Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

I progressi nella diagnosi precoce dell'Alzheimer

Preclinical ADSegnali precoci di Alzheimer e biomarcatori per la ricerca (Fonte: Chen et al / Frontiers in Medicine)

Uno studio di revisione, pubblicato su Frontiers in Medicine, presenta un esame approfondito del morbo di Alzheimer (MA), sottolineando come sia cruciale la diagnosi precoce a causa della progressione della malattia nei vari stadi, dalla cognizione normale al lieve decadimento cognitivo e infine alla demenza. La revisione sottolinea l'importanza di identificare il MA nelle fasi precliniche per prevenire danni neuronali irreversibili e la necessità di metodi diagnostici precisi che vanno oltre le procedure invasive e costose come il prelievo lombare e le scansioni PET.


La revisione discute vari segnali non cognitivi che possono indicare l'insorgenza di MA, come sintomi comportamentali e psicologici, disturbi del sonno, deterioramenti sensoriali e cambiamenti fisici. Suggerisce che questi segni, sebbene non definitivi, potrebbero servire come primi predittori del declino cognitivo. Lo studio evidenzia anche il ruolo del microbioma intestinale e il potenziale dei biomarcatori del sangue nella diagnosi precoce del MA.


I cambiamenti storici dettagliati negli approcci diagnostici mostrano un passaggio dalla dipendenza dalle prove cliniche all'incorporazione di indicatori biologici. La revisione delinea l'evoluzione dei criteri diagnostici, l'introduzione dei biomarcatori e il potenziale impatto dell'intelligenza artificiale nella scoperta di nuovi biomarcatori minimamente invasivi.


Segni non cognitivi specifici vengono esplorati in profondità, compresi i sintomi comportamentali della demenza, le rotture del ritmo circadiano, i deterioramenti sensoriali e l'influenza del microbioma intestinale sul MA. La revisione indica la correlazione tra questi sintomi e i cambiamenti patologici nel MA, suggerendo una complessa interazione tra segnali precoci e progressione della malattia.


Sono evidenziati i progressi nella ricerca sui biomarcatori, con particolare attenzione alle neuroscansioni, ai marcatori nel sangue, alla metabolomica, al microRNA esosomiale e al ruolo potenziale degli agenti patogeni e della disregolazione endocrina. La revisione suggerisce che questi biomarcatori diversi, se integrati, potrebbero migliorare significativamente la rilevazione precoce e la gestione della malattia.


La correlazione tra sintomi non cognitivi e cambiamenti patologici è un punto chiave di discussione, con la revisione che attira l'attenzione sulla relazione bidirezionale tra i disturbi del sonno e il MA e l'associazione tra deterioramenti sensoriali e regioni cerebrali colpite all'inizio della malattia.


In conclusione, la revisione sottolinea la necessità di una diagnosi precoce per un intervento efficace e il potenziale dei sintomi non cognitivi e dei biomarcatori per identificare il MA prima che il declino cognitivo diventi evidente. Riconosce le sfide dell'integrazione di questi indicatori nella pratica clinica e richiede ulteriori ricerche per confermare la loro affidabilità e applicabilità nella diagnosi precoce.


Lo studio conclude con una serie di domande che evidenziano la necessità di ulteriori indagini sull'uso di manifestazioni non cognitive come indicatori precoci, la relazione tra questi sintomi e la patologia sottostante del MA e il potenziale di integrare questi indicatori con i biomarcatori biofluidi per migliorare l'accuratezza diagnostica.


Sono delineati la strategia di ricerca e i criteri di selezione della revisione, che si è concentrata sugli studi degli ultimi 5-10 anni relativi al MA, ai suoi biomarcatori e ai metodi diagnostici precoci, garantendo una sintesi completa e aggiornata dello stato attuale delle conoscenze sul rilevamento precoce del MA.

 

 

 


Fonte: Frontiers Journals via AlphaGalileo (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Chen, [+5], W Le. Progress on early diagnosing Alzheimer’s disease. Front. Med., 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.