a sostegno di queste affermazioni commerciali, ha detto Xabier Beristain, MD, neurologo della Loyola University, che cura i pazienti con Alzheimer e altre forme di demenza.
"Questi giochi non sono una panacea", ha detto il dottor Beristain.
Gli esercizi per «Brain Training» [allenamento cerebrale] richiedono all'utente di eseguire alcuni compiti su un computer. Il Dr. Beristain ha detto che i giochi possono rendere l'utente più abile su alcuni limitati esercizi, ma ci sono poche prove che possano rendere l'utente più intelligente in generale o meno propenso a sperimentare un declino cognitivo.
Il Dr. Beristain ha detto che ci sono prove scientifiche più convincenti che il livello di istruzione, rimanere socialmente attivi e imparare un mestiere impegnativo (come la fotografia digitale, o una nuova lingua) possono migliorare la funzione cognitiva degli anziani.
"Anche fare esercizio fisico regolare è una parte importante del mantenimento della salute mentale e della memoria".
Il Dr. Beristain suggerisce anche di aderire ad una dieta sana con abbondanza di frutta, verdura, proteine magre, grassi sani e antiossidanti.
Una recente dichiarazione di consenso, firmata dai principali psicologi cognitivi e neuroscienziati, concludeva che "non ci sono prove scientifiche convincenti finora" che i giochi per il cervello riescano a ridurre o ad invertire il declino cognitivo. Inoltre, dice la nota, "dichiarazioni esagerate e fuorvianti sfruttano l'ansia degli anziani sull'imminenza del declino". La dichiarazione è stata emessa dal Stanford Center on Longevity in California e dall'Istituto Max Planck per lo Sviluppo Umano di Berlino.
Fonte: Loyola University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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