Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Insegnare la felicità ai caregiver di demenza riduce depressione e ansia

Prendersi cura dei familiari con demenza - che è in aumento negli Stati Uniti - provoca uno stress emotivo e fisico significativo che aumenta il rischio di depressione, ansia e morte [precoce] dei caregiver.


Un nuovo metodo per affrontare lo stress, insegnando alle persone come concentrarsi sulle emozioni positive, ha ridotto l'ansia e la depressione dopo sei settimane, riporta un nuovo studio nazionale eseguito alla Northwestern University. Ha anche portato a una migliore salute fisica auto-riferita e ad atteggiamenti positivi nei confronti del caregiving.


"I caregiver che hanno imparato le abilità avevano meno depressione, migliore salute fisica auto-riferita, più sentimenti di felicità e altre emozioni positive rispetto al gruppo di controllo", ha detto l'autrice dello studio Judith Moskowitz, professoressa di scienze sociali mediche della Northwestern University e direttrice della ricerca dell'Osher Center for Integrative Medicine.


L'intervento sulle emozioni positive non richiede un terapeuta autorizzato e può essere ampiamente implementato, rendendolo disponibile e accessibile per i caregiver così impegnati. La ricerca è stata pubblicata il 2 maggio in Health Psychology.


"A livello nazionale c'è un aumento enorme di caregiver informali", ha detto la Moskowitz. "Le persone vivono più a lungo con demenza come il morbo di Alzheimer (MA), e la loro assistenza a lungo termine sta ricadendo su familiari e amici. Questo intervento è un modo in cui possiamo contribuire a ridurre lo stress e l'onere e consentire loro di fornire assistenza migliore".


La maggior parte degli approcci attuali per aiutare i caregiver si concentrano sull'informazione alla demenza o sulla risoluzione di problemi per comportamenti difficili, ma affrontano specificamente la riduzione dell'onere emotivo nel fornire assistenza.


L'intervento progettato dalla Moskowitz e colleghi comprendeva 8 abilità che dimostrano che, secondo le evidenze, aumentano le emozioni positive. Includono notare e capitalizzare eventi positivi, gratitudine, consapevolezza, riconsiderazione positiva, punti di forza personali, obiettivi raggiungibili e atti di gentilezza (dettagli qui sotto).


La Moskowitz non è certa di quanti caregiver sarebbero in grado di completare il programma perché "sono un gruppo così stressato e gravato. Ma erano impegnati e dedicati, il che la dice lunga su quanto hanno bisogno di programmi come questo", ha detto.


Attualmente ci sono 5,5 milioni di persone negli Stati Uniti con diagnosi di MA, che potrebbero aumentare fino a 16 milioni entro il 2050. L'aspettativa di vita media post diagnosi è di 8/10 anni, anche se alcune persone vivono fino a 20 anni.


Nello studio, 170 caregiver di demenza sono stati assegnati in modo casuale al gruppo di intervento (dove hanno appreso abilità emozionali positive, come riconoscere un evento positivo quotidiano e tenere un diario di gratitudine) o a un gruppo di controllo (in cui hanno compilato un questionario giornaliero sulle loro emozioni).


Le sessioni di abilità positive, denominate LEAF (Life Enhancing Activities for Family caregivers), sono state presentate da un facilitatore tramite web conference, raggiungendo caregiver in tutti gli Stati Uniti. L'esecuzione via web è particolarmente importante per i caregiver che vivono nelle aree rurali senza servizi di supporto locale per caregiver, ha detto la Moskowitz.


Oltre alla Northwestern, lo studio è stato condotto all'Università della California di San Francisco (UCSF). La dottoressa Glenna Dowling della UCSF è stata la co-autrice senior dello studio.


In sei sessioni settimanali, i caregiver hanno esaminato le abilità emotive positive e poi hanno svolto i compiti quotidiani per esercitarsi in quelle abilità, incluse registrazioni audio. Se l'argomento era un atto di gentilezza, ad esempio, i compiti a casa erano di uscire e praticare un atto di gentilezza. Tutti i partecipanti hanno compilato un questionario su depressione, ansia, salute fisica e onere del caregiver all'inizio e al completamento dello studio.


I partecipanti al LEAF hanno avuto un calo maggiore del 7% di depressione e un calo maggiore del 9% di ansia rispetto al gruppo di controllo. I partecipanti al gruppo di intervento sono passati dal mostrare sintomi moderati di depressione rispetto alla norma della popolazione, al rientro nella gamma normale di sintomi depressivi alla valutazione post-intervento. Al contrario, i partecipanti alla condizione di controllo hanno mostrato una minore diminuzione dei punteggi di depressione e sono rimasti nell'intervallo da lieve a moderato.


Una partecipante ha scritto: "Lo studio LEAF e le tecniche che ho imparato partecipando hanno prodotto serenità e calma nella mia vita e in quella di mio marito. Entrambi abbiamo beneficiato del mio atteggiamento cambiato".


Un altro ha commentato: "Fare questo studio mi ha aiutato a guardare la mia vita, non come una grande insegna al neon che dice 'DEMENZA' di fronte a me, ma piccole cose come 'Stiamo mangiando con la sorella di L e sarà una bella visita'. 'Vedo che gli alberi sono verdi, il vento soffia. Sì, la demenza è là fuori, ma ho un po' staccato l'insegna al neon e ridotto le dimensioni delle lettere' ".

 

Abilità insegnate ai partecipanti allo studio:

  1. Riconoscere un evento positivo ogni giorno
  2. Assaporare quell'evento positivo e registrarlo in un diario o raccontarlo a qualcuno
  3. Iniziare a tenere un diario di gratitudine quotidiano
  4. Elencare una forza personale ogni giorno e notare come hai usato quella forza di recente
  5. Stabilire un obiettivo raggiungibile ogni giorno e notare i tuoi progressi
  6. Segnalare ogni giorno un fattore di stress relativamente minore, quindi elencare i modi in cui l'evento può essere positivamente riconsiderato o riformulato
  7. Comprendere che piccoli atti di gentilezza possono avere un grande impatto sulle emozioni positive e praticare un piccolo atto di gentilezza ogni giorno
  8. Praticare la consapevolezza attraverso l'attenzione alle esperienze quotidiane e con un esercizio respiratorio quotidiano di 10 minuti, concentrandosi sul respiro


La Moskowitz lancerà un nuovo studio finanziato dal National Institute of Aging in cui confronterà la versione facilitata dell'intervento (quella che è risultata efficace in questo studio) con una versione online autoguidata dell'intervento (senza un facilitatore).


Se la versione autoguidata sarà efficace come quella facilitata, il programma LEAF potrà essere ampiamente implementato a costi relativamente bassi per aiutare il crescente numero di caregiver di demenza negli Stati Uniti, ha affermato.

 

 

 


Fonte: Marla Paul in Northwestern University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Judith T. Moskowitz, Elaine O. Cheung, Karin E. Snowberg, Alice Verstaen, Jennifer Merrilees,John M. Salsman, Glenna A. Dowling. Randomized controlled trial of a facilitated online positive emotion regulation intervention for dementia caregivers. Health Psychology, 2 May 2019, DOI: 10.1037/hea0000680

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.