Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Altre prove della teoria controversa sul ruolo dei virus nell'Alzheimer

L'analisi di grandi serie di dati provenienti da campioni cerebrali post-mortem di persone con e senza il morbo di Alzheimer (MA) ha dato nuove evidenze che le specie virali, in particolare gli herpes virus, potrebbero avere un ruolo nella biologia del MA. I ricercatori lo hanno scoperto sfruttando i dati delle banche del cervello e gli studi di coorte che fanno parte del consorzio Accelerating Medicines Partnership - Alzheimer's Disease (AMP-AD).


Gli autori hanno sottolineato il 21 giugno sulla rivista Neuron che le loro scoperte non dimostrano che i virus causano l'insorgenza o la progressione del MA, ma che le sequenze di DNA virali e l'attivazione di reti biologiche (i sistemi interconnessi di DNA, RNA, proteine ​​e metaboliti) possono interagire con aspetti molecolari, genetici e clinici del MA.


"L'ipotesi che i virus abbiano un ruolo nella malattia del cervello non è nuova, ma questo è il primo studio a fornire prove forti basate su approcci imparziali e su grandi set di dati che forniscono supporto a questa linea di indagine", ha detto Richard J. Hodes MD, direttore del National Institute on Aging. "Questa ricerca rafforza la complessità del MA, crea opportunità per esplorarlo in modo più approfondito e sottolinea l'importanza di condividere i dati liberamente e ampiamente tra la comunità di ricerca".


Il MA è un disturbo cerebrale irreversibile e progressivo che distrugge lentamente la memoria e le capacità di pensiero e, alla fine, la capacità di svolgere compiti semplici. Si stanno accumulando molte prove che indicano che questa perdita di funzionamento cognitivo è un mix di molti processi differenti della malattia nel cervello, piuttosto che uno solo, come l'accumulo di proteine ​​amiloide o tau. Identificare i collegamenti ai virus può aiutare i ricercatori a saperne di più sulle complicate interazioni biologiche coinvolte nel MA e portare potenzialmente a nuove strategie di trattamento.


Il gruppo di ricerca, che comprendeva esperti della Icahn School of Medicine del Mount Sinai di New York City e della Arizona State University di Phoenix, voleva inizialmente capire se i farmaci usati per trattare altre malattie possono essere riproposti per il MA. Hanno progettato il loro studio per mappare e confrontare le reti biologiche alla base del MA. Quello che hanno scoperto è che la biologia del MA è probabilmente influenzata da una complessa costellazione di fattori genetici virali e ospiti, aggiungendo che hanno identificato percorsi specifici e reti biologiche testabili.


"Le solide scoperte del team del Mount Sinai non sarebbero state possibili senza le risorse aperte di dati scientifici create dal programma AMP-AD, in particolare la disponibilità di dati genomici grezzi"
, ha dichiarato Suzana Petanceska PhD, responsabile del programma NIA, guida del Discovery Target AMP-AD e del progetto di validazione preclinica. "Questo è un grande esempio del potere della scienza aperta di accelerare la ricerca e la ricerca di replica".


I ricercatori hanno usato diversi strati di dati genomici e proteomici da diverse banche del cervello supportate dal NIA e da studi di coorte. Hanno iniziato la loro investigazione diretta su sequenze virali usando i dati della Banca del Cervello del Mount Sinai e sono riusciti a verificare le loro osservazioni iniziali con set di dati dello Studio degli Ordini Religiosi, del Progetto Memoria e Invecchiamento e della Banca del Cervello della Mayo Clinic.


Hanno poi incorporato ulteriori dati dal Emory Alzheimer's Disease Research Center per comprendere gli impatti virali sull'abbondanza proteica. Attraverso l'applicazione di sofisticati modelli per computer, i ricercatori hanno fatto diverse scoperte cruciali, tra cui:

  • Gli herpes virus umani 6A e 7 erano più abbondanti nei campioni di MA rispetto ai non-MA.
  • Esistono molteplici punti di sovrapposizione tra le interazioni virus-ospite e i geni associati al rischio di MA.
  • Diversi virus influenzano la biologia del MA attraverso domini come il DNA, l'RNA e le proteine.


Gli autori osservano che da decenni si suggeriscono e si studiano i ruoli importanti di microbi e virus nel MA. Dagli anni '80, centinaia di rapporti hanno associato il MA a batteri e virus. Questi studi combinati suggeriscono un contributo virale, ma non hanno spiegato come funziona la connessione.


Anche se i risultati attuali sono più specifici, non forniscono prove per modificare il modo in cui vengono valutati il ​​rischio e la suscettibilità, né la diagnosi e il trattamento del MA, hanno affermato gli autori. Al contrario, la ricerca dà agli scienziati la ragione di rivisitare la vecchia ipotesi patogena e sarà la base per ulteriori lavori che metteranno alla prova se l'attività del herpes virus è una delle cause del MA.

 

 

 


Fonte: Joe Balintfy in NIH/National Institute on Aging (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ben Readhead, Jean-Vianney Haure-Mirande, Cory C. Funk, Matthew A. Richards, Paul Shannon, Vahram Haroutunian, Mary Sano, Winnie S. Liang, Noam D. Beckmann, Nathan D. Price, Eric M. Reiman, Eric E. Schadt, Michelle E. Ehrlich, Sam Gandy, Joel T. Dudley. Multiscale Analysis of Independent Alzheimer’s Cohorts Finds Disruption of Molecular, Genetic, and Clinical Networks by Human Herpesvirus. Neuron, 2018; DOI: 10.1016/j.neuron.2018.05.023

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.