Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dal trauma alla tau: lesione cerebrale legata a forma tossica della proteina

Ricercatori del Medical Branch della University of Texas (UTMB) di Galveston hanno scoperto quello che potrebbe essere un meccanismo molecolare chiave dietro il danno permanente fatto dalla lesione cerebrale traumatica.

La scoperta riguarda la particolare forma di una proteina che i neuroscienziati chiamano tau, che è stata anche associata all'Alzheimer e ad altre malattie neurodegenerative.


In condizioni normali la tau è essenziale per la salute dei neuroni, ma nell'Alzheimer la proteina si aggrega in due forme anomale: i cosiddetti "grovigli neurofibrillari", e i gruppi di due, tre, quattro o più unità di tau, noti come "oligomeri".


I grovigli neurofibrillari non sono ritienuti nocivi, ma gli oligomeri tau sono tossici per le cellule nervose. Inoltre si pensa che abbiano una proprietà dannosa in più: quando entrano in contatto con le proteine ​​tau sane, inducono anche loro ad aggregarsi in oligomeri, e così diffondono gli oligomeri tau tossici in altre parti del cervello.


Ora, in esperimenti con topi di laboratorio, usando nuovi anticorpi sviluppati all'UTMB, gli scienziati hanno scoperto che anche le lesioni cerebrali traumatiche generano oligomeri tau. Gli insiemi ​​distruttivi di proteine si formano entro quattro ore dalla lesione e persistono per almeno due settimane, abbastanza a lungo da suggerire che possano contribuire al danno cerebrale permanente.


E' significativo che i topi usati negli esperimenti erano normali, a differenza di quelli geneticamente modificati impiegati nella maggior parte delle ricerche sulla tau. I risultati sono quindi probabilmente più rilevanti per le lesioni cerebrali traumatiche umane.


"Anche se si dà una certa attenzione alla formazione dei grovigli neurofibrillari dopo il danno cerebrale traumatico, siamo stati i primi a esaminare gli oligomeri tau
, perché abbiamo un anticorpo che ci permette di separarli e vedere quanto del tau totale è costituito dalle specie tossiche", scrive Bridget Hawkins, autrice di un documento sulla ricerca attualmente on-line sul Journal of Biological Chemistry. "Abbiamo visto che si tratta di una parte considerevole, abbastanza da avere un ruolo importante negli effetti delle lesioni cerebrali traumatiche".


Tali effetti possono includere i deficit di memoria indotti da oligomeri tau, come recentemente dimostrato da ricercatori dell'UTMB. Altre conseguenze a lungo termine del trauma cranico includono convulsioni e interruzioni del ciclo sonno-veglia. Gli scienziati UTMB ipotizzano che questi problemi potrebbero essere evitati se i medici avessero un modo per fermare il processo di oligomerizzazione della tau.


Una possibilità è un trattamento a base degli anticorpi usati per marcare gli oligomeri tau in questo progetto, prodotti nell'ambito di un programma di sviluppo di un vaccino contro diverse malattie neurodegenerative. "Abbiamo gli anticorpi che possono affrontare specificatamente questi oligomeri tau, senza interferire con la funzione del tau sano", scrive Rakez Kayed, professore associato UTMB e autore principale dello studio. "Questo è un nuovo approccio - abbiamo iniziato puntandoli negli animali - ma speriamo alla fine di umanizzare questi anticorpi per la sperimentazione clinica".


Altri autori dello studio includono gli associati di ricerca Shashirekha Krishnamurthy e Urmi Sengupta, la borsista postdottorato Diana Castillo-Carranza, il Dott. Donald Prough, il dottor George Jackson e il dottor Douglas DeWitt. Il supporto per questa ricerca proviene dal Cullen Family Trust for Health Care, dal  Mitchell Center for Neurodegenerative Diseases e dal Moody Center for Traumatic Brain and Spinal Cord Injury Research/Mission Connect.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Texas Medical Branch at Galveston.

Riferimento: B. E. Hawkins, S. Krishnamurthy, D. L. Castillo-Carranza, U. Sengupta, D. S. Prough, G. R. Jackson, D. S. DeWitt, R. Kayed. Rapid Accumulation of Endogenous Tau Oligomers in a Rat Model of Traumatic Brain Injury: Possible Link Between TBI and Sporadic Tauopathies. Journal of Biological Chemistry, 2013; DOI: 10.1074/jbc.M113.472746

Pubblicato in Science Daily il 29 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.