Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuova speranza per trattamento di Alzheimer: le cellule staminali pluripotenti alla riscossa?

Neurons capillary outlinesNeuroni contorni capillariOltre 5 milioni di americani vivono con questa forma di demenza per la quale non esiste una cura. Assistere i pazienti con Alzheimer ha un costo stimato di oltre 200 miliardi di dollari l'anno, per non parlare dei costi incalcolabili ai familiari e ai caregivers.

La Conferenza Internazionale dell'Alzheimer's Association di quest'anno a Vancouver ha evidenziato il progresso nei sistemi sperimentali, diagnostici e dei trattamenti. Un rapporto particolarmente sorprendente è che il gruppo di Scott Noggle della New York Stem Cell Foundation (NYSCF) è riuscito a produrre in coltura cellule della pelle di pazienti con Alzheimer e le ha indotte a formare cellule cerebrali.


L'Alzheimer è una malattia progressiva, in cui alcune cellule del cervello chiamate neuroni colinergici del prosencefalo basale iniziano a morire. La causa esatta è sconosciuta, e, date le differenze tra i sintomi dei pazienti, ci sono probabilmente più patologie sottostanti.


Noggle ed i suoi colleghi hanno approfittato dei nuovi progressi nella tecnologia delle cellule staminali per cercare di capire come si manifesta l'Alzheimer. In primo luogo, hanno preso le cellule della pelle di 12 pazienti con Alzheimer ad esordio precoce e le hanno indotte a formare cellule staminali pluripotenti (iPS). Le cellule iPS hanno la capacità, con i giusti segnali chimici, di formare una qualsiasi cellula del corpo. Gli scienziati hanno poi istruito queste cellule iPS a formare cellule colinergici del prosencefalo basale, le cellule colpite dalla malattia.


Il fatto che le cellule sono state prelevate da 12 pazienti e da diversi individui sani significa che il gruppo di Noggle può ora esaminare i difetti genetici e fisiologici che causano la confusione, i comportamenti aggressivi, e la perdita di memoria a lungo termine, caratteristici dell'Alzheimer. Sapere come ciascuno dei 12 pazienti aveva progredito, permetterà agli scienziati di collegare i sintomi con i cambiamenti fisiologici a livello cellulare. Si tratta di una mossa innovativa, perchè finora era impossibile studiare le cellule cerebrali dei pazienti [in-vivo].


Non solo queste cellule rappresentano un prezioso strumento di ricerca, ma "le cellule AD derivate dal paziente si riveleranno preziose per i futuri progressi della ricerca", ha detto Susan Solomon, CEO di NYSCF. "Saranno uno strumento cruciale nel processo di scoperta di nuovi farmaci, poichè i potenziali farmaci potrebbero essere verificati direttamente su queste cellule". Ha anche sottolineato che questo lavoro ridurrà il numero dei test per farmaci effettuati su animali da laboratorio come topi e ratti.


Forse la conseguenza a valle più interessante di questo lavoro sarà comprendere i cambiamenti globali che portano alla perdita di neuroni, e, con tali informazioni, cambiare in meglio la vita di molti milioni di persone con demenza.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Katie Pratt, PhD in Brain Blogger il 10 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.