Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove conoscenze sul macchinario della degradazione delle proteine

Il degrado incontrollato o inesatto delle proteine cellulari può portare a malattie come il cancro o l'Alzheimer.

Gli scienziati del Max Planck Institute of Biochemistry (MPIB) di Martinsried, vicino a Monaco in Germania, hanno scoperto la struttura e il meccanismo di funzionamento di una componente importante della macchina umana della degradazione cellulare, la peptidasi II tripeptidilica (TPPII).


"La decodifica della struttura della TPPII è una pietra miliare fondamentale per comprendere la complessa attivazione e il controllo della degradazione delle proteine", spiega Beate Rockel, scienziato del MPIB. I risultati dello studio sono stati pubblicati nella rivista Structure.


Modello 3D del complesso TPPII umano attivo. Graphic: Beate Rockel, Copyright: MPI of Biochemistry


Le proteine, i mattoni e le macchine molecolari della cellula, sono costituite da lunghe catene di amminoacidi. Quando tale catena deve essere degradata, essa viene prima dispiegata e poi scissa in piccoli pezzi, i cosiddetti peptidi. La peptidasi II tripeptidilica (TPPII), che è stata analizzata dagli scienziati del dipartimento del direttore del MPIB Wolfgang Baumeister, è uno dei fattori che si prendono cura dell'ulteriore degradazione. Taglia i peptidi in pezzetti più piccoli che, dopo alcuni passaggi aggiuntivi, possono essere riciclati per il montaggio di nuove proteine.


La TPPII è un grande complesso composto da 32-40 subunità identiche, che sono inattive in se stesse. Il complesso comincia a funzionare quando le subunità si uniscono in due trecce avvolte elicoidalmente una intorno all'altra. Il complesso è circa 100 volte più grande della maggior parte degli altri enzimi di degradazione delle proteine. "La TPPII è un vero gigante tra le proteine cellulari", dice il dottorando Anne-Marie Schönegge. "Risolvere la struttura di un tale colosso è un compito difficile".

 

Da un bit all'altro verso l'intera struttura

I ricercatori del MPIB hanno combinato diversi modelli e metodi di biologia strutturale per determinare la struttura e il meccanismo di funzionamento della TPPII in dettaglio. In collaborazione con scienziati del Lawrence Berkeley National Laboratory di Berkeley, avevano risolto con successo la struttura atomica delle subunità TPPII del moscerino della frutta con cristallografia a raggi X. In una fase successiva, questa struttura è servita come base per calcolare un modello di subunità TPPII umane.


Utilizzando la microscopia crioelettronica e la ricostruzioneuna della singola particella, gli scienziati sono stati in grado di determinare la struttura dei complessi TPPII completi e attivi del moscerino della frutta e degli esseri umani - ma solo a media risoluzione. Combinando la struttura dei complessi completi con i modelli atomici più dettagliati delle singole unità, i collaboratori del dipartimento di ricerca "Molecular Structural Biology " potrebbero ora risolvere l'organizzazione strutturale dettagliata della TPPII umane: le subunità racchiudono un sistema di cavità che attraversa l'intero complesso TPPII e ospita i siti catalitici.


Inserendo le strutture delle subunità inattive nella struttura del complesso attivo, gli scienziati hanno individuato le regioni che si suppone subiscano modifiche in fase di attivazione della TPPII. Queste regioni comprendono il sito attivo e gli ingressi nel sistema di cavità all'interno del complesso. Beate Rockel spera che questo lavoro possa dare anche altri benefici: "Comprendere la struttura delle TPPII potrebbe contribuire allo sviluppo di nuovi farmaci per il futuro, poiché ci sono indizi che le TPPII possono essere coinvolte in malattie come l'atrofia muscolare, l'adiposi e il cancro".

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale del Max Planck Institute of Biochemistry, via AlphaGalileo.

Riferimenti: Crystal K Chuang, Beate Rockel, Gönül Seyit, Peter J Walian, Anne-Marie Schönegge, Jürgen Peters, Petrus H Zwart, Wolfgang Baumeister, Bing K Jap. Hybrid molecular structure of the giant protease tripeptidyl peptidase II. Nature Structural & Molecular Biology, 2010; 17 (8): 990 DOI: 10.1038/nsmb.1870.


Anne-Marie Schönegge, Elizabeth Villa, Friedrich Förster, Reiner Hegerl, Jürgen Peters, Wolfgang Baumeister, Beate Rockel. The Structure of Human Tripeptidyl Peptidase II as Determined by a Hybrid Approach. Structure, 2012; 20 (4): 593 DOI: 10.1016/j.str.2012.01.025.

Pubblicato in ScienceDaily il 4 aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.


Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.