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Come si collega il matrimonio a un rischio più basso di demenza?

Secondo una ricerca pubblicata lo scorso novembre sul Journal of Neurology, Neurosurgery e Psychiatry, le persone che rimangono single per tutta la vita potrebbero avere un rischio più alto del 42% di sviluppare una demenza, rispetto a coloro che si sposano.


La ricerca suggerisce che il matrimonio in sé stesso non è la chiave per ridurre il rischio di demenza.


Al contrario essa indica che i benefici protettivi derivano da vari fattori legati allo stile di vita collegati al matrimonio, come uno stile di vita più sano, stare economicamente meglio ed essere più impegnati socialmente.


Analizzando gli studi, i ricercatori hanno scoperto che le persone che erano state single per tutta la vita e quelle che erano vedove avevano maggiori probabilità di sviluppare demenza rispetto a coloro che erano sposati al momento dello studio. Inoltre, l'aumento del rischio sembrava essere simile ad altri rischi noti della demenza come il diabete o l'ipertensione.


I coniugi tendono a incoraggiare abitudini sane, a prendersi cura della salute del loro partner e a fornire un importante sostegno sociale l'uno all'altro. Questa interazione sociale aiuta a costruire una riserva cognitiva, una resilienza mentale che consente alle persone di sopportare più a lungo l'Alzheimer o la demenza prima di mostrare i sintomi.


Il rischio maggiore nelle persone singole, secondo i ricercatori, era dovuto alla loro condizione fisica, complessivamente peggiore.


Poiché la ricerca si basava su studi osservazionali, non si potevano trarre correlazioni ferme su causa ed effetto. I ricercatori hanno commentato che essere fisicamente e mentalmente attivi e avere forti connessioni sociali sono tutti aspetti importanti di uno stile di vita sano, che possono essere praticati da tutti, indipendentemente dallo stato civile.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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