Gli effetti collaterali associati a diversi farmaci comunemente prescritti per la demenza possono mettere gli anziani a rischio, dice Sudeep Gill professore di Geriatria della Queen's University.
Gli inibitori della colinesterasi (Aricept, Reminyl e Exelon) sono spesso prescritti per le persone con Alzheimer e demenze correlate perché aumentano il livello di una sostanza chimica nel cervello che sembra aiutare la memoria.
Anche se tali farmaci sono noti per provocare rallentamento nella frequenza cardiaca e episodi di svenimento, l'entità di questi rischi non è stato chiaro fino ad ora. "Questo è molto preoccupante, perché i farmaci sono venduti per contribuire a preservare la memoria e migliorare la funzionalità", dice il Dott. Gill (foto sopra), che è ricercatore da lungo tempo al Ministero della Sanità, e lavora al Providence Care's St. Mary's of the Lake Hospital di Kingston. "Ma per un sottogruppo di persone, l'effetto sembra essere l'esatto contrario".
In un ampio studio con dati dell'intera provincia, il dottor Gill e colleghi hanno scoperto che le persone che hanno usato gli inibitori della colinesterasi sono stati ospedalizzati per svenimento quasi il doppio di volte delle persone affette da demenza che non avevano assunto questi farmaci. I rallentamenti della frequenza cardiaca sono stati più frequenti del 69 per cento tra gli utenti degli inibitori della colinesterasi. Inoltre, le persone che assumono i farmaci per demenza hanno avuto un 49 per cento di maggiore probabilità di richiedere l'impianto dei un pacemaker permanente e un maggiore rischio del 18 per cento di fratture dell'anca.
Purtroppo, continua il dottor Gill, questa classe di farmaci è uno dei pochi trattamenti antidemenza efficaci oggi disponibili. Riconoscendo che questi farmaci hanno un ruolo importante nella gestione della demenza, suggerisce che le persone che hanno già un rischio più alto (per esempio, coloro che hanno avuto precedenti episodi di svenimento o frequenza cardiaca rallentata) possono decidere di chiedere ai loro medici di riesaminare se è il caso di prendere i farmaci.
I rallentamenti della frequenza cardiaca da parte degli inibitori della colinesterasi, se significativi, possono causare svenimenti e infortuni da caduta come una rottura dell'anca, spesso debilitante e talvolta fatale per gli anziani. Tuttavia, molti medici non sono a conoscenza del legame tra questi problemi e i farmaci anti-demenza, osserva il dottor Gill.
Se non è identificata l'associazione con i farmaci antidemenza, le persone che svengono possono ricevere la prescrizione di un pacemaker permanente: una procedura invasiva che può comportare gravi complicazioni per gli anziani. Sia le lesioni da caduta che i rischi da impianto di pacemaker sono "conseguenze a valle" del mancato riconoscimento di questo fenomeno indotto dai farmaci.
"Questo studio non suggerisce che i pazienti con demenza non devono assumere questi farmaci," dice il Dott. Gill. "E' fondamentale che i pazienti, gli operatori sanitari e i medici siano consapevoli dei potenziali effetti collaterali, e pesino questi rischi con attenzione a fronte degli effetti benefici potenziali".
I risultati sono pubblicati sulla rivista Archives of Internal Medicine. Il gruppo di ricerca comprende anche scienziati dell'Institute for Clinical Evaluative Sciences, dell'Università di Toronto e dell'Università di Harvard.
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Pubblicato in Alzheimer's Reading Room il 27 dicembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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