Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I cambiamenti nel sistema vascolare possono scatenare l'Alzheimer

I cambiamenti nel sistema vascolare possono scatenare l'AlzheimerInfiammazione smorzata: il cervello di un topo con Alzheimer è infiltrato di cellule infiammatorie, che si illuminano di rosso quando sono attivate (a sinistra). Queste cellule diventano meno attive quando viene rimosso il fattore XII (a destra).

Con l'aumento dell'età media nel mondo, non farà che peggiorare il problema dell'Alzheimer, una delle malattie neurologiche più comuni. Negli ultimi anni, gli scienziati hanno esplorato molti nuovi approcci per eliminare le placche e i grovigli nel cervello che caratterizzano la condizione, ma i nuovi farmaci si sono in gran parte rivelati deludenti.


Un team di scienziati della Rockefeller University sta ora usando un nuovo approccio per esaminare i processi biologici che avvengono nello sviluppo dell'Alzheimer (AD). Un po' inaspettatamente, hanno trovato che anche un componente del plasma, di norma coinvolto nella coagulazione del sangue e nell'infiammazione, può essere parte del problema in alcuni pazienti.


Questa non è la prima volta che la condizione è stata collegata al sistema vascolare. "Ci sono molte prove che l'esercizio fisico, che aiuta a mantenere sani i vasi sanguigni e costante il flusso di sangue, può essere protettivo contro l'AD", dice Sidney Strickland, capo del Laboratorio di Neurobiologia e Genetica. "Inoltre, sappiamo che le malattie che compromettono il sistema vascolare, come il diabete, aumentano il rischio".


Tuttavia non è ancora chiaro esattamente come i cambiamenti nel sangue potrebbero far insorgere l'Alzheimer. L'ultimo studio del laboratorio di Strickland, pubblicato di recente sulla rivista Blood, offre un indizio e un possibile percorso per la diagnosi precoce e per nuovi farmaci.

 

Esplorare il collegamento

La proteina del plasma chiamata «Fattore XII» fa parte di una cascata di enzimi che induce la coagulazione del sangue e l'infiammazione. Studi precedenti del laboratorio di Strickland avevano dimostrato che questa cascata può essere attivata dall'amiloide-beta, una molecola che forma le placche adesive nel cervello dei malati di Alzheimer. Un'altra ricerca aveva dimostrato che il processo potrebbe essere eccessivamente attivo nella malattia.


Poiché le persone con AD non mostrano problemi cognitivi fino a quando la malattia non è abbastanza avanzata, è stato difficile studiare ciò che traspare nel cervello nelle prime fasi. Ma negli ultimi anni, sono stati trovati i geni legati a una forma ereditaria ad esordio precoce della malattia, e ricercatori sono riusciti a studiare quello che succede nel cervello delle persone geneticamente predisposte a sviluppare il morbo, prima ancora di mostrare sintomi.


"E' una malattia devastante", dice Strickland di questa forma di AD ereditato, "ma ci ha dato nuove opportunità di ricerca. I primi cambiamenti osservati in questi pazienti sono nei livelli di amiloide-beta. I secondi cambiamenti sono le anomalie del cervello legate al sistema vascolare, che possono esserci 20 anni prima della comparsa dei sintomi cognitivi evidenti".


"Abbiamo ipotizzato che l'attivazione del Fattore XII da parte dell'amiloide-beta possa avere un ruolo nel promuovere l'Alzheimer", dice Zu-Lin Chen, associato di ricerca nel laboratorio di Strickland. "Non è qualcosa che si può studiare negli esseri umani, così abbiamo esaminato nei topi modello della malattia per vedere cosa succede quando il Fattore XII è rimosso".

 

Esplorare i risultati nei topi

Per estrarre il Fattore XII, il team ha usato una molecola che ha impedito al gene di produrre la proteina. Di norma i topi AD mostrano molta più infiammazione nel cervello dei topi sani. Tuttavia, i topi AD il cui Fattore XII era stato rimosso avevano molta meno infiammazione rispetto ai topi AD non trattati, e avevano un cervello più simile a quello dei topi sani.


Inoltre, gli studi comportamentali dei topi AD con Fattore XII ridotto hanno dimostrato che la loro funzione cognitiva era migliorata. In un test, i topi sono stati introdotti in un labirinto con un foro di fuga. Gli animali imparano la posizione del foro ricordando i segnali visivi intorno al labirinto, che permettono loro di fuggire attraverso il foro nelle visite successive. A differenza dei topi normali, i topi AD non sono in grado di ricordare dove si trova il buco.


La rimozione del Fattore XII ha aiutato: i topi AD privi della proteina hanno imparato a trovare la strada in modo più veloce rispetto ai topi AD non trattati, anche se la loro memoria non era così buona come quella dei topi normali.


Questi e altri riscontri dello studio puntano a un fattore potenziale di avvio dell'AD, anche se i ricercatori avvertono che non può portare a nuovi farmaci tanto presto. "Abbiamo bisogno di definire ulteriormente quello che sta succedendo, così da identificare i pazienti con problemi vascolari e sviluppare una terapia mirata per aiutare questo aspetto", dice Chen. "Abbiamo avuto grandi miglioramenti nei topi, ma non abbiamo corretto completamente il problema. L'Alzheimer è una malattia complessa, e ci sono più elementi coinvolti"


"Il nostro lavoro contribuisce alla crescente evidenza che le anomalie vascolari hanno un ruolo importante nel declino cognitivo e nell'infiammazione di alcuni pazienti di AD", conclude Strickland. "La speranza è che, definendo i meccanismi vascolari coinvolti, potremo migliorare la diagnosi e alla fine trovare nuovi trattamenti. Ogni passo avanti è un passo più vicino alla comprensione di questa terribile malattia".

 

 

 


Fonte: Rockefeller University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Zu-Lin Chen, Alexey S. Revenko, Pradeep Singh, A. Robert MacLeod, Erin H. Norris and Sidney Strickland. Depletion of coagulation factor XII ameliorates brain pathology and cognitive impairment in Alzheimer’s disease mice. Blood, online: February 21, 2017 doi: 10.1182/blood-2016-11-753202

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)