Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le piante, che vivono fino a 5.000 anni, possono dirci qualcosa sulla longevità?

L'organismo vivente conosciuto più antico sulla Terra è una pianta chiamata Matusalemme, un pino dai coni setolosi (Pinus longaeva, Balfourianae) che ha più di 5.000 anni. Al contrario, gli animali vivono al massimo solo poche centinaia di anni. Possiamo imparare qualcosa sulla longevità dalle piante e restare giovani per sempre, o anche riconquistare la giovinezza perduta?


Nel 2009 il Premio Nobel per la medicina è stato assegnato alla “scoperta di come i cromosomi sono protetti dai telomeri e dall'enzima telomerasi”. La telomerasi è stata isolata da un organismo unicellulare che vive nelle impurità superficiali di uno stagno. Come si è poi scoperto, la telomerasi esiste in quasi tutti gli organismi pluricellulari, compresi gli esseri umani, e ha un ruolo cruciale nell'invecchiamento e nel cancro. Gli scienziati si stanno affannando a scoprire come usare la telomerasi per rendere immortali le cellule umane.


Per la prima volta, uno studio condotto dai gruppi che collaborano con Julian Chen dell'Arizona State University e Dorothy Shippen della Texas A&M University ha svelato nelle piante terrestri la struttura dettagliata e la funzione della componente dell'RNA dell'enzima telomerasi. I componenti dell'RNA della telomerasi di piante terrestri, come il pino, mostrano il collegamento tra il ciliato (impurità di stagno) e la telomerasi umana e offrono nuove intuizioni nella evoluzione della telomerasi negli eucarioti.


Questo studio è stato pubblicato il 18 novembre su PNAS dal team che comprende anche il prof. Yang Li, assistente di ricerca dell'ASU e dal dottorando Dhenugen Logeswaran.

 

 

La fontana della giovinezza a livello molecolare

Le cellule umane tipiche sono mortali e non possono rinnovarsi sempre. Come dimostrato da Leonard Hayflick mezzo secolo fa, le cellule umane hanno una durata di vita replicativa limitata, e quelle più anziane raggiungono il limite prima delle più giovani. Questo 'limite Hayflick' della durata della vita cellulare è direttamente correlato al numero di ripetizioni singole del DNA presenti alle estremità dei cromosomi che portano materiale genetico. Queste ripetizioni di DNA fanno parte delle strutture protettive a forma di cappuccio, definite 'telomeri', che salvaguardano le estremità dei cromosomi da rimaneggiamenti indesiderati e ingiustificati del DNA che destabilizzerebbero il genoma.


Ogni volta che la cellula si divide, il DNA telomerico si contrae e alla fine non riesce a proteggere le estremità dei cromosomi. Questa contrazione continua della lunghezza dei telomeri è come un 'orologio molecolare' che conta all'indietro fino alla fine della crescita cellulare. La diminuzione della capacità di crescere delle cellule è fortemente associata con il processo di invecchiamento, e la popolazione ridotta di cellule contribuisce direttamente alla debolezza, alle malattie e al collasso degli organi.


A contrastare il processo di contrazione dei telomeri c'è la telomerasi, l'enzima che, da solo, contiene la chiave per ritardare o addirittura invertire il processo di invecchiamento cellulare. La telomerasi fronteggia l'invecchiamento cellulare allungando i telomeri, ripristinando altre ripetizioni di DNA perse per aggiungere tempo al conto alla rovescia dell'orologio molecolare, ed estendendo in modo efficace la durata della vita della cellula.


La telomerasi allunga ripetutamente i telomeri sintetizzando ripetizioni DNA molto brevi di 6 nucleotidi - i mattoni del DNA - con la sequenza 'GGTTAG' alle estremità dei cromosomi presa da un modello situato all'interno del componente RNA dell'enzima stesso.


La contrazione progressiva dei telomeri danneggia la capacità replicativa delle cellule staminali umane, le cellule che ripristinano tessuti danneggiati e/o ricostituiscono organi invecchiati nel nostro corpo. L'attività della telomerasi nelle cellule staminali adulte rallenta semplicemente il conto alla rovescia dell'orologio molecolare ma non dà immortalità completa a queste cellule. Pertanto, negli individui invecchiati le cellule staminali adulte si esauriscono a causa dell'accorciamento della lunghezza dei telomeri, determinando un aumento dei tempi di guarigione e la degradazione del tessuto degli organi a causa di popolazioni inadeguate di cellule.

