Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nanomateriale che imita le proteine possibile base per trattamenti delle neurodegenerazioni

Un nanomateriale di recente sviluppo, che imita il comportamento delle proteine, potrebbe essere uno strumento efficace per il trattamento del morbo di Alzheimer (MA) e di altre malattie neurodegenerative. Il nanomateriale altera l'interazione tra due proteine chiave nelle cellule cerebrali, con un effetto terapeutico potenzialmente potente.


I risultati innovativi, pubblicati di recente su Advanced Materials, sono stati resi possibili da una collaborazione tra scienziati dell'Università del Wisconsin di Madison e ingegneri dei nanomateriali della Northwestern University di Evanston / Illinois.


Il lavoro è incentrato sull'alterazione dell'interazione tra due proteine che si ritiene siano coinvolte nel fissare le basi per malattie come il MA, il Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). La prima proteina si chiama Nrf2, un tipo specifico di proteina chiamata 'fattore di trascrizione' che attiva e spegne i geni all'interno delle cellule.


Una delle funzioni importanti della Nrf2 è il suo effetto antiossidante. Mentre diverse malattie neurodegenerative derivano da processi patologici separati, un fattore comune tra loro è l'effetto tossico dello stress ossidativo sui neuroni e su altre cellule nervose. La Nrf2 combatte questo stress tossico nelle cellule cerebrali, aiutando a evitare le malattie.


Jeffrey Johnson, professore della UW-Madison, studia da decenni la Nrf2 come obiettivo promettente per trattare malattie neurodegenerative insieme alla moglie Delinda Johnson, ricercatrice della facoltà di farmacia. Nel 2022, i Johnson e un altro gruppo di collaboratori hanno scoperto che l'aumento dell'attività di Nrf2 in uno specifico tipo di cellula nel cervello, gli astrociti, contribuisce a proteggere i neuroni nei topi modello di MA, portando a una perdita di memoria significativamente inferiore.


Mentre questa ricerca precedente ha suggerito che l'aumento dell'attività di Nrf2 potrebbe costituire la base del trattamento di MA, gli scienziati hanno trovato difficile puntare efficacemente la proteina all'interno del cervello.


"È difficile introdurre farmaci nel cervello, ma è anche molto difficile trovare farmaci che attivano la Nrf2 senza molti effetti indesiderati fuori bersaglio", afferma Jeffrey Johnson.


Ecco quindi il nuovo nanomateriale sintetico chiamato 'polimero simile a proteina' (PLP, protein-like polymer), progettato per legarsi alle proteine come se fosse esso stesso una proteina. Questo imitatore su scala nano è il prodotto di un team guidato da Nathan Gianneschi, professore di chimica della Northwestern e membro dell'International Institute for Nanotechnology della stessa università.


Gianneschi ha progettato diversi PLP per puntare varie proteine. Questo particolare PLP è strutturato per alterare l'interazione tra Nrf2 e un'altra proteina chiamata Keap1. L'interazione tra le due proteine, o percorso, è un obiettivo ben noto per il trattamento di molte condizioni perché la Keap1 controlla essenzialmente quando la Nrf2 risponde, e combatte, lo stress ossidativo. Legate insieme in condizioni non stressate, la Keap1 rilascia Nrf2 per fare il suo lavoro antiossidante quando necessario.


[...] Jeffrey Johnson afferma di essere stato inizialmente alquanto scettico sull'approccio del PLP, data la sua non familiarità con esso e la difficoltà generale di puntare le proteine nelle cellule cerebrali.


"Ma poi uno degli studenti di Nathan è venuto qui con il PLP e lo ha messo sulle nostre cellule, e ha funzionato davvero bene", dice. "Allora ci siamo davvero convinti".


La ricerca conseguente ha mostrato che il PLP di Gianneschi era molto efficace nel legare la Keap1, che ha liberato Nrf2 per accumularsi nel nucleo delle cellule, ampliando la sua funzione antiossidante. E, importante, lo ha fatto senza causare gli effetti indesiderati fuori bersaglio che hanno ostacolato altre strategie volte ad attivare meglio la Nrf2.


Mentre quel lavoro è stato eseguito su cellule in coltura, i Johnson e Gianneschi stanno facendo un ulteriore passo avanti, applicando il loro metodo nei topi modello di malattie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: Will Cushman in University of Wisconsin–Madison (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: KP Carrow, [+17], NC Gianneschi, Inhibiting the Keap1/Nrf2 Protein-Protein Interaction with Protein-Like Polymers. Adv. Mater., 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)