Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Obesità + invecchiamento legati ai segni dell'Alzheimer nel cervello

Un nuovo studio suggerisce che quando una persona che invecchia in modo normale segue una dieta ricca di grassi e ad alto contenuto di zuccheri (che porta all'obesità), può insorgere il morbo di Alzheimer (MA). Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che alcune aree del cervello rispondono in modo diverso ai fattori di rischio associati al MA. Lo studio è pubblicato in Physiological Reports.


Il MA, la forma più comune di demenza, è una malattia progressiva del cervello che porta alla perdita di capacità cognitive e della memoria, e provoca cambiamenti significativi nel comportamento. L'invecchiamento è un fattore di rischio significativo per il MA. Studi precedenti avevano suggerito che anche l'obesità da dieta è associata allo sviluppo della malattia.


I ricercatori della Brock University in Ontario (Canada), hanno esaminato gli effetti sulla segnalazione dell'insulina (il processo che dice al corpo come usare lo zucchero) di una dieta che induce l'obesità e i marcatori di infiammazione e stress cellulare.


Questi fattori sono coinvolti nella progressione del MA durante l'invecchiamento dei topi. Un gruppo di topi ha ricevuto una dieta ricca di grassi e zuccheri (HFS - High Fat & Sugar), mentre il gruppo di controllo ha seguito una dieta normale. I ricercatori hanno misurato l'infiammazione degli animali e i livelli di stress nell'ippocampo e nella corteccia prefrontale nel cervello dopo 13 settimane di dieta assegnata.


Hanno confrontato il cervello dei topi anziani con quelli di un gruppo più giovane di topi con dieta normale. L'ippocampo è vicino al centro del cervello ed è responsabile della memoria a lungo termine. La corteccia prefrontale, nella parte anteriore del cervello, supervisiona la complessa funzione cognitiva, emotiva e comportamentale.


Rispetto al gruppo di controllo, il gruppo HFS presentava marcatori significativamente più elevati di infiammazione, insulino-resistenza (segnalazione alterata) e stress cellulare in aree dell'ippocampo che si pensa siano coinvolte nella progressione del MA. La regione della corteccia prefrontale del gruppo HFS ha mostrato più segni di resistenza all'insulina, ma l'infiammazione e i marcatori di stress cellulare non sono cambiati. I ricercatori hanno scritto che "le differenze specifiche della regione tra la corteccia prefrontale e l'ippocampo in risposta all'invecchiamento con una dieta HFS indicano che la patologia della malattia non è uniforme in tutto il cervello".


Anche i livelli di infiammazione del gruppo di controllo erano aumentati dopo l'esperimento, rispetto alle letture di base. Questi risultati supportano la teoria secondo cui l'invecchiamento da solo ha un ruolo nella progressione del MA e l'obesità esaspera gli effetti dell'invecchiamento sulla funzione cerebrale.


"Questo studio fornisce nuove informazioni in relazione al legame meccanicistico tra obesità e passaggio dall'età adulta alla mezza età e la segnalazione di cascate che possono essere correlate alla patologia del MA più avanti nella vita"
, ha scritto il team di ricerca. "Questi risultati si aggiungono alla nostra comprensione di base dei percorsi coinvolti nella progressione precoce della patogenesi del MA e dimostrano gli effetti negativi di una dieta HFS sia nella corteccia prefrontale che nelle regioni ippocampali".

 

 

 


Fonte: Brock University via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bradley J. Baranowski, Kirsten N. Bott, Rebecca E. K. MacPherson. Evaluation of neuropathological effects of a high‐fat high‐sucrose diet in middle‐aged male C57BL6/J mice. Physiological Reports, published 11 June 2018, DOI 10.14814/phy2.13729

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)