Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nilotinib appare sicuro e intacca i biomarcatori dell'Alzheimer in esperimento clinico

Uno studio clinico eseguito al Centro Medico della Georgetown University, che ha valutato il farmaco anticancro nilotinib nelle persone con morbo di Alzheimer (MA), riferisce che è sicuro e ben tollerato, e i ricercatori dicono che il farmaco deve essere testato in uno studio più ampio per determinare meglio la sua sicurezza ed efficacia come potenziale strategia modificante la malattia.


I risultati del piccolo studio di fase II, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, per valutare l'impatto di basse dosi di nilotinib (Tasigna® della Novartis), sono stati pubblicati online il 29 maggio su Annals of Neurology. Il nilotinib è approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) per il trattamento della leucemia mieloide cronica. Il significato dello studio sul nilotinib per il MA deriva dalla ricerca clinica e di laboratorio condotta dal Georgetown Translational Neurotherapeutics Program (TNP) diretto da Charbel Moussa MBBS/PhD.


Il nilotinib sembra aiutare ad eliminare le placche di amiloide-beta (Aβ) e i grovigli di tau accumulati nei neuroni nel cervello, le caratteristiche del MA. Il nilotinib sembra penetrare la barriera emato-encefalica e accendere la macchina di 'smaltimento dei rifiuti' dentro i neuroni (un meccanismo chiamato autofagia) per eliminare tau, Aβ e altre proteine ​​tossiche.


Raymond Turner PhD/MD, direttore del Georgetown Memory Disorders Program, è stato il primo autore dello studio sul MA: “L'obiettivo primario di questo studio era determinare la sua sicurezza e la tollerabilità nei pazienti di MA. Lo studio ha trovato che è sicuro e ben tollerato, come abbiamo anticipato, e che può avere benefici di modifica della malattia”.


Dopo un'attenta selezione, 37 persone con demenza lieve causata da MA sono stati randomizzati in gruppi placebo o nilotinib per lo studio di 12 mesi. Hanno assunto una dose di 150 mg di nilotinib o placebo per via orale una volta al giorno per 26 settimane, seguite da 300 mg al giorno di nilotinib o placebo per altre 26 settimane. Per evitare alterazioni, lo studio è stato reso ceco, il che significa che né i partecipanti allo studio, né i ricercatori hanno saputo fino alla fine dello studio chi riceveva il farmaco attivo o il placebo.


Il nilotinib è sicuro e ben tollerato, anche se sono stati osservati più eventi avversi, in particolare sbalzi d'umore (agitazione e irritazione), alla dose di 300 mg. Gli sbalzi d'umore erano significativamente più alti tra 6 e 12 mesi dopo che la dose è stata aumentata da 150 mg a 300 mg al giorno. Il nilotinib ha un'avvertenza della FDA a causa dei problemi cardiovascolari che possono portare alla morte improvvisa dei pazienti con cancro (di solito trattati con 600 mg al giorno), ma nessuno di tali incidenti si è verificato in questo studio (dose massima di 300 mg al giorno).


L'onere dell'amiloide, misurato con le scansioni cerebrali, si è ridotto nel gruppo nilotinib rispetto al gruppo placebo. Sono state misurate due forme di amiloide nel liquido cerebrospinale. L'Aβ40 si è ridotta a 6 mesi e l'Aβ42 si è ridotta a 12 mesi nel gruppo nilotinib rispetto al placebo. La perdita di volume dell'ippocampo (sulle scansioni MRI del cervello) si è attenuata a 12 mesi e la fosfo-tau-181 nel fluido spinale si è ridotta a 6 e 12 mesi nel gruppo trattato con nilotinib.


“I dati attuali sono in accordo con precedenti studi pre-clinici e clinici della Georgetown, suggerendo che il nilotinib è un potenziale farmaco modificante la malattia che induce l'autofagia delle proteine ​​neurotossiche, comprese Aβ40 / Aβ42 e fosfo-tau-181”, spiega Moussa, professore associato di neurologia e autore senior dello studio. “L'aumento degli sbalzi d'umore con 300 mg di nilotinib è associato ad un aumento dose-dipendente della dopamina cerebrale, suggerendo che 150 mg di nilotinib è il dosaggio ottimale da indagare in un futuro studio di MA”.


Turner sottolinea che “questo è il primo trattamento orale che ha dimostrato di abbassare l'onere amiloide nel cervello". Anche se questo si è realizzato in precedenza con diversi anticorpi anti-amiloide, questi trattamenti non possono essere somministrati per via orale. Sono ora in fase di pianificazione studi successivi sul MA, conclude Turner.


“I risultati di questo studio esplorativo che ri-propongono il nilotinib sono incoraggianti”, dice Howard Fillit MD, fondatore, direttore esecutivo e responsabile scientifico dell'Alzheimer’s Drug Discovery Foundation, un finanziatore dello studio. “Abbiamo sostenuto questa ricerca come parte di una iniziativa più ampia per usare le conoscenze acquisite dalla ricerca sul cancro per far progredire trattamenti efficaci per il MA”.


Turner riferisce che la Georgetown University riceve fondi per la ricerca sul MA da Roche / Genentech, Lilly, Biogen, Merck e Acadia.

 

 

 


Fonte: Georgetown University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Raymond Turner, Michaeline Hebron, Abigail Lawler, Elizabeth Mundel, Nadia Yusuf, Nathan Starr, Muhammad Anjum, Fernando Pagan, Yasar Torres‐Yaghi, Wangke Shi, Sanjana Mulki, Dalila Ferrante, Sara Matar, Xiaoguang Liu, Giuseppe Esposito, Frank Berkowitz, Xiong Jiang, Jaeil Ahn, Charbel Moussa. Nilotinib Effects on Safety, Tolerability, and Biomarkers in Alzheimer's Disease. Annals of Neurology, 28 May 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.