Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'La demenza non toglie il tuo essere umano, non ti rende stupido, non ...'

Jim Mann Jim Mann vive con la demenza da più di 10 anni. (Foto: Arlen Redekop / PNG)

È tempo di parlarne.


La discussione sulla cura alle persone che vivono in strutture di assistenza a lungo termine non può più essere ignorata, né rinviata ad un altro giorno. Sentiamo da molto tempo le esperienze negative dei residenti nell'assistenza a lungo termine, e le preoccupazioni per il posto di lavoro degli operatori che vi lavorano, ma l'attuale pandemia ha amplificato quelle voci. E il loro messaggio sta risuonando.


Si riconosce ora da molti che abbiamo alterato il sistema di assistenza da lungo termine, in molti modi, che influenzano sia gli ospiti che il personale. Abbiamo accettato che fossero ignorati i nostri residenti anziani e coloro che si occupano di loro e li abbiamo relegati in una posizione meno che [dignitosa]. In qualche modo, la volontà di chiudere un occhio sulle esigenze dei residenti nelle strutture a lungo termine e su molti lavoratori era persa nella confusione della vita prima della pandemia.


Questo era facile da fare perché i residenti erano anziani, e molti avevano l'Alzheimer o altre demenze. La loro identità sembrava essere persa, come i nostri genitori, i nostri fratelli, i vicini e gli amici cari.


Quando il sistema di assistenza a lungo termine sarà rivoluzionato dopo la pandemia, come sicuramente dovrà essere, abbiamo bisogno di imparare dalle persone che vivono e lavorano lì, comprese le persone con demenza. Abbiamo bisogno di una assistenza centrata sulla persona.


Dopo l'ictus debilitante di mio padre, nel 1989, la sua residenza a tempo pieno è diventata una casa di cura. Era un tempo in cui si usavano più liberamente i vincoli, quando il processo sembrava avere la priorità sulla cura focalizzata sulla persona. Oggi, 31 anni dopo, rimangono alcune delle stesse questioni di preoccupazione.


Dalla ricerca nel corso degli anni abbiamo imparato molto dell'assistenza focalizzata sugli ospiti e come fornire una cura buona e adeguata alla demenza. Si è riconosciuto che le restrizioni producono effetti negativi, soprattutto per le persone con demenza. E la ricerca ha dimostrato che la tecnologia, con i molti progressi, offre opportunità positive per i residenti e pure per il personale.


In effetti abbiamo visto esempi di iPad e tablet favorire la comunicazione tra i residenti e la famiglia e gli amici in questo periodo di isolamento. Possono anche essere un'esperienza positiva per i residenti per ascoltare musica, ad esempio. Anche se questa è una grande notizia, iPad e tablet non sono la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi di assistenza e di coinvolgimento.


Cosa succede nei tanti momenti prima e dopo quelle interazioni felici con iPad o tablet? Gli ospiti tornano a sedersi da soli in silenzio senza alcun altro stimolo? Il personale è concentrato sui residenti e le loro esigenze o la loro attenzione è sulle faccende amministrative?


Anche mia madre, che aveva il morbo di Alzheimer, è entrata nell'assistenza a lungo termine. Quando la andavo a trovare, vedevo molti degli ospiti seduti pigramente davanti alla televisione con niente da fare. Giorno dopo giorno.


Potevi percepire che alcuni ospiti sarebbero stati felici di fare qualcosa, qualsiasi cosa. Una breve camminata, forse? Una breve conversazione, ma faccia a faccia con il loro aiutante di cura? Al contrario, non c'era nulla tra il pasto e la successiva pausa caffè al mattino e al pomeriggio, se non noia e solitudine.


Alcuni di questi ospiti sono arrivati all'assistenza a lungo termine da casa, dove facevano cose come pulire il pavimento e lavare i piatti. La mia domanda, allora, è: perché entrare nell'assistenza a lungo termine comporta l'interruzione di quelle attività? Se un residente volesse pulire il pavimento, per esempio, perché non lasciarlo fare? Date loro uno scopo, una ragione d'essere.


Pensiero creativo e un po' di pazienza, mi sembra, sarebbero tutto quello che serve per fornire qualità di vita ai nostri ospiti nell'assistenza a lungo termine. Questo deve essere parte della nuova visione per le case di cura dopo la pandemia.


Ora vivo con la demenza.


È troppo facile per gli altri categorizzare gli anziani, le persone con demenza e altri con malattie croniche, come un grande gruppo di persone da ignorare o denigrare. Come il rapporto durante la pandemia di “quattro morti nell'assistenza a lungo termine”. Con un approccio centrato sulla persona, il rapporto avrebbe almeno notato che quattro persone erano morte.


Il dott. Jonathan Evans, geriatra, ha osservato che “la demenza non ti toglie la capacità di essere un umano, la tua umanità ... la demenza non ti rende stupido. La demenza non ti ruba la tua capacità di provare gioia, di essere felice”.


Il momento di cambiare il modello di cura perché sia centrata sull'ospite, con operatori di assistenza a lungo termine riconosciuti per le sue competenze e capacità, è ora. So che possiamo fare meglio.


È tempo di parlarne. E di agire.

 

 

 


Fonte: Jim Mann in Cornwall Standard Freeholder (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)