Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Strumento A.I. promette diagnosi più veloce e accurata di Alzheimer

Rilevando sottili differenze nel modo in cui i malati di Alzheimer usano il linguaggio, i ricercatori dello Stevens Institute of Technology hanno sviluppato un algoritmo di intelligenza artificiale (AI) che promette di diagnosticare con precisione il morbo di Alzheimer (MA) senza la necessità di costose scansioni o di test di persona.


Il software non solo riesce a diagnosticare il MA, a costi trascurabili, con oltre il 95% di precisione, ma è anche in grado di spiegare le sue conclusioni, permettendo ai medici di verificare l'esattezza della sua diagnosi.


“Questo è un vero e proprio passo avanti”, ha detto la creatrice dello strumento, K.P. Subbalakshmi, direttrice e fondatrice dello Stevens Institute of Artificial Intelligence e professoressa di ingegneria elettrica e informatica alla Facoltà di Ingegneria e Scienza. “Stiamo aprendo un nuovo entusiasmante campo di ricerca, rendendo molto più facile, nel fare la diagnosi, di spiegare ai pazienti perché l'AI è arrivata a quella conclusione specifica. Questo affronta l'importante questione della fiducia nei sistemi di AI in campo medico”.


Sappiamo da tempo che il MA può influenzare il linguaggio di una persona. Le persone con MA in genere sostituiscono i sostantivi con pronomi, dicendo per esempio "Era seduto su di essa", piuttosto che "Il ragazzo era seduto sulla sedia". I pazienti potrebbero anche usare circonlocuzioni scomode, dicendo “Il mio stomaco si sente male perché non ho mangiato” invece di dire semplicemente “ho fame”.


Progettando un motore di AI spiegabile, che usa meccanismi di attenzione e la rete neurale convoluzionale (una forma di AI che impara nel corso del tempo), la Subbalakshmi e i suoi studenti sono riusciti a sviluppare un software che non solo può identificare con precisione solo segni rivelatori ben noti del MA, ma può anche rilevare schemi linguistici sottili precedentemente trascurati.


La Subbalakshmi e il suo team hanno addestrato il loro algoritmo usando testi prodotti sia da soggetti sani che da malati di MA noti, mentre descrivevano un disegno di bambini intenti a rubare biscotti da un vaso. Usando strumenti sviluppati da Google, la Subbalakshmi e il suo team hanno convertito ogni singola frase in una unica sequenza numerica, o vettore, che rappresenta un punto specifico in uno spazio a 512 dimensioni.


Tale approccio permette anche di assegnare frasi complesse a un valore numerico concreto, rendendo più facile analizzare le relazioni strutturali e tematiche tra le frasi. Usando tali vettori con caratteristiche manuali (individuate da esperti in materia), il sistema AI ha gradualmente imparato a distinguere somiglianze e differenze tra le frasi pronunciate da soggetti sani o malati e, quindi, a determinare con notevole precisione quanto è probabile che un dato testo fosse prodotto da un malato di MA.


“Questo è assolutamente all'avanguardia”, ha detto la Subbalakshmi, che ha presentato il lavoro, in collaborazione con i dottorandi Mingxuan Chen e Wang Ning, il 24 agosto al 19th International Workshop on Data Mining in Bioinformatics al BioKDD. “Il nostro software AI è lo strumento diagnostico più accurato attualmente disponibile, e in più è anche spiegabile“.


Il sistema può anche incorporare facilmente nuovi criteri che possono essere identificati da altri gruppi di ricerca, in futuro, così che non potrà che essere più accurato nel corso del tempo. “Abbiamo progettato il nostro sistema in modo che sia modulare e trasparente”, ha spiegato la Subbalakshmi. “Se altri ricercatori individuano nuovi marcatori del MA, possiamo semplicemente collegarli nella nostra architettura per generare risultati ancora migliori”.


In teoria, i sistemi AI potrebbero un giorno diagnosticare il MA sulla base di qualsiasi testo, da una mail personale a un post nelle reti sociali. Prima, però, l'algoritmo dovrebbe essere allenato usando diversi tipi di testi prodotti da malati noti di MA, piuttosto che dalle descrizioni di immagini, e quel tipo di dati non è ancora disponibile.


“L'algoritmo in sé è incredibilmente potente”, ha detto la Subbalakshmi. “Siamo solamente limitati ai dati disponibili”.


Nei prossimi mesi, la Subbalakshmi spera di raccogliere nuovi dati che permetteranno di usare il suo software per diagnosticare i pazienti sulla base del parlato in lingue diverse dall'inglese. Il suo team sta anche esplorando i modi in cui le altre condizioni neurologiche (afasia, ictus, lesioni cerebrali traumatiche e depressione) possono influenzare l'uso del linguaggio.


“Questo metodo è sicuramente generalizzabile ad altre malattie”, ha detto la Subbalakshmi. “Acquisendo dati sempre migliori, saremo in grado di creare strumenti diagnostici precisi ed efficienti, anche per molte altre malattie”.

 

 

 


Fonte: Stevens Institute of Technology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.