Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il virus West Nile innesca l'infiammazione nel cervello inibendo la degradazione delle proteine

West Nile virus under electromicroscopyIl virus del Nilo occidentale (West Nile virus) al microscopio elettronico, in giallo (Fonte: Cynthia Goldsmith, P.E. Rollin, USCDCP)

Il virus West Nile (WNV), o del Nilo Occidentale, inibisce l'autofagia (un sistema essenziale che digerisce o rimuove i componenti cellulari come le proteine) inducendo l'aggregazione delle proteine ​​nelle cellule infette, innescando la morte cellulare e infiammazione del cervello (encefalite), secondo dei ricercatori dell'Università di Hokkaido. Essi hanno inoltre scoperto che un farmaco può indurre l'autofagia a rimuovere gli aggregati proteici e quindi a prevenire la morte delle cellule.


La febbre West Nile è una zoonosi diffusa attraverso la puntura di una zanzara infetta. Focolai di febbre West Nile sono stati segnalati in tutto il mondo, principalmente in Nord America e in Europa, e hanno causato centinaia di morti negli ultimi decenni. Dopo che un essere umano è stato infettato, avviene una replicazione temporanea del virus nei tessuti periferici. In alcuni pazienti, il virus entra nel cervello, infetta le cellule neurali e causa la morte delle cellule e gravi casi di encefalite.


Il gruppo aveva scoperto in precedenza che l'infezione WNV induce l'accumulo di proteine ​nelle cellule neurali, ma erano ancora da chiarire i meccanismi descritti che sottendono l'accumulo, e come [tale infezione] innesca la malattia neurologica. Mancano anche metodi assodati per trattare specificamente l'encefalite virale, che può essere causata da vari tipi di virus.


Nello studio attuale, pubblicato su PLoS Pathogens, il team di ricerca, che comprendeva Shintaro Kobayashi e Kentaro Yoshii della Hokkaido University, si è focalizzato sull'autofagia per chiarire come si formano gli aggregati proteici nelle cellule dopo l'infezione WNV.


Inducendo l'espressione di proteine virali codificate nelle cellule neuronali in coltura, i ricercatori hanno iniziato identificando la proteina virale, chiamata proteina capside, che provoca l'accumulo di proteine ​nelle cellule neurali. La proteina capside ha indotto l'accumulo e l'aggregazione delle proteine ​​nelle cellule infettate inibendo l'autofagia, un sistema digestivo cellulare.


Hanno inoltre scoperto che la proteina capside lo fa distruggendo un fattore che induce l'autofagia, chiamato 'proteina chinasi attivata da AMP' (AMPK, AMP-activated protein kinase). Quando hanno trattato le cellule infette con un farmaco che induce l'autofagia, sono sparite sia l'aggregazione proteica che la morte cellulare.


Inoltre, uno studio con un modello di topo ha dimostrato che il WNV con mutazioni nella proteina capside era in grado di danneggiare le cellule neurali o causare encefalite. Questi risultati suggeriscono che il WNV inibisce l'autofagia attraverso la proteina capside e che il conseguente accumulo di proteina è coinvolto nell'insorgenza di disturbi del sistema nervoso centrale.


Le anomalie nell'autofagia sono coinvolte nella nascita di diverse malattie, comprese le malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer. Quindi, la nostra scoperta potrebbe contribuire a chiarire la patologia della febbre del Nilo occidentale, come pure di altre malattie associate ad anomalie dell'autofagia, e [contribuire] a sviluppare metodi di trattamento“, ha detto Shintaro Kobayashi del team di ricerca all'Università di Hokkaido.

 

 

 


Fonte: Hokkaido University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Shintaro Kobayashi, Kentaro Yoshii, Wallaya Phongphaew, Memi Muto, Minato Hirano, Yasuko Orba, Hirofumi Sawa, Hiroaki Kariwa. West Nile virus capsid protein inhibits autophagy by AMP-activated protein kinase degradation in neurological disease development. PLOS Pathogens, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.