Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Tecnologia d'avanguardia consente diagnosi precoce dell'Alzheimer

breakthrough technology for early detection of alzheimerIl team effettua esperimenti sui topi con lo scanner animale MRI 3T alla City University di Hong Kong.

Un team di ricerca guidato anche da uno scienziato della City University di Hong Kong (CityU) ha scoperto un modo nuovo e non invasivo per rilevare il morbo di Alzheimer (MA) in uno stadio precoce, aiutando i pazienti a ottenere i trattamenti necessari circa 10 anni prima della comparsa dei sintomi.


La dott.ssa Kannie Chan Wai-yan, professore associato del Dipartimento di Ingegneria Biomedica della ​​CityU, e il suo team di ricerca, in collaborazione con la Johns Hopkins University negli Stati Uniti, hanno sviluppato un approccio di scansione molecolare basato sulla risonanza magnetica (MRI). L'approccio MRI misura dinamicamente i cambiamenti nei livelli del glucosio nel sistema linfatico del cervello, che potrebbero fornire i primi indizi sulla malattia.


Secondo la dott.ssa Chan, la parte difficile per identificare il MA è che le prime anomalie, come la comparsa di placche di proteine, ​​sono simili al normale processo di invecchiamento presente nel cervello umano. Ancora più difficile, i sintomi possono apparire anni dopo che insorgano le patologie nel cervello.


Una delle caratteristiche del MA precoce è l'assorbimento di glucosio e l'eliminazione da parte del sistema glinfatico, che è il sistema linfatico nel cervello. Attualmente, l'assorbimento e il metabolismo del glucosio possono essere valutati attraverso la tomografia ad emissione di positroni (PET) negli ospedali. Tuttavia, le scansioni PET con traccianti radioattivi sono costose e la loro natura invasiva ha ostacolato la sua applicazione clinica. Inoltre, i pazienti non possono essere analizzati troppo frequentemente con traccianti radioattivi.


Il nuovo approccio di scansione del gruppo della dott.ssa Chan, basato sulla 'MRI a trasferimento di saturazione di scambio chimico' (Chemical Exchange Saturation Transfer MRI, o CEST MRI), valuta l'assorbimento di glucosio e l'eliminazione nel sistema linfatico nel cervello di topi, in modo non invasivo. “Mentre la CEST MRI è già stata usata nella diagnosi dei tumori cerebrali, questa è la prima volta che è usata per valutare la funzione del sistema linfatico”, ha detto la dott.ssa Chan.


Il team ha effettuato gli esperimenti usando uno scanner animale MRI 3T alla CityU, l'unico del suo genere a Hong Kong. Hanno iniettato glucosio in topi con MA e topi sani da 6 a 16 mesi di età. Con la CEST MRI, ha poi misurato simultaneamente la risposta dinamica del glucosio sia nel fluido cerebrospinale che nel parenchima cerebrale.


Secondo i risultati MRI, i topi con MA hanno tassi significativamente ridotti di eliminazione del liquido cerebrospinale rispetto ai topi sani di pari età, a causa di anomalie nel sistema di drenaggio del cervello.


Inoltre, è stato rilevato un assorbimento significativamente più alto del glucosio nel parenchima cerebrale dei topi di sei mesi con MA rispetto ai topi sani della stessa età. Per l topi di 16 mesi con MA, è stato trovato un assorbimento significativamente più basso del glucosio sia nel parenchima cerebrale che nel liquido cerebrospinale, rispetto ai topi sani.


Questi risultati fanno eco alle ricerche precedenti che avevano usato altre metodologie e che sono punti di riferimento per distinguere il MA dal normale invecchiamento. È importante sottolineare che le anomalie vengono rilevate nella fase iniziale del MA, quando si è sviluppata ancora poca neuropatologia nel cervello, contribuendo così ad arrestare o almeno rallentare la progressione verso una fase più devastante della malattia che colpisce la vita quotidiana dei pazienti.


“Utilizzando il glucosio come ‘tracciante’, il nostro metodo di scansione può rilevare sensibilmente cambiamenti caratteristici della funzione del sistema linfatico a livello molecolare in una fase precoce della malattia, aiutandoci a differenziarla dal normale invecchiamento”, ha detto la dott.ssa Chan.


Il team ritiene che questa valutazione non invasiva del sistema glinfatico possa servire come biomarcatore di scansione per rivelare la patologia precoce del MA. “Il glucosio è naturale, biodegradabile e usato comunemente negli ospedali per i test, come la tolleranza al glucosio. Usarlo come agente di contrasto per la risonanza magnetica è non-invasivo e sicuro“, ha aggiunto.


Il nuovo metodo di scansione è compatibile con le macchine MRI usate attualmente nelle cliniche e negli ospedali, il che implica un costo basso di messa a punto e un trasferimento facile alle applicazioni cliniche. La dott.ssa Chan prevede che le sperimentazioni cliniche possono iniziare entro tre anni.

 

 

 


Fonte: Kenix Wong in City University of Hong Kong (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jianpan Huang, Peter van Zijl, Xiongqi Han, Celia Dong, Gerald Cheng, Kai-Hei Tse, Linda Knutsson, Lin Chen, Joseph Lai, Ed Wu, Jiadi Xu, Kannie Chan. Altered d-glucose in brain parenchyma and cerebrospinal fluid of early Alzheimer’s disease detected by dynamic glucose-enhanced MRI. Science Advances 13 May 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.