Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovata correlazione tra lieve deterioramento del comportamento e Alzheimer

Una nuova ricerca eseguita alla McGill University in Canada ha scoperto che la presenza e la gravità del lieve deterioramento comportamentale (MBI) in soggetti cognitivamente sani sono associati con è forza con la presenza di depositi di placche amiloidi nel cervello, un segno distintivo del morbo di Alzheimer (MA).


Negli ultimi anni, gli scienziati hanno condotto più di 100 studi clinici nella speranza di trovare nuovi indicatori in grado di diagnosticare il MA prima della manifestazione dei sintomi clinici, come la perdita di memoria. Nonostante si fosse già suggerito che l'MBI, caratterizzato da cambiamenti nei modelli normali di comportamento negli anziani, fosse un indicatore, il suo ruolo non era ancora stato convalidato.


Con uno studio recente, pubblicato su Alzheimer’s and Dementia, Firoza Lussier ha collaborato con l'Alzheimer’s Disease Research Unit della McGill University per scoprire che l'MBI può dare benissimo indizi importanti sulle prime fasi della demenza.

 

Collegamento tra sintomi cognitivi e non cognitivi

Al fine di verificare l'associazione tra MBI e prime fasi del MA, i ricercatori hanno usato delle tecniche di scansione per misurare i depositi di placca amiloide (proteina alla base del MA) nel cervello di quasi 100 individui anziani cognitivamente sani con vari gradi di MBI, inseriti nella coorte Translational Biomarkers in Aging and Dementia (TRIAD).


“Il progetto unico della coorte TRIAD della McGill permette a scienziati giovani come Firoza di scoprire l'impatto sul comportamento umano di malattie dove proteine ​​specifiche sono diventate anomale", afferma il dott. Pedro Rosa-Neto, direttore del Centro Ricerca sull'Invecchiamento della McGill University.


Questa è la prima volta che un team di ricerca indaga sul rapporto tra MBI e biomarcatori del MA nei soggetti anziani:

“Abbiamo scoperto che la presenza e la gravità dell'MBI in questi soggetti cognitivamente sani erano associati con forza con la presenza di placche amiloidi nel cervello, che è uno dei primi cambiamenti patologici del MA”, dice Firoza Lussier, dottoranda di neuroscienze alla McGill.

 

Uso dell'MBI come strumento di previsione

Si è osservato che l'MBI potrebbe potenzialmente essere un indicatore interessante per la diagnosi del MA, prima della comparsa dei sintomi. Ciò potrebbe essere fatto con l'aiuto della Mild Behavioral Impairment Checklist (MBI-C), uno strumento usato per codificare i sintomi del disturbo mentale attribuibili a malattie del sistema nervoso nelle persone in pre-demenza.


“Si tratta di uno studio importante perché può aiutare a identificare le persone che hanno un rischio più elevato di progressione al MA, usando una scala clinica amichevole sviluppata in Canada dal dott. Zahinoor Ismail, e già disponibile in tutto il mondo”, aggiunge il dott. Serge Gauthier, direttore dell'Alzheimer Disease and Related Disorders Research Unit.


La Lussier e i suoi colleghi ora sperano di condurre studi longitudinali di scansione per confermare se la MBI è predittiva dei cambiamenti ai biomarcatori del MA.

 

 

 


Fonte: McGill University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Firoza Lussier, Tharick Pascoal, Mira Chamoun, Joseph Therriault, Cécile Tissot, Mélissa Savard, Min Su Kang, Sulantha Mathotaarachchi, Andrea Benedet, Marlee Parsons, Muhammad Naveed Iqbal Qureshi, Émilie Thomas, Monica Shin, Laurie-Anne Dion, Gassan Massarweh, Jean-Paul Soucy, I-Huang Tsai, Paolo Vitali, Zahinoor Ismail, Pedro Rosa-Neto, Serge Gauthier. Mild behavioral impairment is associated with β-amyloid but not tau or neurodegeneration in cognitively intact elderly individuals. Alzheimer's & Dementia, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)