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Una nuova ricerca eseguita da scienziati del Laboratorio di Biologia Molecolare del MRC in GB e dell'Università dell'Indiana (IU) ci offre la vista più dettagliata finora disponibile delle strutture proteiche tau presenti nell'Alzheimer.


Il team di scienziati del MRC, guidato da Michel Goedert MD/PhD e Sjors Scheres PhD, insieme a Bernardino Ghetti MD, Professore distinto dell'IU, e il Dr. Holly Garringer, Assistente Professore di Ricerca del Dipartimento di Patologia della IU, presentano per la prima volta la struttura ad alta risoluzione dei filamenti di tau del cervello di un paziente con una diagnosi confermata di Alzheimer.


Il dottor Ghetti ha dichiarato che questi risultati, pubblicati online il 5 luglio su Nature, rappresentano una delle scoperte più importanti degli ultimi 25 anni nel campo della ricerca sull'Alzheimer.


"Questo è un enorme passo avanti", ha detto il dottor Ghetti. "È chiaro che la tau è estremamente importante nella progressione dell'Alzheimer e di altre forme di demenza. Abbiamo ora enormi possibilità per progettare agenti terapeutici".


Le proteine ​​Tau sono un elemento di stabilizzazione nel cervello sano, ma quando diventano difettose le proteine ​​possono formare fasci di filamenti (o grovigli) considerati marcatori primari dell'Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative. Ma il dottor Ghetti ha dichiarato che i filamenti di tau sono invisibili al microscopio leggero, e senza immagini ad alta risoluzione che mostrano la loro struttura atomica, era stato difficile finora decifrare il loro ruolo nello sviluppo di queste malattie.


Ecco perché il team di ricerca ha usato una tecnica di scansione chiamata «microscopia crio-elettronica», che studia campioni a temperature molto basse, per vedere il dettagli a livello atomico nelle strutture di queste proteine. Il dott. Ghetti e il dott. Garringer hanno studiato molte aree del cervello e il DNA del paziente di Alzheimer per facilitare l'analisi delle proteine ​​tau mediante microscopia crio-elettronica.


Il dottor Ghetti ha affermato che le nuove immagini e analisi potrebbero aiutare gli scienziati a comprendere meglio i meccanismi molecolari che causano l'Alzheimer e a identificare nuove strategie per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento di questa e di altre malattie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: Indiana University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Anthony W. P. Fitzpatrick, Benjamin Falcon, Shaoda He, Alexey G. Murzin, Garib Murshudov, Holly J. Garringer, R. Anthony Crowther, Bernardino Ghetti, Michel Goedert, Sjors H. W. Scheres. Cryo-EM structures of tau filaments from Alzheimer’s disease. Nature, 2017; DOI: 10.1038/nature23002

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