Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sviluppato al MIT il sistema per predire i cambiamenti nel cervello di Alzheimer

Sviluppato al MIT il sistema per predire i cambiamenti nel cervello di AlzheimerRicercatori del MIT stanno sviluppando un sistema informatico che utilizza dati genetici, demografici e clinici per aiutare a prevedere gli effetti delle malattie sull'anatomia del cervello.


Negli esperimenti hanno addestrato un sistema di apprendimento automatico su dati MRI di pazienti affetti da malattie neurodegenerative e hanno scoperto che integrando quella formazione con altre informazioni del paziente si migliorano le previsioni del sistema.


Nei casi di pazienti con cambiamenti drastici dell'anatomia del cervello, i dati aggiuntivi tagliano il tasso di errore delle previsioni alla metà, dal 20 al 10 per cento.


"Questa è la prima ricerca che abbiamo mai fatto su questo", dice Polina Golland, professore di ingegneria elettrica e informatica al MIT e autrice senior della nuova ricerca. "Il nostro obiettivo non è dimostrare che il nostro modello è quello migliore per fare questo genere di cose; ma è dimostrare che l'informazione è realmente nei dati. Quindi quello che abbiamo fatto è prendere il nostro modello, spegnere le informazioni genetiche e le informazioni demografiche e cliniche, e come risultato vediamo che con informazioni combinate possiamo prevedere meglio i cambiamenti anatomici".


Primo autore della ricerca è Adrian Dalca, studente laureato in ingegneria elettrica e informatica del MIT e membro del gruppo della Golland nel Laboratorio Scienza Informatica e Intelligenza Artificiale del MIT. Hanno partecipato Ramesh Sridharan, altro studente di dottorato nel gruppo della Golland, e Mert Sabuncu, assistente professore di radiologia del Massachusetts General Hospital, ex postdoc nel gruppo della Golland.


I ricercatori hanno presentato la ricerca alla International Conference on Medical Image Computing and Computer Assisted Intervention. Il lavoro è un progetto del Neuroimage Analysis Center, che ha sede al Brigham and Women Hospital di Boston ed è finanziato dai National Institutes of Health.


Nei loro esperimenti, i ricercatori hanno usato i dati provenienti dall'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative, uno studio longitudinale sulla malattia neurodegenerativa che include scansioni MRI degli stessi soggetti presi a mesi e anni di distanza. Ogni scansione è rappresentata come un modello tridimensionale composto da milioni di piccoli cubi ('voxel'), l'equivalente 3-D dei pixel di un'immagine.


Il primo passo dei ricercatori è produrre un modello generico di cervello dalla media dei valori voxel di centinaia di scansioni MRI scelte a caso. Quindi essi caratterizzano ogni scansione nel set di formazione per il loro algoritmo di apprendimento automatico come deformazione del modello. Ogni soggetto nel set di formazione è rappresentato da due scansioni, prese da sei mesi a sette anni di distanza.


[...] "Ci sono molti modi in cui questi strumenti potrebbero dare benefici alla comunità di ricerca", dice Bruce Rosen, professore di radiologia alla Harvard Medical School e direttore dell'Athinoula A. Martinos Center for Biomedical Imaging del Massachusetts General Hospital. "A mio avviso, la domanda più difficile è se potrebbero essere utili clinicamente".


Alcuni farmaci sperimentali promettenti di Alzheimer richiedono di determinare precocemente come rischia di progredire la malattia, dice Rosen. Attualmente, egli dice, tale determinazione si basa su una combinazione di dati di scansioni MRI e PET.


"Le persone pensano che la RM sia costosa, ma è solo una frazione del costo delle scansioni PET", spiega Rosen. "Se gli strumenti ad apprendimento automatico potranno contribuire ad evitare la necessità di scansioni PET nel valutare i pazienti nelle prime fasi del decorso della malattia, ciò avrà un grande impatto".

 

 


Fonte: Larry Hardesty in Massachusetts Institute of Technology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.