In Gran Bretagna [ndt: e in Italia?] possono essere a rischio di soccombere alla demenza diverse centinaia di migliaia di persone in più di quanto si pensasse.
Questa è la conclusione forte di due esperti sanitari, che mettono in guardia dall'incremento dei livelli di obesità nella mezza età (una condizione recentemente collegata a un maggiore rischio di Alzheimer in età avanzata) che potrebbero produrre un aumento importante nel numero di malati di demenza entro il 2050.
"Sappiamo che i livelli di demenza sono destinati ad aumentare, perché la nostra popolazione sta invecchiando e l'Alzheimer è una malattia della vecchiaia", dice Tim Marsh, di UK Health Reform. "Ma è chiaro che l'obesità è un altro fattore che sta mettendo a rischio una parte sempre maggiore della popolazione. Recenti ricerche di diversi gruppi indicano che le persone obese tra i 40 e i 60 anni hanno il doppio del rischio medio di demenza dopo i 70 anni".
Marsh ha presentato i dettagli di uno studio congiunto - che ha effettuato con la collega Laura Webber - al congresso europeo sull'obesità, Domenica a Liverpool. Si sono concentrati sulle implicazioni di ricerche precedenti che hanno già collegato l'obesità alla demenza. Una di queste - effettuata da scienziati guidati dal professor Archana Singh-Manoux, dell'istituto francese Inserm - ha rilevato un impatto progressivamente peggiore dell'obesità sui risultati di una serie di test di memoria e di ragionamento somministrati a individui nel corso di un periodo di 12 anni. Un'altro studio ha scoperto che le persone obese in mezza età hanno una probabilità quasi doppia di sviluppare la demenza.
Le radici causali di questo collegamento non sono chiare. Una teoria suggerisce che le proteine rilasciate dal tessuto adiposo potrebbero viaggiare attraverso il flusso sanguigno e colpire le cellule del cervello. Non tutti i ricercatori concordano sul meccanismo, ma la maggior parte riconosce che c'è un collegamento tra obesità e demenza. "La ricerca dimostra che l'obesità in mezza età è un fattore di rischio della demenza e le proiezioni suggeriscono un'obesità in aumento nel Regno Unito, un possibile contributo a maggiori livelli di demenza nei prossimi decenni", dichiara Simon Ridley, di Alzheimer's Research UK. "La demenza ha già un enorme impatto su individui, famiglie e comunità ed è preoccupante vedere che questo potrebbe diventare ancora più grande di quanto si era previsto in precedenza".
Marsh dice che i livelli di obesità hanno cominciato a salire in modo significativo negli anni '80 e potrebbero già contribuire al numero crescente di casi di demenza che si osservano oggi. "Ciò che preoccupa è il fatto che i livelli di obesità sono ora in aumento in modo allarmante e sono quindi suscettibili di provocare un'ascesa dei livelli di demenza ben oltre le stime precedenti".
Nel 2011, il 24% degli uomini e il 26% delle donne in Inghilterra erano classificati obesi. Entro il 2050, i livelli potrebbero raggiungere il 46% negli uomini e del 31% nelle donne, hanno calcolato Marsh e Webber. Entro il 2050, si prevede che circa il 5% degli over 65 della popolazione saranno affetti da demenza, calcola Marsh. Incorporando l'impatto dell'aumento dei livelli di obesità, questa cifra potrebbe salire a circa il 7%. "Queste sono molte centinaia di migliaia di persone in più", conferma.
Jessica Smith, responsabile della ricerca dell'Alzheimer's Society, dice: "E' facile vedere l'effetto immediato dell'accumulo di chili, ma non possiamo permetterci di ignorare gli effetti a lungo termine. I dati dimostrano che l'obesità aumenta il rischio di sviluppare la demenza. Questo studio mette in evidenza l'impatto che avrà l'obesità sul numero di persone con la condizione in futuro".
E Ridley aggiunge: "Non possiamo cambiare la nostra età, ma questa ricerca suggerisce che le scelte di vita durante la mezza età potrebbero aiutare a mantenere il cervello sano con l'invecchiamento. Mantenere un peso salutare, osservare una dieta equilibrata, fare esercizio fisico regolare e non fumare potrebbero essere tutte azioni che contribuiscono a ridurre il rischio di demenza e sono cose che le persone possono fare a qualsiasi età".
Pubblicato da Robin McKie in The Guardian il 12 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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