Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta nuova proteina legata all'Alzheimer

Dopo decenni di studio sul processo patologico che cancella i grandi volumi di memoria, gli scienziati del Feinstein Institute for Medical Research hanno scoperto che la molecola chiamata c-Abl, che ha un ruolo conosciuto nella leucemia, ha anche una mano nell'Alzheimer.

La scoperta, riportata nel numero del 14 giugno del Journal of Alzheimer's Disease, offre un nuovo bersaglio per lo sviluppo di farmaci che potrebbero allontanare il processo patologico della malattia.

Peter Davies, PhD, direttore del Centro di Ricerca di Alzheimer Litwin-Zucker del Feinstein Institute, ha cominciato a interessarsi della c-Abl quando ha scoperto che la proteina è coinvolta nelle placche e grovigli che affollano il cervello dei malati di Alzheimer.

La proteina c-Abl è una chinasi tirosina coinvolta nella differenziazione cellulare, nella divisione cellulare e nell'adesione delle cellule. Nei pazienti con leucemia mieloide cronica (LMC), la c-Abl è più alta nelle cellule B. L'inibizione della c-Abl con il farmaco anticancro Gleevec impedisce la divisione cellulare.

C'era molto di noto sulla c-Abl, quando il dottor Davies ha iniziato a pensare al possibile ruolo nell'Alzheimer. Stava osservando le chinasi che fosforilano la tau, la proteina che si accumula all'interno dei neuroni durante il processo della malattia. Il dottor Davies si è chiesto se la c-Abl attivata può iniziare il ciclo cellulare e uccidere le cellule adulte. Ha progettato lo studio per verificare questa idea e ha scoperto che l'attivazione del ciclo cellulare nel cervello adulto, danneggia le cellule.

In questo studio, i ricercatori hanno escogitato un modo ingegnoso per attivare la c-Abl nei neuroni dei topi adulti normali. Hanno acceso i geni umani c-Abl in due regioni diverse (l'ippocampo e la neocorteccia) di topi adulti e hanno scoperto una morte abbondante di cellule, soprattutto nell'ippocampo.

"Non c'è nemmeno bisogno di contare, si vedono chiaramente i fori negli strati di cellule dell'ippocampo," ha detto il dottor Davies. "E' stupefacente. Ancor prima che i neuroni muoiano, c'è una florida infiammazione".

Ha detto che il modello animale è ideale per testare i benefici di farmaci che spengono la c-Abl. Anche se il Gleevec funziona nella CML, non attraversa la barriera emato-cerebrale per cui non sarebbe utile. Il dottor Davies e i suoi colleghi sono alla ricerca di altri farmaci che inibiscono la c-Abl e possono entrare nel cervello. "Abbiamo un grande modello per testare i composti per l'Alzheimer. La regolazione della c-Abl farà la differenza per i pazienti? Non lo sapremo se non lo proviamo in [uno studio] doppio cieco".

I ricercatori stanno ora lavorando per capire il meccanismo della morte cellulare. Stanno inoltre indagando perché i maschi muoiono molto prima rispetto alle femmine (da 12 a 15 settimane rispetto alle 24-26 settimane). "E' un modello estremamente interessante", ha detto il Dott. Davies. "Se la c-Abl è importante, possiamo capire come funziona."

 


Pubblicato in LabSpaces.net il 24 maggio 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.