Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La meditazione cambia il cervello, e può costituire una terapia

La meditazione cambia il cervello, e può costituire una terapiaRebecca Erwin e Fadel Zeidan.Quando Rebecca Erwin era una vogatrice alla University of North Carolina, l'allenatore ha voluto che i membri del team partecipassero a un corso di yoga e meditazione.


Questo ha avuto un impatto.


"Io e i miei compagni di squadra abbiamo notato che lo yoga e la meditazione migliorava la nostra flessibilità e attenzione, ma anche che ci faceva sentire meglio, non solo quando stavamo remando, ma nella nostra vita di tutti i giorni", ricorda. "Mi chiedevo se lo yoga e la meditazione danno davvero benefici scientifici, soprattutto se hanno effetti specifici sul cervello, e se sì, come funziona".


Da quando si è laureata, Rebecca Erwin Wells MD, ha fatto più che chiedersi a proposito degli effetti degli interventi mente-corpo: li ha studiati.


"Stiamo arrivando a riconoscere che la meditazione cambia il cervello delle persone", ha detto la Wells, assistente professore di neurologia al Medical Center della Wake Forest Baptist. "E stiamo solo ora iniziando a comprendere ciò che questi cambiamenti significano e come chi medita potrebbe trarre benefici".


In studi clinici separati, la Wells ha esaminato l'efficacia di un programma di meditazione e yoga chiamato «riduzione dello stress da consapevolezza» (MBSR) come terapia per il lieve decadimento cognitivo (MCI), i problemi di memoria o di altre facoltà che precedono la demenza, e per l'emicrania.


Nel primo studio, i partecipanti erano adulti tra i 55 e 90 anni con lieve decadimento cognitivo. Coloro che avevano praticato la MBSR per 8 settimane hanno avuto un miglioramento significativo della connettività funzionale nella rete del cervello che è attiva durante il pensiero introspettivo (come recuperare i ricordi), insieme alla tendenza a minore atrofia dell'ippocampo (l'area del cervello responsabile delle emozioni, dell'apprendimento e della memoria), rispetto ai partecipanti che hanno ricevuto cure convenzionali.


Questi risultati indicano che la meditazione può influenzare positivamente le aree del cervello più colpite dall'Alzheimer e quindi possono rallentare il progresso della malattia.


Il secondo studio della Wells ha scoperto che gli adulti con emicrania che hanno praticato MBSR per 8 settimane avevano emicranie più brevi e meno debilitanti rispetto a quelli del gruppo di controllo che hanno ricevuto cure mediche standard. I membri del gruppo MBSR avevano anche la tendenza ad attacchi meno frequenti e meno gravi, e hanno riferito di aver avuto un maggior senso di auto-controllo sulle loro emicranie.


"Entrambi questi erano studi pilota con piccoli gruppi di soggetti e sono necessarie ulteriori ricerche, ma sono comunque molto entusiasta dei risultati", ha detto la Wells, che ha iniziato entrambi gli studi quando era alla Harvard Medical School. "Questo tipo di meditazione è un intervento sicuro e relativamente semplice, e se riesce a ritardare il declino cognitivo e alleviare l'emicrania, potrebbe contribuire a migliorare la qualità della vita di molti individui".


Un'altro docente della Wake Forest Baptist a sondare gli effetti e le possibilità della meditazione è Fadel Zeidan PhD, assistente professore di neurobiologia e anatomia.


Nella sua ricerca, Zeidan ha dimostrato che appena tre sessioni di allenamento da 20 minuti in meditazione di consapevolezza possono ridurre il dolore e l'ansia di tutti i giorni dei soggetti sani, senza precedenti esperienze di meditazione. E attraverso l'uso di un tipo speciale di scansione, che cattura i processi cerebrali di lunga durata più efficacemente di una scansione MRI standard, egli ha identificato i meccanismi cerebrali specifici coinvolti.


Nello studio sul dolore di Zeidan, i partecipanti hanno classificato il ​​dolore causato da un dispositivo che riscalda una piccola zona della loro pelle a 120 gradi. Essi hanno valutato il dolore, che sentivano mentre meditavano, come meno intenso del 40 per cento, e meno sgradevole del 57 per cento rispetto a quando lo sentivano stando semplicemente a riposo con gli occhi chiusi.


Allo stesso tempo, le scansioni cerebrali hanno dimostrato una minore attività neurale nella zona del cervello coinvolta nel sentire la posizione e l'intensità del dolore e una maggiore attività nelle regioni del cervello associate con l'attenzione e la capacità di regolare le emozioni.


Nella ricerca collegata all'ansia, dopo la pratica della meditazione i soggetti hanno segnalato riduzioni dell'ansia quotidiana di ben il 39 per cento. Le scansioni del loro cervello mentre meditavano, al contempo hanno mostrato una maggiore attività nelle aree della corteccia associata con pensiero, emozioni e preoccupazioni regolari.


"In questi studi siamo riusciti ad capire meglio le regioni cerebrali associate alla riduzione del dolore e dell'ansia durante la meditazione", ha detto Zeidan. "Fondamentalmente, scansionare il cervello delle persone mentre meditano ci ha permesso di verificare oggettivamente ciò che segnalano sulla meditazione persone come i monaci buddisti da migliaia di anni".


Zeidan e la Wells stanno attualmente lavorando insieme su due nuovi esperimenti di ricerca. Uno, guidato da Zeidan, tenterà di determinare più precisamente come la meditazione di consapevolezza riduce il dolore e migliora la salute. L'altro, guidato dalla Wells, approfondirà ulteriormente i risultati del suo studio pilota sulla meditazione e emicrania con un numero maggiore di partecipanti.


"La nostra ricerca dimostra che la meditazione produce effetti robusti sul comportamento e sul cervello e può fornire un modo efficace alle persone per ridurre in modo sostanziale il loro dolore"
, ha detto Zeidan. "Quello che dobbiamo fare ora è continuare a scoprire esattamente come funziona e cosa comporta".

 

 

 

 

 


Fonte: Wake Forest Baptist Medical Center via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)