Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La 'nebbia' dei farmaci può imitare, o peggiorare, la demenza negli anziani

drugs in glass flaskFarmaci in un pallone di vetro fotografato a Taylorsville/Utah nel 2017. Circa il 91% delle persone con più di 65 anni in USA prende almeno un farmaco prescritto e il 41% ne usa 5 o di più, quello che i medici chiamano politerapia. (Foto AP/Rick Bowmer)

Le figlie di Claire Dinneen hanno pensato che fosse un peggioramento della sua demenza a causare la crescente confusione della madre, ma il suo medico ha sospettato qualcos'altro.


Il dott. Pei Chen ha chiesto loro di raccogliere tutti i farmaci nella casa della 89-enne e sono tornate con un enorme bottino. C'erano 28 farmaci ordinati dai vari medici per vari disturbi, più farmaci da banco. Chen ha passato un anno a scegliere quelli che erano veramente necessari e ne ha tolto una dozzina.


Con grande sorpresa delle figlie, la Dinneen è migliorata, in grado di ricordare più cose e di dare consigli su cosa indossare e come allevare i loro figli. I suoi sintomi erano da 'nebbia da farmaci', non da peggioramento della demenza, ha detto Chen a una delle figlie. “Ero semplicemente sbalordita”, ha detto Debbie Dinneen. “Nessuno aveva dato uno sguardo al quadro complessivo” per vedere se i farmaci avrebbero potuto confondere la mamma, che vive vicino a Berkeley, in California.


“Purtroppo, non è insolito”, ha detto Chen, geriatra all'Università della California di San Francisco. Circa il 91% delle persone con più di 65 anni prende almeno un farmaco prescritto e il 41% ne usa cinque o più, quello che i medici chiamano politerapia.
Il rischio di effetti collaterali o interazioni aumenta con il numero di pillole, e un medico spesso non è a conoscenza di ciò che altri hanno già prescritto per lo stesso paziente. La Dinneen, per esempio, ha avuto due prescrizioni per lo stesso farmaco a dosi diverse da diverse farmacie.


“È molto facile perdere gli effetti collaterali del farmaco perché si mascherano come tutti questi altri sintomi”, ha detto il dott. Michael Steinman, altro geriatra della UCSF. Recentemente ha aiutato ad aggiornare un elenco della American Geriatrics Society di farmaci potenzialmente inappropriati per gli anziani, che possono mimare la demenza o produrre sintomi peggiori.


'Potenzialmente' è la parola chiave; i farmaci della lista non pongono sempre un problema, e nessuno dovrebbe smettere di usare un qualsiasi medicinale senza aver prima consultato un medico, perché questo potrebbe essere fonte di gravi danni, ha sottolineato Steinman.


Ma alcuni farmaci non hanno una ragione forte per essere usati e i loro rischi possono superare i benefici per le persone anziane, dicono lui e altri medici. Spesso 'de-prescrivono' i farmaci, che possono essere non più necessari o che una volta magari andavano bene, ma ora potrebbero causare problemi. L'elenco comprende alcuni tipi di miorilassanti, antistaminici, farmaci anti-allergie, rimedi per l'acido dello stomaco, antidepressivi, farmaci anti-ansia, antidolorifici, sonniferi e altri trattamenti comuni.


Molti di questi farmaci hanno effetti anticolinergici, cioè riducono o interferiscono con un messaggero chimico che è cruciale per le funzioni dei nervi sani. Questo può causare sonnolenza, confusione, visione offuscata, vertigini e altri sintomi che deteriorano le competenze del pensiero.


Questi farmaci potrebbero andare bene per una persona giovane, ma “una volta che qualcuno ha anche la più piccola difficoltà con il pensiero e la memoria, gli effetti di questi farmaci sono semplicemente enormi”, ha detto il dott. Andrew Budson dell'Alzheimer’s Disease Center della Boston University.


A volte gli effetti collaterali compaiono subito, ma in altri casi si sviluppano o si presentano solo con l'uso prolungato. I pazienti non possono effettuare la connessione tra un farmaco usato per molti mesi e nuovi sintomi. L'età stessa può essere un colpevole e rendere improvvisamente intollerabile un farmaco usato da tempo.


“Il farmaco non è cambiato, la persona lo è”, ha detto il dott. Greg Jicha, specialista di demenza all'Università del Kentucky. "I familiari diranno “ma lo prendeva da 20 anni", ma anche il suo cervello, reni, fegato erano più giovani. Non riuscirà a metabolizzare quel farmaco come prima".


Jicha ricorda un caso dello scorso anno, quando gli è stato chiesto di dare un secondo parere su una donna con diagnosi recente di Alzheimer. Ha rivisto le sue medicine e “6 di queste le ho notate immediatamente: questi farmaci non vanno bene per chi ha più di 65 anni” e tanto meno alle dosi più elevate che stava ricevendo, ha detto. Quattro erano stati prescritti per problemi che non aveva più, ed è riuscito a cambiarne altri con alternative più sicure.


Il punteggio della donna su un test di 38-punti della capacità di pensiero è passato dai 18 di prima dei cambi di farmaci ai 33 punti di dopo, mettendola nella parte bassa del range di normalità. Ora può guidare, che era “assolutamente impossibile sei mesi prima”, ha detto Jicha. “Chiaramente lei non rispetta più i criteri della demenza”.


Uno dei suoi colleghi, la dott.ssa Daniela Moga, guida uno studio per vedere se l'ottimizzazione dei farmaci può ritardare l'inizio dei sintomi di demenza. Alla Conferenza Internazionale dell'Alzheimer's Association di Los Angeles dello scorso luglio, ha descritto la ricerca finanziato dal governo federale, che coinvolge persone over-65 e prendono almeno un farmaco della lista della Geriatrics Society.


Tutti hanno capacità normali di pensiero, anche se sulle scansioni del cervello alcuni mostravano segni di una possibile demenza in sviluppo. I partecipanti si sottopongono a una sorta di stress test cognitivo, fanno esami della capacità di pensiero mentre indossano un cerotto che emette scopolamina, un farmaco per la cinetosi che ha effetti anticolinergici, e poi quattro settimane più tardi, senza il cerotto.


"Se vanno peggio mentre hanno il cerotto, significa che alcuni farmaci potrebbero essere dannosi per loro", spiega la Moga. “Vogliamo vedere se riusciamo a identificare un gruppo specifico che potrebbe beneficiare maggiormente della gestione accurata dei farmaci e forse ritardare l'inizio dei sintomi della demenza".


Per evitare problemi con i farmaci, i medici danno questi consigli:

  • Assicurati di conoscere tutti i farmaci che qualcuno sta prendendo: quelli da prescrizione, da banco, vitamine e integratori alimentari. Non dare per scontato che alcuni sono sicuri solo perché non richiedono una prescrizione medica.
  • Tieni un elenco aggiornato con la data di inizio e di fine assunzione per ciascun farmaco e annota tutti i sintomi. Il National Institute on Aging offre un foglio di lavoro per questo.
  • Rivedi la lista completa di farmaci con un medico, uno specialista di geriatria o un farmacista.
  • Se sospetti un problema, evidenzialo e non aspettare che sia il medico a chiedere. La Health in Aging Foundation della American Geriatrics Society ha questi strumenti e consigli per trovare alternative agli eventuali farmaci che causano problemi.

 

 

 


Fonte: Marilynn Marchione in Associated Press (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)