Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Terapie potenziali per l'Alzheimer rivelate modellando interazioni molecolari complesse

ATP6V1ARiassunto grafico della ricerca.

Con uno studio pubblicato sulla rivista Neuron, ricercatori del Mount Sinai e del Centro Nazionale Geriatria e Gerontologia in Giappone hanno identificato nuovi meccanismi molecolari che guidano il morbo di Alzheimer ad esordio tardivo (MAET), nonché un promettente candidato terapeutico per il trattamento. Il MAET è la forma più diffusa di demenza tra le persone con più di 65 anni, un disturbo cerebrale progressivo e irreversibile che colpisce più di 5,5 milioni di persone negli Stati Uniti e la sesta causa di morte.


"Il nostro studio fa avanzare la comprensione della patogenesi del MAET rivelando non solo le sue strutture globali, ma anche i circuiti dettagliati di complesse interazioni e regolazioni molecolari nelle regioni cerebrali chiave colpite dal MAET", ha affermato l'autore senior Bin Zhang PhD, professore di genetica e scienze genomiche al Mt Sinai e direttore del Center for Transformative Disease Modeling. "I modelli di rete che abbiamo creato servono come modello per identificare nuovi bersagli terapeutici che rispondono direttamente all'urgente necessità di nuovi modi per prevenire, trattare e ritardare l'insorgenza del MAET".


Precedenti studi di associazione genetica sull'intero genoma (GWAS) hanno identificato alcune mutazioni genetiche associate al MAET, ma sono rimaste non caratterizzate le varianti causali della malattia. Per esplorare i meccanismi molecolari che guidano la patogenesi di MAET, il team guidato dal Mt Sinai ha eseguito un'analisi biologica di rete integrativa di un intero genoma e il sequenziamento dell'RNA di varie regioni cerebrali corticali su centinaia di donatori, sia sani che con MAET. Questo lavoro ha rivelato migliaia di cambiamenti molecolari e ha scoperto numerose sottoreti geniche specifiche di neuroni disregolate nel MAET.


Da quell'indagine i ricercatori hanno previsto che l'ATP6V1A, un gene che codifica proteine, ha un ruolo importante in un percorso di segnalazione cruciale del cervello e che il suo deficit potrebbe essere ricondotto al MAET. Tale collegamento è stato valutato usando due metodi: una tecnica basata su CRISPR per manipolare i livelli di ATP6V1A nelle cellule cerebrali in vitro abbinate a donatori e nell'abbattimento basato su RNAi in modelli di Drosophila transgenici, il che significa che il materiale genetico viene introdotto artificialmente nei moscerini della frutta e geni specifici sono realmente silenziati per studiare gli effetti. Infatti, l'abbattimento del ATP6V1A ha peggiorato la neurodegenerazione correlata al MAET in entrambi i modelli.


In modo altrettanto significativo, i ricercatori hanno predetto che un composto farmacologico, NCH-51, potrebbe normalizzare i geni disregolati nel MAET, incluso l'ATP6V1A, e hanno dimostrato che il NCH-51 ha migliorato notevolmente gli effetti neuronali e neurodegenerativi del deficit di ATP6V1A in entrambi i sistemi modello. In particolare, l'esperimento basato su CRISPR che ha usato cellule staminali pluripotenti indotte umane (hiPSC) ha dimostrato che la repressione di ATP6V1A, in particolare in combinazione con l'amiloide-β, un segno distintivo neuropatologico chiave dell'Alzheimer, ha avuto un impatto drastico sulla funzione neuronale.


"Il sistema basato sull'uomo che abbiamo creato si è rivelato un modo promettente per modellare i meccanismi alla base del rischio e della progressione di malattie come il MAET in cui non sono disponibili tessuti viventi", ha osservato Kristen Brennand PhD, professoressa associata di genetica e scienze genomiche al Mt Sinai e coautrice dello studio.


Anche gli esperimenti con le Drosophila sono stati rivelatori, dimostrando che il deficit di ATP6V1A ha esacerbato sia la tossicità mediata da amiloide-β che la degenerazione degli assoni mediata da tau.


"Questa scoperta suggerisce che l'ATP6V1A può avere ampi effetti neuroprotettivi e servire come potenziale bersaglio terapeutico per altre malattie neurodegenerative correlate alla tau"
, afferma il dott. Koichi Iijima, capo del dipartimento di ricerca di Alzheimer al National Center for Geriatrics and Gerontology in Giappone e coautore senior dello studio.


Come sottolinea il dottor Zhang, la ricerca rivoluzionaria del Mt Sinai e del suo partner giapponese potrebbe avere un significato oltre il semplice MAET. "Abbiamo creato una struttura per la modellazione avanzata di malattie umane complesse in generale", spiega, "e questo potrebbe portare alla scoperta di meccanismi molecolari e all'identificazione di nuovi bersagli in grado di fornire nuove terapie trasformative".

 

 

 


Fonte: Mount Sinai Health System (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Minghui Wang, ..., Valentina Fossati, Bin Zhang. Transformative Network Modeling of Multi-omics Data Reveals Detailed Circuits, Key Regulators, and Potential Therapeutics for Alzheimer’s Disease. Neuron, 24 Nov 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.