Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Approvato, solo per gli USA, il farmaco lecanemab per Alzheimer

Venerdì 6 gennaio, la statunitense Food and Drug Administration ha approvato il Leqembi (lecanemab) per il trattamento del morbo di Alzheimer (MA), attraverso il percorso di approvazione accelerata. Il Leqembi è il secondo di una nuova categoria di farmaci approvati per questa malattia che punta alla patofisiologia fondamentale della malattia. Questi farmaci rappresentano un importante progresso nella lotta in corso per trattare efficacemente il MA.


"Il MA rende incredibilmente inabilitante la vita di coloro che ne soffrono e ha effetti devastanti sui loro cari"
, ha dichiarato Billy Dunn MD, direttore dell'Ufficio Neuroscienze nel Centro Valutazione e Ricerca della FDA. "Questa opzione di trattamento è l'ultima terapia a puntare e influenzare il processo patologico sottostante la malattia, invece di trattarne solo i sintomi".


Il MA è un disturbo cerebrale irreversibile e progressivo che colpisce oltre 6,5 milioni di americani, distruggendo lentamente le loro capacità di memoria e pensiero e, infine, quella di svolgere compiti semplici. Mentre le cause specifiche non sono del tutto note, il morbo è caratterizzato da cambiamenti nel cervello, che comprendono le placche di amiloide-beta (Aβ) e i grovigli neurofibrillari di proteina tau, che portano alla perdita di neuroni e delle loro connessioni. Questi cambiamenti influenzano la capacità di una persona di ricordare e pensare.


Il Leqembi è stato approvato con il percorso di approvazione accelerata, in base al quale la FDA può approvare farmaci per condizioni gravi in cui c'è un bisogno medico insoddisfatto e si dimostra che un farmaco ha un effetto su un obiettivo surrogato che si presume ragionevolmente possa dare un beneficio clinico ai pazienti. Sono stati segnalati di recente i risultati di uno studio clinico randomizzato e controllato di Fase 3 che ha confermato il beneficio clinico del farmaco e l'agenzia prevede di ricevere presto i dati.


I ricercatori hanno valutato l'efficacia del Leqembi in uno studio in doppio cieco, controllato con placebo, a gruppi in parallelo e a ricerca della dose, su 856 pazienti con MA. Il trattamento è stato iniziato in pazienti con lieve deterioramento cognitivo o stadio lieve di demenza della malattia e ha confermato la presenza di patologia Aβ. I pazienti che ricevevano il trattamento hanno avuto una riduzione significativa dipendente dalla dose e dal tempo della placca Aβ; quelli che hanno ricevuto la dose approvata di lecanemab di 10 mg/kg ogni 2 settimane, hanno avuto una riduzione statisticamente significativa della placca Aβ cerebrale dal basale alla settimana 79 rispetto al gruppo di placebo, che non ha avuto alcuna riduzione della placca Aβ.


Questi risultati supportano l'approvazione accelerata del Leqembi, che si basa sulla riduzione osservata della placca Aβ, un marcatore del MA. La placca Aβ è stata quantificata con scansioni di tomografia a emissione di positroni (PET) per stimare i livelli cerebrali della placca Aβ in un insieme di regioni cerebrali che si prevede saranno ampiamente influenzate dalla patologia del MA, rispetto a una regione cerebrale che dovrebbe essere risparmiata da tale patologia.


Le informazioni di prescrizione per il Leqembi includono un avvertimento per le 'anomalie di scansione correlate all'amiloide' (ARIA, amyloid-related imaging anomalies), che sappiamo verificarsi con gli anticorpi di questa classe. Le ARIA di solito non hanno sintomi, sebbene in rari casi possono verificarsi eventi gravi e potenzialmente letali. Le ARIA si presentano di solito come gonfiore temporaneo in aree del cervello, che di solito si risolve nel tempo, e può essere accompagnato da piccoli punti di sanguinamento nel, o sulla superficie del cervello, sebbene alcune persone possano avere sintomi come mal di testa, confusione, vertigini, cambi di visione, nausea e convulsioni.


Un altro avvertimento per il Leqembi è per un rischio di reazioni correlate all'infusione, con sintomi simili a influenza, nausea, vomito e cambiamenti nella pressione sanguigna. Gli effetti collaterali più comuni del Leqembi sono stati le reazioni legate all'infusione, il mal di testa e le ARIA.


Come specificato nelle informazioni di prescrizione, il Leqembi è indicato per il trattamento del MA. L'etichetta afferma che il trattamento con Leqembi dovrebbe essere iniziato in pazienti con lieve decadimento cognitivo o stadio lieve di demenza della malattia, la popolazione in cui il trattamento è stato esaminato negli studi clinici. L'etichetta afferma inoltre che non esistono dati sulla sicurezza o sull'efficacia se si avvia il trattamento nelle fasi della malattia precedenti o successive a quelle studiate.

 

 

 


Fonte: US Food & Drug Administration (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)