Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell'Università di Saskatchewan (USask), potrebbero infine aiutare i medici a identificare le persone con un rischio più alto di sviluppo del disturbo cerebrale irreversibile e progressivo, e aprire la strada a trattamenti che lo rallentano o ne prevengono l'insorgenza.


La ricerca, pubblicata su Scientific Reports all'inizio di gennaio, ha dimostrato che una forma più corta dell'amiloide-beta 42 (Aβ42, il peptide proteico ritenuto causa del MA) arresta il meccanismo che causa danni della sua controparte più lunga.


Il prof. Darrell Mousseau, neurochimico molecolare del Dipartimento di Psichiatria della USask, capo del laboratorio di segnalazione cellulare e docente di ricerca nel MA e nelle demenze correlate, ha detto:

"Mentre l'Aβ42 distrugge il meccanismo usato dalle cellule cerebrali per imparare e formare ricordi, l'Aβ38 inibisce completamente questo effetto, salvando essenzialmente le cellule cerebrali. Studi precedenti avevano suggerito che l'Aβ38 potrebbe non essere dannoso come la forma più lunga, ma questa ricerca è la prima a dimostrare che è realmente protettivo:

"Se potessimo togliere specificamente l'Aβ42 e tenere solo l'Aβ38, forse potremmo aiutare le persone a vivere più a lungo o indurre la malattia a partire più tardi, quello che tutti vorremmo".


L'Aβ42 è tossica per le cellule, interrompe la comunicazione tra di loro, e nel tempo si accumula per formare depositi chiamati placche, una combinazione di fattori ritenuta responsabile del MA. Gli esperti pensano da tempo che tutte le forme dei peptidi Aβ causino il MA, nonostante il fatto che gli studi clinici abbiano dimostrato che la rimozione di questi peptidi dal cervello dei pazienti non previene né tratta la malattia.


Mousseau ha detto che l'idea alla base dello studio era abbastanza semplice: se due amminoacidi in più sono dannosi, cosa fanno due di meno?

"Abbiamo quindi pensato: confrontiamo questi tre peptidi, il 40° amminoacido posseduto dalla maggior parte delle persone, il 42° amminoacido che pensiamo sia coinvolto nel MA, e questo 38°, la versione leggermente più breve", ha detto Mousseau.


Il progetto ha confermato gli effetti protettivi della proteina più corta in varie analisi diverse: nelle versioni sintetiche della proteina nei tubi di prova, nelle cellule umane, in un verme modello ampiamente usato per studiare l'invecchiamento e la neurodegenerazione, nelle preparazioni di tessuto usate per studiare le proprietà della membrana e la memoria, e in campioni cerebrali da autopsie.


Nei campioni cerebrali, hanno anche scoperto che gli uomini con MA che avevano più Aβ42 e meno Aβ38 sono morti a un'età precedente. Il fatto che questo schema non fosse presente nei campioni di donne suggerisce che il peptide proteico si comporta in modo diverso tra uomini e donne.


Il team della USask includeva anche Maa Quartey e Jennifer Nyarko del laboratorio di segnalazione cellulare (Dipartimento di Psichiatria), Jason Maley del Saskatchewan Structural Sciences Centre, Carlos Carvalho nel Dipartimento di Biologia, e Scot Leary nel Dipartimento di Biochimica, Microbiologia e Immunologia. Del team di ricerca facevano parte anche Joseph Buttiglieg della University of Regina e Matt Parsons della Memorial University di Terranova.


Pur aspettandosi di vedere che la forma più breve impedisce il danno causato dalla versione più lunga, Mousseau ha detto che è stato un po' sorpreso da quanto è significativo l'effetto:

"Non appena lo aggiungi, l'Aβ38 riporta la situazione al livello dei controlli, inibendo completamente gli effetti tossici dell'Aβ42. Questa è stata una sorpresa piacevole".

 

 

 


Fonte: Greg Basky in University of Saskatchewan (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Maa Quartey, Jennifer Nyarko, Jason Maley, Jocelyn Barnes, Maria Bolanos, Ryan Heistad, Kaeli Knudsen, Paul Pennington, Josef Buttigieg, Carlos De Carvalho, Scot Leary, Matthew Parsons, Darrell Mousseau. The Aβ(1–38) peptide is a negative regulator of the Aβ(1–42) peptide implicated in Alzheimer disease progression. Scientific Reports, 11 Jan 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.