Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


In stand-by un valido trattamento canadese per l'Alzheimer



In stand-by un valido trattamento canadese per l'AlzheimerCon il recente fallimento di farmaci di Alzheimer, che lascia i pazienti di demenza e Alzheimer con poca speranza, c'è una soluzione canadese praticabile che potrebbe essere disponibile in mesi, non in anni.


Con un finanziamento adeguato, la BioVerity Inc. potrebbe lanciare subito una sperimentazione umana e produrre entro 6/7 mesi un prodotto naturale per affrontare l'invecchiamento e il declino cognitivo.


I risultati della ricerca pubblicati di recente indicano che il suo integratore naturale a 31 ingredienti può trattare con successo la demenza, l'Alzheimer e molte altre malattie neurologiche.

 

Come funziona?

La formula di BioVerity affronta cinque fattori chiave associati con l'invecchiamento: stress ossidativo, insulino-resistenza, attività mitocondriale, infiammazione, e integrità della membrana cellulare. Dieci anni di ricerca scientifica sui topi hanno prodotto risultati notevoli fino ad oggi. I topi hanno mantenuto livelli giovanili di apprendimento, di attività fisica e di aspetto fino all'estrema vecchiaia. In effetti, i guadagni nell'«arco di salute» dei topi hanno fatto sì che gli animali siano rimasti giovanili per una parte significativa della loro vita.


Gli animali usati in questo studio (un modello di invecchiamento accelerato) all'età di 1 anno avevano una perdita diffusa oltre il 50% delle loro cellule cerebrali, con un impatto grave su più regioni del cervello, l'equivalente dell'Alzheimer grave nell'uomo. Quando una popolazione identica di topi è stata alimentata con la formula BioVerity, per diversi mesi, i ricercatori hanno scoperto che era completamente eliminata la grave perdita di cellule cerebrali e abolito del tutto il declino cognitivo.


I ricercatori sono riusciti a ridurre drasticamente i tempi di sviluppo del prodotto attraverso la mossa innovativa di testare contemporaneamente 31 ingredienti scientificamente mirati. Di solito i farmaci o gli ingredienti degli integratori sono testati separatamente, uno alla volta su animali vivi, ma ognuno richiede tre o più anni per essere valutato.


Al contrario i ricercatori della BioVerity hanno creato una formula di ingredienti che erano già stati sperimentati in isolamento e che si erano dimostrati promettenti contro i fattori chiave che si ritiene provochino l'Alzheimer e le malattie correlate all'età. Non testando gli ingredienti uno alla volta, la BioVerity è  riuscita a sviluppare la formula decenni  prima di quanto si immaginava prima ed è pronta a portare avanti la sua soluzione nella sperimentazione umana.


"Abbiamo bisogno di 3 milioni di dollari per i test negli esseri umani, e per iniziare la commercializzazione di questo trattamento nutraceutico molto promettente. Il successo potrebbe contribuire a trattare gli oltre 600.000 canadesi che soffrono di patologie neurologiche devastanti come Alzheimer, SLA e Parkinson", ha dichiarato Max Carbone, CEO di BioVerity Inc. "Poiché questa è una formula naturale e non un farmaco, potrebbe essere prodotto e commercializzato in tutto il Nord America in solo 6/7 mesi. Vogliamo garantire la tollerabilità umana prima di commercializzare una formula sanitaria generale al prezzo più basso possibile. Vorremmo quindi estendere il test a varie università e ricercatori medici per convalidare i benefici per malattie specifiche negli esseri umani".


A differenza degli attuali farmaci costosi per Alzheimer e demenza, BioVerity mira a un prezzo del suo prodotto sui 100 dollari al mese.


"La ricerca suggerisce che c'è un enorme potenziale in questa formula per aiutare le persone che soffrono di malattie neurologiche catastrofiche"
, dice il Dott Lemon, che ha condotto il lavoro con il co-autore Dr Vadim Aksenov, borsista post-dottorato da una importante università di ricerca dell'Ontario. "Lo sappiamo perché i topi sperimentano gli stessi meccanismi cellulari di base che contribuiscono alla neuro-degenerazione negli esseri umani".

 

 

 


Fonte: Market Wired (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.