Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Individuata variante di un gene che evita l'Alzheimer in alcune persone

John Strudwick A Golden Thread KlothoLe Moire Cloto e Lachesi intente a tessere il filo del fato. La Moira Atropo siede nell'attesa inesorabile di reciderlo - John Strudwick, A Golden Thread (Un filo prezioso), 1885 (olio su tela)

Le persone con una variante di un gene che aumenta molto il loro rischio di morbo di Alzheimer (MA) sono protetti dai suoi effetti debilitanti se sono portatori anche di una variante di un gene completamente diverso, secondo un nuovo grande studio eseguito alla Stanford University.


I risultati, pubblicati il 13 aprile su JAMA Neurology, suggeriscono che una parte sostanziale del 15% stimato di americani portatori della variante genetica ad alto rischio sono protetti in una certa misura dalla malattia da una variante di un altro gene. (Un gene è spesso presente in varie versioni o varianti, che possono produrre tratti differenti).


Lo studio può aiutare gli sviluppatori di farmaci a identificare trattamenti per quella che, nonostante i miliardi di dollari spesi nella ricerca di terapie efficaci, rimane una malattia senza cura.


Circa 5 milioni di americani, compreso 1 over-65 su 10 e un terzo degli over-85, ha il MA sintomatico e i numeri ancora maggiori hanno un precursore sottile chiamato 'lieve decadimento cognitivo'. Circa la metà di quest'ultima condizione passerà al MA conclamato. Ci sono farmaci che possono in ​​qualche modo rallentare lo sviluppo dei sintomi cognitivi, ma nessun farmaco per prevenire la progressione della malattia o per allungare la vita dei pazienti.


Le cause del MA non sono chiare, probabilmente ci sono numerosi fattori. Ma gli scienziati conoscono da tre decenni un importante contributore al disordine: una variante genetica (ApoE4) che è più di tre volte più frequente nei malati di MA rispetto alle persone senza la malattia.

 

Più del 50% dei malati di MA ha l'ApoE4

Michael Greicius MD/MPH, professore associato di neurologia e direttore dello Stanford Center for Memory Disorders, nonché autore senior dello studio, ha detto:

“Mentre il 15% delle persone sane hanno la variante genetica ApoE4, è presente in oltre il 50% dei malati di MA. Una copia dell'ApoE4 triplica o quadruplica il rischio, a fronte di nessuna copia. Se hai due copie, il rischio aumenta di dieci volte”.

“Avere una o due copie dell'ApoE4 sposta l'età in cui ci si ammala da 5 a 10 anni. Ma si è capito che non tutti i portatori di ApoE4 sono destinati a sviluppare la malattia. La variante del gene che abbiamo studiato ti protegge dal MA“.


Un tratto distintivo del MA è l'aggregazione nel cervello di depositi gommosi, o placche, composte da una proteina chiamata amiloide-beta (Aβ). L'aggregazione di Aβ inizia più di 10 anni prima della comparsa dei sintomi. “Nel momento in cui qualcuno ha i sintomi, la mucca amiloide è già uscita dalla stalla”, ha detto Greicius.


I recenti progressi tecnologici hanno permesso la previsione precoce dell'insorgenza del MA analizzando i livelli di Aβ e di altre proteine ​​nel liquido cerebrospinale, e rilevando l'accumulo di placche nel cervello tramite scansione. Questi biomarcatori permettono di predire l'insorgenza della malattia prima che i sintomi esteriori diventino evidenti, o per confermare la diagnosi già data sulla base di osservazioni comportamentali.


Eppure anche avere due copie di ApoE4 non garantisce in alcun modo che una persona svilupperà il MA. Alcune di queste persone vivono fino a 85 o 90 anni senza sintomi; siano protetti, in qualche modo, dagli effetti debilitanti di questa variante del gene. Greicius si è chiesto perché: alcune di queste persone condividono varianti genetiche che le proteggono?

 

Il ruolo della Cloto

Lui e i suoi collaboratori si sono concentrati su una variante di un gene per una proteina chiamata Cloto (Klotho). Alti livelli ematici di Cloto prevedono la longevità negli studi su animali. C'è anche la prova di questo effetto negli esseri umani. Per ragioni complicate, essere portatori di una singola copia della variante Cloto (uno status genetico detto eterozigoto), ma non di due copie, aumenta i livelli circolanti della proteina Cloto.


Per valutare la relazione tra stato della variante di Cloto e il rischio di MA dell'ApoE4, i ricercatori hanno setacciato banche dati accessibili al pubblico trovando dati su 22.748 portatori di ApoE4 con e senza sintomi di MA. Tutti i soggetti erano over-60 e di origine europea nord-occidentale.


I ricercatori hanno calcolato la probabilità di quei soggetti con o senza una singola copia della variante Cloto di finire con sintomi di MA rispetto ai rimanenti asintomatici. Hanno tracciato nel tempo i portatori di ApoE4 asintomatici per determinare se quelli con una sola copia di Cloto avevano meno probabilità di sviluppare sintomi di MA.


Hanno inoltre analizzato circa 650 soggetti per vedere se quelli con una sola copia avevano meno probabilità di sviluppare livelli cerebrospinali di Aβ o depositi cerebrali di Aβ che predicono l'insorgenza della malattia.


I risultati sono stati inequivocabili.


“In questo gruppo di portatori di ApoE4, una copia (ma non due) della variante di Cloto ha ridotto del 30% il rischio di MA”,
ha detto Michael Belloy PhD, primo autore dello studio. Ha rallentato notevolmente la progressione dallo stato senza sintomi verso i segni del lieve deterioramento cognitivo o addirittura del MA. E ha abbassato l'onere di Aβ nel cervello dei portatori di ApoE4 che non erano ancora passati alla demenza.


Circa il 25% degli americani sono eterozigoti per la variante protettiva di Cloto. (Una quota molto più piccola ha due copie, e il resto non ne ha). I test genetici per lo stato di Cloto tra i portatori di ApoE4 potrebbe fornire un migliore indicatore del rischio di MA nelle persone con la variante ApoE4, ha detto Greicius.


Inoltre, le aziende farmaceutiche dovranno escludere i pazienti con una singola copia di Cloto nei loro studi clinici, per massimizzare il contrasto negli esiti tra i partecipanti ApoE4-positivi che ricevono o non ricevono un trattamento sperimentale, ha detto Greicius.


Questi studi, spesso reclutano di preferenza portatori di ApoE4, che sono più predisposti al MA, per rendere più facile rilevare entro un ragionevole lasso di tempo se un farmaco sperimentale funziona. Eliminando i potenziali partecipanti che hanno l'ApoE4, ma che sono potenzialmente protetti dalla variante di Cloto individuata nel nuovo studio, i ricercatori possono sperare di ottenere un quadro più chiaro del valore di un farmaco in prova.


Imparando di più come funziona la variante genetica protettiva può portare a una comprensione più sofisticata dell'effetto debilitante dell'ApoE4 sulla cognizione e, soprattutto, aiutare i ricercatori ad arrivare a bersagli terapeutici per prevenire o attenuare questi effetti, ha detto Greicius.

 

 

 


Fonte: Bruce Goldman in Stanford University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michael Belloy, Valerio Napolioni, Summer Han, Yann Le Guen, Michael Greicius, for ADNI. Association of Klotho-VS Heterozygosity With Risk of Alzheimer Disease in Individuals Who Carry APOE4. JAMA Neurol. 13 Apr 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.