Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le sorprendenti abilità auto-organizzative del cervello

Culture of 80 inhibitory red and 20 excitatory green neurons

Un team di ricercatori di Tubinga/Germania e di Israele ha scoperto che le strutture cerebrali possono mantenere le funzioni e le dinamiche stabili anche in condizioni insolite. I loro risultati potrebbero mettere le basi per capire meglio e trattare condizioni come l'epilessia e l'autismo.


I neuroni del nostro cervello sono collegati l'uno con l'altro, formando piccole unità funzionali chiamate 'circuiti neurali'. Un neurone, che è collegato a un altro tramite una sinapsi, può trasmettere informazioni al secondo neurone inviando un segnale. Questo, a sua volta, potrebbe richiedere al secondo neurone di trasmettere un segnale ad altri neuroni nel circuito neurale.


Se ciò accade, il primo neurone è probabilmente un neurone eccitatorio: uno che richiede ad altri neuroni di sparare [segnali]. Ma i neuroni con il compito contrario sono ugualmente importanti per la funzionalità del nostro cervello: sono i neuroni inibitori, che diminuiscono le probabilità che i neuroni ai quali sono collegati inviino un segnale ad altri.


L'interazione tra eccitazione e inibizione è cruciale per la normale funzionalità delle reti neurali. La sua disregolazione è stata collegata a molti disturbi neurologici e psichiatrici, come l'epilessia, l'Alzheimer e i disturbi dello spettro dell'autismo.

 

Dalle colture cellulari in laboratorio ...

È interessante notare che la quota di neuroni inibitori tra tutti i neuroni nelle varie strutture cerebrali (come la neocorteccia o l'ippocampo) rimane fissa al 15-30% durante tutta la vita di un individuo.


"Questo ha suscitato la nostra curiosità: quanto è importante questa particolare proporzione?"
, ricorda Anna Levina, ricercatrice all'Università di Tubinga e al Max Planck Institute for Biological Cybernetics. "I circuiti neurali con una proporzione diversa tra neuroni eccitatori e inibitori possono funzionare comunque normalmente?".


I suoi collaboratori del Weizmann Institute of Science di Rehovot/Israele hanno progettato un nuovo esperimento che ha permesso di rispondere a queste domande. Hanno fatto crescere colture [di neuroni] che contenevano diversi rapporti, anche estremi, tra neuroni eccitatori e inibitori. Gli scienziati hanno allora misurato l'attività di questi tessuti cerebrali progettati artificialmente.


"Siamo rimasti sorpresi dal constatare che le reti con vari rapporti tra neuroni eccitatori e inibitori rimanevano attive, anche quando questi rapporti erano molto lontani dalle condizioni naturali", spiega il dottorando Oleg Vinogradov collaboratore della Levina. "La loro attività non cambia drasticamente, purché la quota di neuroni inibitori rimanga in qualche punto dell'intervallo dal 10 al 90%".


Sembra che le strutture neurali abbiano un modo di compensare la loro insolita composizione per rimanere stabili e funzionali.

 

... alla comprensione teorica

Perciò è naturale che i ricercatori si siano chiesti: quale meccanismo consente al tessuto cerebrale di adattarsi a queste diverse condizioni? I ricercatori hanno ipotizzato che le reti si adattano regolando il numero di connessioni: se ci sono pochi neuroni inibitori, questi devono assumere un ruolo più grande, generando più sinapsi con gli altri neuroni. Viceversa, se la quota di neuroni inibitori è grande, i neuroni eccitatori devono compensare questo stabilendo più connessioni.


Il modello teorico degli scienziati di Tubinga può spiegare i risultati sperimentali dei loro colleghi di Rehovot e svelare i meccanismi che aiutano a mantenere stabili le dinamiche nel cervello. I risultati forniscono un'immagine più chiara di come viene preservato l'equilibrio eccitazione / inibizione e dove fallisce nelle reti neurali viventi.


Più a lungo termine, potrebbero essere utili per il campo emergente della medicina di precisione: si potrebbero usare colture neurali derivate dalle cellule staminali pluripotenti indotte per scoprire i meccanismi dei disturbi neuropsichiatrici e nuovi farmaci.

 

 

 


Fonte: Max-Planck-Gesellschaft (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nirit Sukenik, Oleg Vinogradov, Eyal Weinreb, Menahem Segal, Anna Levina, Elisha Moses. Neuronal circuits overcome imbalance in excitation and inhibition by adjusting connection numbers. PNAS, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.