Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Mutazioni dell'Alzheimer ereditato danneggiano i neuroni anche senza placche amiloidi

Devkota et alGrafica della degenerazione sinaptica innescata da complessi enzimi γ-secretasi bloccati (Fonte: Julia J. Wolfe)

Uno studio dell'Università del Kansas (KU) su mutazioni geniche rare che causano il morbo di Alzheimer (MA) ereditario mostra che queste mutazioni rovinano la produzione di una piccola proteina appiccicosa chiamata amiloide. Le placche composte da amiloide si trovano notoriamente nel cervello del MA e sono da tempo considerate responsabili dell'inesorabile perdita di neuroni e del declino cognitivo.


Lavorando con vermi modello C. elegans, usati spesso nei laboratori per studiare le malattie a livello molecolare, il team di ricerca è giunto alla conclusione sorprendente che è il blocco della produzione di amiloide - non l'amiloide stesso - a innescare la perdita di connessioni cruciali tra le cellule nervose.


La ricerca, apparsa su Cell Reports, era guidata da Michael Wolfe, professore di chimica medicinale alla KU. Il team di ricerca si è concentrato su mutazioni ereditarie rare perché queste mutazioni si trovano nei geni che codificano proteine che producono amiloide.


"Se riuscissimo a capire cosa sta succedendo in questa forma ereditata della malattia, in cui una singola mutazione può innescarla", ha detto Wolfe, "potremmo avere un indizio su ciò che accade in tutti gli altri casi".


Le mutazioni rare sono particolarmente devastanti, in quanto faranno insorgere il MA nel portatore della mutazione in mezza età e i suoi figli avranno una probabilità del 50% di ereditare la mutazione che causa la malattia. Wolfe ha affermato che il MA ereditato mostra la stessa patologia, la stessa presentazione clinica e la stessa progressione dei sintomi della forma comune del MA legata alla vecchiaia.


"Nella malattia ereditaria vedi le stesse placche amiloidi", ha detto. "Pensiamo che queste mutazioni ereditarie, sebbene rare, siano fondamentali per quello che sta succedendo in tutte le forma della malattia".


Wolfe ha unito le forze con Brian Ackley, professore associato di biologia molecolare della KU il cui laboratorio è specializzato nella ricerca con il C. elegans, e con altri collaboratori della KU, della Tsinghua University di Pechino e della Harvard Medical School. Ha quindi affermato che la scoperta potrebbe indicare la strada verso nuovi approcci a una terapia per il MA e spera che altri ricercatori e sviluppatori di farmaci prestino molta attenzione ai risultati della sua squadra.


"I nostri risultati suggeriscono che è necessario uno stimolatore dell'enzima che produce amiloide, per riavviare i processi bloccati e affrontare entrambi i problemi: eliminare i complessi proteici bloccati che portano alla degenerazione delle connessioni tra i neuroni e produrre più forme solubili di amiloide. Questo approccio potrebbe affrontare entrambi i fattori contemporaneamente".

 

 

 


Fonte: University of Kansas (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Devkota, [+12], MS Wolfe. Familial Alzheimer mutations stabilize synaptotoxic γ-secretase-substrate complexes. Cell Reports, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)