Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


SRI-42127: piccola molecola che attenua la neuroinfiammazione nelle cellule cerebrali e gliali

La neuroinfiammazione può peggiorare i risultati dell'ictus, della lesione cerebrale traumatica o della lesione del midollo spinale, oltre a accelerare le malattie neurodegenerative come la SLA, il Parkinson o l'Alzheimer. Ciò suggerisce che la limitazione della neuroinfiammazione può rappresentare un nuovo approccio promettente per trattare le malattie neurologiche e il dolore neuropatico, che sono guidati dalla neuroinfiammazione.


In uno studio preclinico pubblicato sulla rivista Glia, Peter King MD e Burt Nabors MD, mostrano che il loro farmaco a piccola molecola, SRI-42127, può attenuare potentemente gli scatenanti della neuroinfiammazione. Questi esperimenti in colture di cellule gliali e in topi aprono ora la porta a testare la SRI-42127 in modelli di lesioni neurologiche acute e croniche.


Le glia sono cellule non neuronali del sistema nervoso centrale (CNS) che aiutano a supportare e proteggere i neuroni. Uno dei tipi, le microglia, sono macrofagi cerebrali che rispondono a lesioni o infezioni.

"Le microglia e le astroglia sono cellule chiave nel sistema nervoso centrale che - quando attivate - guidano la neuroinfiammazione secernendo mediatori infiammatori tossici, come le citochine e le chemochine", hanno scritto King e Nabors.


King e Nabors, entrambi professori dell'Università dell'Alabama di Birmingham, stanno collaborando da 25 anni per studiare i meccanismi che innescano la neuroinfiammazione e il ruolo della neuroinfiammazione nelle lesioni neurologiche, nelle malattie degenerative e nel cancro. Dicono che lo studio attuale si basa sulle loro scoperte precedenti che le microglia e le astroglia poggiano sulla proteina HuR legante il RNA, che protegge i messaggeri RNA che codificano i mediatori infiammatori dalla degradazione e promuove la loro traduzione in proteine.


La neuroinfiammazione insorge quando le microglia e gli astrociti attivati nel cervello o nella colonna vertebrale secernono citochine e chemochine come IL1β, IL-6, TNF-α, INOS, CXCL1 e CCL2. I messaggeri RNA per quelle proteine ​​di segnalazione pro-infiammatorie contengono 'elementi ricchi di adenina e uridina' (ARE, adenine- and uridine-rich elements), che governano la loro espressione. King, Nabors e colleghi dell'UAB avevano dimostrato in precedenza che l'HuR, una proteina regolatoria dell'RNA che si lega agli ARE, ha un ruolo positivo importante nella regolazione della produzione citochina infiammatoria, rendendolo un importante punto di controllo nella neuroinfiammazione.


L'HuR di norma si concentra nei nuclei delle cellule gliali. Tuttavia, quando vengono attivate le glia, l'HuR trasloca fuori dal nucleo e nel citoplasma cellulare, dove può aumentare la produzione di citochine e chemochine neuroinfiammatorie. Nel lavoro precedente, i ricercatori dell'UAB avevano mostrato che l'HuR trasloca fuori dal nucleo degli astrociti nelle malattie del CNS, nelle lesioni acute della colonna vertebrale e nell'ictus. Hanno mostrato che anche nella SLA (sclerosi laterale amiotrofica), la malattia cronica del CNS, trasloca dal nucleo nelle microglia.


È importante notare che il monomero HuR non può passare attraverso l'involucro del nucleo che funge da barriera membrana regolatoria tra il nucleo e il citoplasma. Solo i dimeri HuR (costituiti dall'accoppiamento di due molecole singole di HuR) sono in grado di traslocare dal nucleo al citoplasma. Questa conoscenza ha permesso la ricerca collaborativa tra Southern Research di Birmingham/Alabama, e l'UAB attraverso la selezione ad alto potenziale, per identificare il farmaco a piccola molecola SRI-42127 che inibisce la dimerizzazione dell'HuR.


Nello studio attuale, King, Nabors, Natalia Filippova PhD, e i colleghi dell'UAB hanno testato la rilevanza biologica dello SRI-42127, usando lipopolisaccaridi (LPS) per attivare le cellule gliali e avviare la cascata infiammatoria. I ricercatori dell'UAB hanno scoperto che il trattamento con SRI-42127 ha soppresso il trasloco dal nucleo al citoplasma nelle cellule gliali attivate da LPS, sia nel tessuto di coltura che nei topi. Lo SRI-42127 ha anche attenuato significativamente la produzione di mediatori proinfiammatori, comprese le citochine IL1β, IL-6, TNF-α e INOS e la chemochine CXCL1 e CCL2.


Inoltre, lo SRI-42127 ha soppresso l'attivazione microgliale nel cervello del topo, e ha attenuato il reclutamento di cellule immunitarie neutrofili e monociti nel CNS dall'esterno della barriera emato-encefalica. Tale ingresso di neutrofili e monociti può esacerbare l'infiammazione nel cervello o nel midollo spinale. In sintesi, lo SRI-42127 è penetrato attraverso la barriera emato-encefalica e ha soppresso rapidamente le risposte neuroinfiammatorie.


"I nostri risultati", scrivono King e Nabors, "rimarcano il ruolo fondamentale dell'HuR nel promuovere l'attivazione gliale e il potenziale dello SRI-42127 e di altri inibitori dell'HuR per trattare le malattie neurologiche guidate da questa attivazione".


In lavori inediti, fatti in collaborazione con Robert Sorge PhD, professore associato dell'UAB, King e Nabors hanno trovato potenziali effetti benefici dello SRI-42127 per ridurre il dolore neuropatico, una condizione innescata dalla neuroinfiammazione indotta da microglia. "Questo sarebbe un approccio non oppioideo per trattare il dolore", hanno detto.


Qualsiasi futuro trattamento clinico potenziale richiederà delicatezza. Come hanno scritto King e Nabors:

"Il puntamento terapeutico delle glia nelle malattie del CNS è un atto di equilibrio perché queste cellule esercitano anche effetti neuroprotettivi e neuroplastici, a seconda della fase di recupero dalla ferita del CNS o dalla fase della malattia neurodegenerativa.

"Nelle fasi iniziali dopo una lesione del midollo spinale, di una lesione cerebrale traumatica o di un ictus, l'attivazione pro-infiammatoria delle glia peggiora la lesione dei tessuti secondari e attiva i percorsi del dolore neuropatico cronico, in contrasto con le fasi più croniche in cui le glia diventano protettive.

"Nei processi neurodegenerativi come SLA e Alzheimer, le glia hanno ruoli variabili durante il corso della malattia".

 

 

 


Fonte: Jeff Hansen in University of Alabama at Birmingham (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Rajeshwari Chellappan, Abhishek Guha, Ying Si, Thaddaeus Kwan, Louis Nabors, Natalia Filippova, Xiuhua Yang, Anish Myneni, Shriya Meesala, Ashley Harms, Peter King. SRI‐42127, a novel small molecule inhibitor of the RNA regulator HuR , potently attenuates glial activation in a model of lipopolysaccharide‐induced neuroinflammation. Glia, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.