 

 

Identificare i componenti della telomerasi da piante terrestri

“Lo studio della telomerasi è stato difficile a causa della sua natura altamente divergente tra le specie eucariote. Gli eucarioti sono organismi le cui cellule hanno un nucleo racchiuso all'interno di una membrana”, ha spiegato Chen. “L'identificazione del RNA della telomerasi nelle piante terrestri è un passo avanti significativo per capire come, in ultima analisi, questo enzima controlla la stabilità del genoma e l'immortalità cellulare in tutti gli organismi eucarioti”.


La telomerasi contiene due componenti fondamentali per la funzione enzimatica: uno è una proteina, e l'altro è una molecola di RNA che fornisce il modello per la sintesi del DNA. RNA e DNA sono entrambi acidi nucleici che possono memorizzare informazioni sulla sequenza genetica. La componente RNA della telomerasi è estremamente divergente nella sua sequenza ed è difficile da trovare nei vari organismi eucarioti. In effetti, quasi un decennio fa è stata segnalata una molecola di RNA non corretta come l'RNA della telomerasi nelle piante, e solo oggi è stata scoperta quella corretta.


I componenti RNA della telomerasi sia da impurità di stagno unicellulari a vita libera, che da esseri umani, mostrano differenze marcate. È interessante notare che l'RNA della telomerasi delle piante condivide caratteristiche di RNA della telomerasi sia di impurità di stagno che umane; vale a dire che è l'«anello mancante».

 

 

Attingere dal pieno potenziale della telomerasi

Comprendere la regolazione e la limitazione dell'enzima telomerasi è promettente per invertire la contrazione dei telomeri e l'invecchiamento cellulare, con la possibilità di estendere la durata della vita umana e migliorare la salute e il benessere delle persone anziane.


Le malattie umane che includono la discheratosi congenita, l'anemia aplastica e la fibrosi polmonare idiopatica sono state legate geneticamente a mutazioni che dannenggiano l'attività della telomerasi e/o accelerano la perdita di lunghezza dei telomeri. Questo accorciamento accelerato dei telomeri assomiglia molto all'invecchiamento precoce con un deterioramento più alto degli organi e una minore longevità del paziente causata da popolazioni cellulari insufficienti in modo cruciale. L'aumento dell'attività della telomerasi è apparentemente il mezzo più promettente per trattare queste malattie.


Mentre la maggiore attività della telomerasi potrebbe portare gioventù alle cellule che invecchiano e curare le malattie da invecchiamento precoce, l'eccesso di una cosa buona può essere dannoso per l'individuo. Proprio come le cellule staminali giovanili usano la telomerasi per compensare la perdita di lunghezza dei telomeri, le cellule tumorali usano la telomerasi per mantenere la loro crescita aberrante e distruttiva. L'aumento e la regolazione della funzione della telomerasi dovranno essere eseguiti con precisione, camminando su una linea sottile tra il ringiovanimento delle cellule e un elevato rischio di sviluppo del cancro.


Diversamente dalle cellule staminali umane, quelle somatiche costituiscono la stragrande maggioranza delle cellule del corpo umano e mancano dell'attività della telomerasi. La carenza di telomerasi nelle cellule somatiche umane riduce il rischio di cancro, poiché la telomerasi alimenta la crescita incontrollata delle cellule tumorali.


Pertanto, non sono auspicabili farmaci che aumentano indiscriminatamente l'attività della telomerasi in tutti i tipi di cellule. Si possono selezionare o progettare farmaci a piccola molecola per aumentare l'attività della telomerasi esclusivamente all'interno delle cellule staminali, sia per trattare le malattie che come terapia antinvecchiamento, senza aumentare il rischio di cancro.


Lo studio della telomerasi delle piante può offrire nuove direzioni su come modulare o costruire la telomerasi umana per sviluppare terapie innovative antinvecchiamento e antitumorali.

 

 

 


Fonte: Arizona State University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Dhenugen Logeswaran, Yang Li, ..., Dorothy Shippen, Julian Chen. The conserved structure of plant telomerase RNA provides the missing link for an evolutionary pathway from ciliates to humans, PNAS, 2019

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.