Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I metalli nel cervello possono aggravare l'Alzheimer? Piccolo studio dice di si

Il morbo di Alzheimer (MA) potrebbe essere trattato meglio, grazie a una scoperta rivoluzionaria sulle proprietà dei metalli nel cervello coinvolti nella progressione della condizione neurodegenerativa, ottenuta da una collaborazione internazionale di ricerca che comprende l'Università di Warwick.


La dott.ssa Joanna Collingwood, della Università di Warwick, ha fatto parte di un gruppo di ricerca che ha caratterizzato le specie di ferro associate alla formazione di placche di proteine ​​amiloidi nel cervello umano, i gruppi anormali di proteine ​​nel cervello. La formazione di queste placche è associata alla tossicità che provoca la morte di cellule e tessuti, portando a un deterioramento mentale nei pazienti di MA.


Il gruppo ha scoperto che nelle placche delle proteine ​​amiloidi del cervello con MA, sono presenti molte specie di ferro chimicamente ridotte, inclusa la proliferazione di un ossido di ferro magnetico chiamato magnetite, che non si trova di solito nel cervello umano. Il team aveva dimostrato in precedenza che questi minerali possono formarsi quando il ferro e la proteina amiloide interagiscono tra loro.


Grazie a capacità di misurazione avanzate in strutture con sincrotrone a raggi X in GB e negli USA, tra cui la beamline I08 del Diamond Light Source nell'Oxfordshire, il team ha ora prove dettagliate che questi processi hanno luogo nel cervello degli individui con MA. Hanno anche fatto osservazioni uniche sulle forme di minerali di calcio presenti nelle placche amiloidi.


Comprendere il significato di questi metalli sulla progressione del MA potrebbe portare a terapie future più efficaci che combattono la malattia alla radice.


La dott.ssa Joanna Collingwood, professore associato della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Warwick ed esperta in analisi di metalli in traccia, scansioni ad alta risoluzione e disturbi neurodegenerativi, ha commentato:

"Il ferro è un elemento essenziale nel cervello, quindi è fondamentale capire l'influenza della sua gestione nel MA. Le tecniche avanzate a raggi X che abbiamo usato in questo studio hanno prodotto un cambiamento radicale nel livello di informazioni che possiamo ottenere sulla chimica del ferro nelle placche amiloidi. Siamo entusiasti di avere queste nuove informazioni sull'influenza della placca amiloide sulla chimica del ferro nel cervello umano, poiché i nostri risultati coincidono con gli sforzi di altri per curare il MA con farmaci che modificano il ferro".


Il team, guidato da una collaborazione tra l'Università di Warwick e la Keele University e che comprende ricercatori dell'Università della Florida e dell'Università del Texas di San Antonio, ha fatto la sua scoperta estraendo nuclei di placca amiloide da due pazienti deceduti con diagnosi formale di MA. I ricercatori hanno analizzato i nuclei della placca usando la microscopia a raggi X all'avanguardia della Advanced Light Source di Berkeley (USA) e della beamline I08 al sincrotrone Diamond Light Source nell'Oxfordshire, per determinare le proprietà chimiche dei minerali al suo interno.


Hanno anche analizzato lo stato magnetico delle specie di ferro nelle placche per confermare la presenza di vari minerali di ferro tra cui la magnetite di ossido di ferro magnetico. Il team di ricerca propone che le interazioni tra ferro e amiloide che producono le specie di ferro chimicamente ridotte, inclusa la magnetite, possano spiegare la tossicità che contribuisce allo sviluppo e alla progressione del MA.

 

Reazioni allo studio

La dott.ssa Sara Imarisio, responsabile ricerca di Alzheimer's Research UK, ha dichiarato:

"Ci sono molte teorie su ciò che scatena i processi patologici del MA nel cervello, ed è molto probabile che sia causato da una combinazione di diversi fattori. Sappiamo che le placche amiloidi caratteristiche presenti nel cervello delle persone con MA contengono anche altri costituenti, il ferro è uno dei tanti. Non è ancora chiaro quale sia la rilevanza di ogni singolo componente nella formazione delle placche o nella progressione della malattia.

"Mentre questo studio ha delineato una tecnica di ricerca interessante, ha esaminato il cervello solo di due persone morte con MA molto avanzato, ed è molto difficile trarre conclusioni generali sulla malattia da questa ricerca. Applicare strumenti di ricerca nuovi e potenti in modo robusto è fondamentale per far progredire le nostre conoscenze scientifiche e gli studi futuri che utilizzano questo metodo potrebbero aiutarci a capire meglio le malattie come il MA".

Il prof. Martin Rossor, direttore nazionale ricerca sulla demenza del NIHR, degli Ospedali di University College London e professore di neurologia clinica, alla UCL, ha dichiarato:

"Questo è uno studio tecnicamente elegante che rivela forme anormali di ferro e calcio nelle placche amiloidi di due pazienti con MA. Ci sono molte diverse proteine ​​e metalli che si attaccano ai depositi anormali delle proteine ​​amiloidi e questo studio fa avanzare la nostra comprensione di questi. Tuttavia, non dimostra che questo è il meccanismo con cui muoiono le cellule cerebrali nella malattia. Si dovrà fare molto più lavoro per dimostrare che questo meccanismo è comune nel MA piuttosto che solo in due individui, e che è il ferro anomalo a causare un danno piuttosto essere un risultato della stessa malattia".

 

 

 


Fonte: University of Warwick (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: James Everett, Joanna F. Collingwood, Vindy Tjendana-Tjhin, Jake Brooks, Frederik Lermyte, Germán Plascencia-Villa, Ian Hands-Portman, Jon Dobson, George Perry, Neil D. Telling. Nanoscale synchrotron X-ray speciation of iron and calcium compounds in amyloid plaque cores from Alzheimer's disease subjects. Nanoscale, 2018; DOI: 10.1039/C7NR06794A

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.